Quella che probabilmente non è la memoria più affidabile del mondo questa volta ha fatto centro: non c’è nient’altro nella discografia di Hooved che assomigli, anche lontanamente, a “Timeless EP”, bellissima release che inaugura il mini-catalogo affidato al produttore italiano – Amamhd, appunto.
L’avevo detto io, già dal primissimo ascolto.
Basta poco, poi, per inquadrare il beat 2-step di “TMLSS 1” per rendersi conto che i quindici minuti lungo cui si accartoccia la traccia non saranno una passeggiata. Assomiglia a quei dischi che vengono dall’est (da quelle parti esce un sacco di musica eccezionale), di quelli che imbrigliano prima le articolazioni e poi il cervello regalando un’inaspettata sensazione di calma e raccoglimento. Insomma, inutile prenderci in giro: non si tratta di un disco semplice, ma di quelli che se non si ha la paura di suonarli spesso e volentieri fanno la vera e propria differenza all’interno della storia raccontata dal vostro dj set. L’esperienza, in fondo, non fa che confermare che per lasciare traccia in modo significativo in questo mondo – troppi EP anonimi! – c’è proprio bisogno di tratti distintivi decisi e di dischi che in qualche modo spezzino gli ascolti abituali. E “TMLSS 1” ci riesce.
L’altro lavoro che merita assolutamente di essere ascoltato è “TMLSS 3”, traccia che non è stata inserita nel vinile e che rappresenta una delle “bonus digital” migliori che mi sia capitato di ascoltare da parecchio tempo: qui è un semplicissimo “parlato” a mettersi al centro del groove e a comandare l’evoluzione del disco, un lavoro ammiccante e sensuale come la ragazza più bella del locale che balla proprio di fianco a voi ma che non vi concederà più di qualche sguardo – guardare e non toccare. Ipnotica e profonda, “TMLSS 3” ha i colori sbiaditi delle mattine berlinesi e la sua evanescenza non fa che conferirle quell’aria magica che a fine disco ci lascerà un po’ delusi: otto minuti di flirt e niente bacio? Provate ora a togliervela dalla testa.