Spesso e volentieri si usa dire che solo i grandi artisti riescono a spaccare in due la critica, dividendo in modo netto e perentorio chi li osanna da chi li critica. Guillaume & The Coutu Dumonts non è uno di questi, per carità, ma il suo “Breaking The Fourth Wall”, album uscito lo scorso anno su Circus Company, è il classico esempio di lavoro controverso. Visto lo spessore del personaggio in ballo (il canadese, oltre al progetto Chic Miniature al fianco di Ernesto Ferreyra e alle release di successo su Oslo, può vantare “comparsate” su Cocoon e Cadenza), le aspettative per tale opera erano, ovviamente, altissime. Tale hype, tuttavia, non è stato del tutto “premiato” e i fan della sua musica e del suo tanto energico quanto solare live non si sono potuti dire del tutto soddisfatti: non penso di essere stato l’unico, infatti, a dubitare di avere davvero tra le mani un lavoro di Guillaume & The Coutu Dumonts. Sì perché “Breaking The Fourth Wall” è un lavoro complesso e difficile da digerire, specie se non si è predisposti a qualcosa di diverso dai soliti lavori “made in Frankfurt”, soprattutto se al momento dell’uscita ci si aspettava il sound che fino a quel momento aveva caratterizzato i lavori del producer canadese.
Le critiche però non devono aver scalfito le convinzioni di Guillaume & The Coutu Dumonts (chi ha avuto a che fare con lui, tra l’altro, lo dipinge con un tipetto cazzuto) tanto che, a un anno dall’uscita del suo album d’esordio, torna Circus Company con tre tracce (una in realtà è un tool) che difficilmente sentirete suonare nel live che sta portando in giro questa estate e che tanto ha impressionato durante il Love Family Park. Scordatevi i groove travolgenti con cui abitualmente strapazza i dancefloor durante i suoi live (io personalmente porto nel cuore un paio di esibizioni sopra le righe al Rashomon e al Guendalina) perché “Ubiquitous Gaze” e “You’re The One” sembrano camminare lungo il filo che hanno seguito le undici tracce di “Breaking The Fourth Wall”.
“Ubiquitos Gaze” è una passeggiata di oltre nove minuti caratterizzata dal solito tappeto percussivo che marcia senza sosta e che ha lo scopo di trainare l’arrangiamento di pianoforte (solo ed unico elemento a dare “colore” al disco), i pad e la linea vocale, vero e proprio monologo che sembra appartenere ad un musicista che discute della sua arte. Accantonato il calore delle percussioni di “Ubiquitous Gaze”, “You’re The One” è caratterizzato da una ritmica più semplice e meno predominante. Qui l’elemento trainante è il basso rotolante che si mescola in modo naturale al synth-organo e alla voce (sì, è lo stesso campione di “Gebrunn Gebrunn” di Paul Kalkbrenner) dando vita ad un B-side di indubbia qualità. Chiude l’EP la stringapella di “Ubiquitous Gaze”.
Come detto, l’ultimo lavoro di Guillaume & The Coutu Dumonts non è un disco semplicissimo, composto da due tracce che, per il momento, trovano difficoltà a trovare in modo immediato un posto all’interno del mio dj set. Qualsiasi giudizio, però, è rimandato a questo inverno e all’arrivo dei party più “scuri”…“Ubiquitous Gaze” potrebbe farsi strada, passando da disco incompreso a ciliegina sulla torta!