L’anno scorso è stata una esperienza tanto sorprendente quanto bella. Anzi: bellissima. Basta parlarne con chi c’ha partecipato, dagli artisti ed ospiti fino a chi si era preso il pacchetto-vacanze. Certo, era un mondo completamente diverso: la pandemia era ancora una novità terribile ed inspiegabile, uno choc planetario, e soprattutto fino alla prima parte dell’estate tutto era ancora fermo, con la cappa plumbea del lockdown ancora aleggiante. E’ stato quindi più facile immaginarsi una piccola “utopia” dove radunare dj e producer, ma anche sportivi, enologi e gastronomi di altissimi livello, e far loro passare una settimana molto particolare: fatta sì di esercitazioni della loro arte (i dj set, per i musicisti, e delle session in studio), ma senza l’assillo del pubblico, dei numeri, delle dinamiche forzate del divertimento e del successo.
Tutto lento, tutto naturale, tutto molto umano, tutto molto “orizzontale”. Tutto particolarmente intenso, alla fine: per la bellezza dei luoghi (Livigno toglie il fiato anche d’estate, anzi, forse soprattutto d’estate), per l’originalità delle soluzioni (un dj set a quasi 3000 metri d’altezza, uno studio di registrazione costruito in una baita di montagna con gli interni tutti in legno), per l’esperienza che si è vissuta tutti insieme, fatta anche di escursioni, sport e chiacchiera, molte chiacchiere, con tanto di piccoli “simposi” dove ascoltare, degustare, discutere. E’ stata un’esperienza davvero preziosa. Tant’è che è anche capitato di pensare: “E’ stata una cosa irripetibile“.
…invece, si ripete. Chiaro: ora non ci sono più i tempi dilatati dell’attesa e dell’ignoto, il turismo ed anche il mondo musicale fremono per tornare ai ritmi di prima quanto possibile, le condizioni che prima avevano permesso di immaginarsi un High Experience spalmato da giugno a settembre non ci sono più. Ma l’esperienza è stata talmente forte che comunque si è deciso di portarla avanti: concentrata in sole due settimane, ma portata avanti. Visto il panorama particolarmente “in divenire”, alla fine i particolari sono stati fissati solo a pochi giorni dall’inizio, visto che Bivio High Experience non è (…o non è ancora?) un festival di quelli rodati e bellicosi che fissano line up con mesi di anticipo, pensano allo sbigliettamento in modo massivo, si promuovono con apparati comunicazionali cazzutissimi e rodati. Nasce in altro modo, nasce in modo rilassato: e questa cosa nel DNA è stata conservata.
Quindi sì, il preavviso è poco, anzi, troppo poco, ma chi l’anno scorso aveva adocchiato la cosa e si era ripromesso “Se l’anno prossimo lo rifanno, ci voglio andare” sappia che troverà anche in questa edizione lo stesso spirito. Troverà, nell’arco di due settimane, anche una bella serie di ospiti: nella parte “musicale” saranno confermati caposaldi come Ricky Le Roy e Federico Grazzini, vere e proprie “anime” dell’edizione 2020, e ci saranno poi Mattia Trani, Leon, Alex Neri, il Principe Maurice, ANDRO dei Negramaro ed altri ancora. Troverà lo stesso spirito – quindi condivisione orizzontale di tutte le esperienze, le chiacchiere, le avventure, le creazioni – e troverà ovviamente la stessa bellezza dei luoghi. Il BivioLife Livigno, promotore originario del progetto con le sue ottime strutture, si aggiunge al naming ufficiale dell’evento. Questa la pagina Facebook, questa quella Instragram, e qui sotto embeddiamo direttamente l’offerta (a prezzi davvero convenienti, visto ciò che viene offerto e si vive):
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Poi chiaro, una gemma come High Experience è ad un “bivio”: abbiamo giocato col re-naming dell’evento nel titolo, ma è anche vero che effettivamente avrebbe le potenzialità per diventare una piccola eccellenza d’Europa, se decidesse di strutturarsi meglio, se lavorasse con anticipo a diffondere e comunicare ospiti, modalità, offerte, se lavorasse sentendosi per quello che potenzialmente è: uno degli eventi più affascinanti ed atipici per un appassionato di musica elettronica (e non solo) che voglia viversi una esperienza diversa, una esperienza “umana”, una esperienza originale, una esperienza a 360 gradi. Bivio High Experience è ad un bivio perché deve decidere cosa fare “da grande”: ma chi può, ne approfitti finché è ancora in questa inusuale fase di innocenza e “sospensione”. Ve lo consigliamo davvero.