La notizia probabilmente l’avrete già letta ovunque: Keith Flint, la faccia, il corpo, la voce e la cresta dei Prodigy è morto.
Non si conoscono ancora le cause della morte, e forse non è neanche importante saperle: il corpo di Flint è stato ritrovato questa mattina nella casa in cui viveva, nell’Essex. La notizia è talmente fresca che davvero ci lascia senza parole.
Sgomenti.
Keith Flint è stato il Sid Vicious della Generazione X.
La sua carriera da “musicista”era iniziata per puro caso: da semplice fan aveva perso la testa per un dj – Liam Howlett, ovviamente – che aveva sentito suonare in un club (il Barn, a Braintree sempre nell’Essex). E se Howlett è notoriamente l’anima, il motore e il cuore dei Prodigy, Flint è la persona che prima di tutti, più di tutti, l’ha convinto a salire su un palco e proporre la sua musica.
Lui e Leeroy Thornhill non facevano niente, ballavano e basta. Ma è impossibile pensare ai Prodigy degli inizi e non vederli come un trio. Una vera e propria banda di scoppiati, post hyppie, post freak, post tutto.
Il gioco cambia nel 1996 quando Flint finisce per la prima volta dietro al microfono ed esce Firestarter. Una mega hit mondiale, il ponte generazionale che lega l’universo dei clubber e quello dei rocker in una maniera che prima era impossibile anche solo immaginare.
Il resto è una storia fatta di successi dopo successi, arene, grandi festival, tanti alti e tanti bassi. Non solo quelli distortissimi che escono dalle casse.
Keith Flint è stato al tempo stesso icona e macchietta.
La grande truffa del rave’n’roll.
Quello che ha acceso la miccia e fatto esplodere la bomba.
Un grandissimo, a suo modo.
È in un certo senso molto ironico (e al tempo stesso ridicolo e beffardo come solo il destino sa essere) che l’ultima uscita ufficiale dei Prodigy sia un remix di We Live Forever pubblicato giusto giusto tre giorni fa.
Una casualità che sa di humor nero e che per certi versi è perfetta per onorare “il personaggio” Keith Flint. Ci mancherà.
Emiliano Colasanti
Emiliano Colasanti scrive di musica da quando ancora non aveva Internet e doveva consegnare gli articoli su floppy disk, a mano. Collabora abitualmente con Rolling Stone.e cura il blog Stereogram per il sito di GQ.it. Ha fondato e gestisce (con Giacomo Fiorenza) l'etichetta discografica indipendente 42 Records, nel 2012 ha pubblicato per Arcana il libro: "Un mondo del tutto differente. La storia di "Wow" e dei Verdena". Dorme poco, mangia male, pensa spesso con nostalgia ai tempi in cui faceva programmi alla radio.
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