“Take Words In Return” è probabilmente la traccia più bella contenuta nel “Watergate X Ten Years Anniversary Box”, questa non è certo una verità sconvolgente, e in questo senso la notizia che sia stata scelta per celebrare la decima uscita della label del club col soffitto luccicante non ci sorprende nemmeno un po’. Facile direte voi: hai Henrik Schwarz fresco di concerto sulla terrazza galleggiante e pronto, finalmente, a rilasciare un singolo dopo tre lunghi anni – tanto è passato, infatti, da “A Critical Mass Live EP” del 2010 su Innervisions.
Tutto troppo semplice, no? A “Take Words In Return” ci abbiamo fatto talmente tanto la bocca durante l’ascolto della raccolta, che nemmeno la chiamata alle armi di Carl Craig ci fa saltare dalla sedia. Effettivamente questo passaggio sembra quasi d’obbligo, mi spiego meglio: il disco nella sua veste originale è bello, molto bello, ma suona anche un po’ troppo “pop” per i canoni di chi il sabato sera preferisce farsi una bella sudata in club piuttosto che una birra con gli amici, e allora ci sta che uno dei capoccioni massimi della techno ci metta mano per riportare le cose sulla giusta carreggiata. Ed è in effetti così, ma solo in parte, perché se pad e basso corrono felici e contenti lungo il percorso che il vecchio Carl è solito tracciare (siamo, al solito, sui dodici minuti), l’anima del disco resta comunque quella lì, quella che Schwarz ha pensato e radicato talmente a fondo da renderla immune al “trattamento Craig”. Il tocco dell’americano si sente, e vorremmo ben vedere, ma manca il salto di qualità che il producer di Detroit è solito garantire quando mette le sue mani d’oro su qualcosa.
Alla fine dei giochi, infatti, nonostante la caratura degli artisti in ballo, il remix non convince fino in fondo. Vuoi perché la sterzata techno che i “sudati” hanno richiesto non c’è stata come avrebbero sperato, vuoi perché Carl Craig ci ha abituati troppo bene e il suo ultimo lavoro non può in nessun modo eguagliare la sua versione di “Like A Child” dei Junior Boys (giusto per citare su due piedi uno dei miei remix preferiti); fatto sta che l’intero “Take Words In Return” non ci esalta come avremmo sperato, pur restando un ottimo EP.
E allora? Dieci euro da tenere assolutamente in tasca? No, mai detto. Quello che mi sento di consigliarvi è di portare sì “Take Words To Return” con voi, ma di assicurarvi allo stesso tempo che in borsa ci sia anche “Tides” di Beanfield.