Mai premessa fu più doverosa: una volta premuto play sul nuovo lavoro di Heartthrob per Hot Creations non aspettatevi né “Baby Kate” né “Forward Motion”. “Odyssey”, infatti, suona (nel vero senso del termine) come un’esperimento, come un test sia per l’artista che per la label: Jesse Siminski ha deciso di cambiare rotta? Hot Creations sta provando ad aprirsi a nuovi percorsi sonori? Probabilmente è ancora presto per trovare una risposta a questi interrogativi, fatto sta che qualche segnale a riguardo c’era stato mandato già la scorsa estate dal altri appartenenti alla banda Minus come Magda, Troy Pierce e Marc Houle, che hanno spalancato le porte di Items & Things alla musica del nostrano Danny Benedettini.
Il risultato di questo nuovo connubio, che ai più potrà anche suonare strano e inadeguato, è un EP di due tracce (“Odyssey” e “The Liar”) che tagliano in modo trasversale house e techno, sempre poggiandosi sul “binario minimal”, vero e proprio filo conduttore della carriera di Heartthrob. Ma questa fantomatica e ormai (diciamocelo) stucchevole “nu-disco” non fa forse del minimalismo sonoro la sua peculiarità? A mio avviso, e mi conforta il fatto di non essere l’unico a pensarlo, questo è probabilmente il suo più grande limite, ma se ci riflettiamo bene questo è l’unico vero filo conduttore col talento di Jesse e di quelli della sua “banda”.
Ed ecco quindi “Odyssey” con le sue atmosfere gelide, i bassi densi, gli echi metallici e keys spaziali. Suoni che sembrano esser stati miscelati per costruire un percorso, un percorso al termine del quale, però, ci si ritrova comunque al punto di partenza. E’ come una corsa sul posto. Magari non ci sta portando da nessuna parte, oppure sì. Magari è semplicemente un viaggio all’interno dell’universo di Jesse.
Di che parlava l’Odissea?