Sulla carta una collaborazione bizzarra (cosa accomuna un serissimo dj/producer tech-house col Re Mida del “bling bling” in chiave hip hop?), ma già dai tempi della collaborazione con DJ Hell siamo abituati alle sortite di Diddy nei mondi “nostri”. Evidentemente la faccenda continua ad interessarlo, e a piacergli, anche se finora i risultati a livello di eco nel mainstream non sono stati proprio esaltanti.
Ad ogni modo: se n’è già parlato parecchio alla Winter Music Conference di Miami di questa primavera a livello di rumors, ora finalmente affiorano i primi risultati concreti di questa collaborazione tra l’artista (o businessman?) americano e Guy Gerber, a cui i due hanno dato nome 11 11. In effetti si riconoscono i tocchi differenti: c’è la pasta sonora tradizionale di Gerber, ma su di essa si innesta anche un sapore funk che è facile immaginare arrivi da Diddy. Il risultato non è male.
In attesa che il disco completo entri in circolazione per tutti (non è male anche lui, ad un primo ascolto fugace), possiamo dire che se l’hip hop – anche e soprattutto in Italia – sta saccheggiando il più possibile la EDM più banale e commerciale, vedere che una delle sue personalità-guida si rivolga invece a chi la faccenda dell’elettronica dance la tratta con più rigore e serietà, beh, non è una cattiva notizia. Per niente.