Un altro grande esponente sfornato dalla scena di Glasgow è Harvey McKay e come il resto dei grandi artisti del posto è conosciuto da molti appassionati di musica, ma il suo asso nella manica è l’abbracciare vari stili musicali, il che equivale ad avere più clubbers al suo seguito. Le sue tracce fanno gola a molte etichette importanti e la cosa singolare è il suo comportamento nei loro confronti. Il suo pensiero vi risulterà interessante e vi invoglierà ancora di più a conoscere nuovi artisti e nuove mentalità. Leggete la sua storia e di come si può entrare casualmente nel mondo della techno!
Come ti sembra la Glasgow di oggi?
Nel corso del tempo ha ottenuto una scena abbastanza vivace e lo sviluppo è ancora in corso. Penso che Glasgow si sta distinguendo parecchio e che sia la meta giusta per chi vuole ascoltare house e techno.
In che modo ti sei avvicinato al mondo della musica e qual è stato il tuo trampolino di lancio?
Faccio il dj veramente da molto tempo, da quando avevo circa 10 anni. L’area dove sono cresciuto era veramente un posto poco raccomandabile e c’erano un sacco di guerre tra gang e molti problemi. Non facevo realmente parte di questa mentalità e tutto si è concluso a calci con ragazzi di 3-4 anni più grandi di me, già ambientati nella scena techno i quali mi hanno inserito in essa: è così che ho iniziato da giovane. Poi, più tardi un amico mi fece familiarizzare anche con Reason e tutto cominciò da lì.
Prettamente produci techno e tech house, ma noto con piacere che talvolta ti diletti anche con l’elettronica e la chill out.
Sì, adoro produrre tutti i tipi di musica: dalla break stuff, alla chill out, alla dark atmospheric, mi piace fare tutto. Tanti progetti non vedranno mai la luce, ma non è questo il punto, amo fare tutti i tipi di musica.
Quanto tempo passi nel tuo studio e quale attrezzatura hardware/software hai a disposizione?
Praticamente vivo nel mio studio. E’ una parte della mia casa e ad essere onesti ci si sente strani a stare seduti in salotto a guardare la Tv, è veramente un’occasione molto rara. Le attrezzature che ho sono un Mac Pro Desktop, un Micro Kontrol Keyboard, un set di KRK Rp, 6 monitor (altoparlanti), Ableton. Mi piace la semplicità a dire il vero, mi fa incrementare il mio lavoro.
Si può dire che oggi le etichette diano i ritmi ai djs: le direttive, la stima dei BPM e altri piccoli ritocchi alle tracce molte volte li decidono i capo label. Loro buttano giù delle linee guida e l’artista più o meno produce una traccia; ma tutti questi vincoli influenzano troppo i producers!
In realtà non mi sono mai imbattuto in queste cose. L’unica occasione è stata quando mi hanno chiesto di modificare qualcosa, ma si parla di piccole modifiche. Per quanto riguarda le direttive o i BPM non ho avuto mai problemi. Faccio la musica che mi pare, poi cerco le etichette in base alle sonorità che potrebbe andargli a genio. E’ un modo divertente di fare musica. Credo che produrre su ordinazione non sia sano.
BEK Audio, Cocoon, Drumcode, Saved, Soma, Trapez, 8 Dice Sided hanno stili e direttive diversi: grandi label che vanno a formare un ottimo curriculum. Come ti rapporti ogni volta con i label owner/manager ed è così naturale per te cambiare genere?
Come ho detto prima, non bado molto alle label, agli stili o alle varie direttive. Prima faccio musica e poi penso in quali label piazzare le mie tracce e le invio. Penso che questa sia la via migliore. Per quanto riguarda il genere, faccio quello che mi sento in quel momento, poi coinvolgo chi penso possa capire il lavoro una volta finito.
Con cosa ti presenti alla consolle di solito?
Durante le performance utilizzo il mio Macbook Pro e Traktor Scratch con i vinili e ci attacco a volte anche un cd times control, con un controller midi X1. Non ho nulla contro chi usa totalmente il digitale. A me piace tenermi quanto più possibile vicino al djing old skool senza portarmi tutti quei vinili. Ogni tanto mi diletto con i live set su Ableton e dei controller midi, ma devo dire che succede abbastanza di rado. Stavo anche pensando di mettere insieme un live set insieme ad un altro “non-live”.
Ci sono dei momenti nei quali i djs si ritrovano a condividere la maggior parte dei momenti da soli o con persone che non conoscono. Come superi questi momenti?
Tendo a rilassarmi guardando film durante i viaggi. Mi piace anche conoscere la cultura e la storia del posto dove mi vado ad esibire. E’ molto meglio andare in giro a fare il dj che andare in vacanza: il promoter ti porta in posti non turistici, dove non potresti essere altrimenti. Il viaggio in sé è la parte più noiosa e ci si può facilmente sentire soli, proprio come hai detto te, ma quando si arriva a destinazione la maggior parte delle persone si prende cura di te e ti farà sentire come se fossi a casa. L’ultima volta che ho suonato in Italia è stato a Roma: è stato fantastico, sono stato bene e il cibo è buonissimo.
Mi incuriosisce un tuo disco rilasciato su Soma, “1992”. Oltre il fatto che è un discone, c’è un motivo in particolare per il quale si chiama così?
Haha, sono felice che ti sia piaciuto! Sì, il 1992 è stato un periodo emozionante sia per me che per la mia musica. Entravo pienamente nel mondo del djing e instauravo un grande rapporto con la techno. Inoltre è stato anche l’anno della nascita del mio fratellino, che ora è diventato un ottimo produttore e penso pubblicherà nel prossimo futuro. Tutto sommato è stato un grande anno per me.
English Version:
Another great exponent baked from the Glasgow scene is Harvey McKay and like the rest of the great artists of the place is known by many music fans, but his trump card is embracing various music styles, which amounts to more clubbers who follow him. His tracks are very coveted by many major labels and the funny thing is his attitude with towards them. His opinion is very interesting and will inspire you to know new artists and mentalities. Read his story and about how you can get a chance in the world of techno!
What do you think about the Glasgow scene of today?
It’s got a pretty healthy buzzing scene with lots going on. Artist wise I think Glasgow really has stood out recently, and has really put Glasgow on the map as far as house and techno is concerned.
How did you get into the world of music and what was your springboard?
I had been djing for a very long time, since I was about 10 years old. The area I grew up in was very bad, and there was a lot of gang fights and trouble. I was not really into that and ended up kicking about with boys that were 3/4 years older than me, and they were into techno and they got me into it thats how I got started so young. Then a lot later on a friend put me onto Reason and it all started from there.
Typically you produce techno and tech house, but I’m pleased that sometimes you delight with electronic and chill out.
Yes, I love producing all types of music, from break stuff, to chill out, to dark atmospheric, I enjoy making it all. A lot of it will never see the light of day, but that’s not the point i just loving making all kinds of music.
How much time do you spend in your studio and what equipment hardware/software do you have?
I pretty much live in the studio. It’s part of my house, and to be honest it feels weird when I am sitting in the living room watching TV, as it’s a very rare occasion. Equipment wise I have a Mac Pro Desktop. Micro Kontrol Keyboard a set of KRK Rp 6 monitor speakers, Ableton, that’s about it. I like to keep it very simple to be honest, I feel it really increases my work flow.
We can say that today labels give the rhythms to djs: the label holder many times decides directives, the estimated BPM and other minor adjustments to the tracks. They throw down the guidelines and th artist produces a track more or less; all these constraints affect the producers too!
To be honest I don’t really come across that myself. The very rare occasion someone might ask me to tweak something, but it tends to be a minor tweak. As far as the direction or bpm I have never done that. I tend to make the music I want to make, then I seek out the labels I think the sound I have made might fit. It’s a way more fun way to make music. I feel making music to order or certain specification is not a healthy.
BEK Audio, Cocoon, Drumcode, Save, Soma, Trapez, 8 Dice Sided have different styles and directions: top labels that go on to form your great curriculum. How do you relate each time with the label owner/manager and for you it’s so natural to change genre?
As mentioned before I really don’t think to much about labels or what there after style or direction. I just make music, and then have a think about who might be into those tracks and then approach the labesl and send them over. I feel that the best way to do it. And as far as for genre I just make what ever i feel like at the time, then hit up who I think might be into it once it’s done.
With what do you present usually on consolle?
When I perform I just use my Macbook Pro Traktor Scratch with vinyl or sometimes cd times code control, with an X1 midi controller. I have nothing against the totally digital performers. I just like to keep it as close to old skool djing as possible without having to carry lots of vinyl around air ports. Every now and again I do a live set with Ableton live and a few different midi controllers, but it quite rare that I do a live set. I might actually put a new live set together not done one for a while now I am thinking about it.
There are moments in which djs find themselves sharing most of the time alone or with people they don’t know. How do you pass these moments?
I just tend to relax watch movies when travelling. I also really like taking in the culture and history of where I am playing. I feel it’s way better to go somewhere to dj than on holiday, as the promoter will take you places that are not tourists places, and that you would probably mis otherwise. The traveling itself is pretty boring and can get bit lonely as you mentioned. But when you get to destination most people look after you and make you feel very at home. Last time I played in Italy was in Rome was fantastic, I had a great time and the food was amazing.
I’m curious about your record released on Soma, “1992”. Besides the fact that it rulez, there is a particular reason for which is it so called?
Haha glad you liked that beat. Yeah, 1992 was an exciting time for me with music back then, I was just really getting right into djing and was really buzzing about techno. And also it was the year my younger brother was born, who is now an incredible producer himself who will be releasing in the near future. So all round a pretty big year for me.