Tutto nasce dal progetto europeo Flow Machine che vuole studiare se e quanto sia possibile far creare musica ad algoritmi di intelligenza artificiale, in maniera autonoma o in collaborazione con l’uomo. Non è l’unico progetto in tal senso, tra cui forse il più famoso è il progetto Magenta di Google.
Nello specifico, Flow Machine si focalizza sull’analisi degli stili dei vari artisti e generi, così che l’AI possa comporre “ispirandosi” a questi. A partire dalla ricerche e gli strumenti creati in questo progetto e con un lavoro sviluppato in primis da Benoit Carré alias SKYGGE, nasce “Hello World” (far visualizzare “Hello World!” è tradizionalmente la prima cosa che si impara a programmare), il primo album composto da algoritmi di AI ma non senza la collaborazione dell’uomo. Nel senso che se sì, tutte le tracce che sentirete sono state generate dalla AI, ma con ancora la necessità del supporto di “musicisti” che hanno compiuto scelte e supervisionato il tutto.
Il risultato è tanto buono quanto “pop”. Difficilmente ci si può innamorare di “Hello World” ma svariati pezzi potrebbero potenzialmente essere passati nelle radio nazionali e diventare dei discreti successi commerciali. Se siamo ancora lontani dalla singolarità in musica, certo prima o (non troppo) poi si arriverà ad algoritmi di AI che in autonomia sapranno produrre bella musica, o in ogni caso con un “twist” particolare (magari analizzando ad algoritmi certe soluzioni tipiche di alcune scene specifiche). Ci piacerà comunque ascoltarla, sapendo che sono frutto della “creatività” di un algoritmo?