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[tab title=”Italiano”]Dopo un non molto convincente “In Our Head”, tornano gli Hot Chip a distanza di tre anni. Nel frattempo, individualmente, i membri della band hanno sviluppato progetti propri e paralleli (2 Bears, New Build, Alexys da solo, tributi a William Onyeabor e Arthur Russell), che forse sono riusciti a donare nuova energia alla band. Questo “Why Make Sense?” infatti, ci dona un gruppo coeso che sembra tornato ai fasti degli inizi, grazie ad alcuni brani di buona fattura e una produzione impeccabile.
Iniziamo l’intervista parlando del titolo del vostro nuovo disco “Why Make Sense?”. Perché un titolo del genere? Cosa ha senso e cosa non ne ha?
“Why Make Sense?” è il titolo dell’ultimo brano del disco, titolo che abbiamo deciso di usare per il nostro nuovo album. Volevamo mettere il brano in risalto perché è un brano a cui siamo particolarmente affezionati. Diciamo che rispecchia un sentimento che abbiamo provato durante gli ultimi due anni. La canzone è come una specie di commento a quello che sta capitando nel mondo negli ultimi anni, da quando abbiamo iniziato a registrare il disco. Perché avere un senso, quando il mondo intorno a noi ha chiaramente perso la bussola e la gente è fuori? Questa insomma era l’idea alla base del disco. Come se fosse un costante commento alle news degli ultimi due anni…
Diresti dunque che questo è un album politico?
Si, senz’ombra di dubbio, almeno per quel che mi riguarda. Non so gli altri del gruppo, ma per quel che mi riguarda considero “Why Make Sense?” un enunciato politico e mi considero una persona politica. Forse, il disco parla proprio di questo, sai? Voglio dire che puoi leggere anche gli altri brani sotto un’ottica politicizzante… però voglio dirti che, sebbene non tema che il disco possa essere visto in questo modo, sono conscio del fatto che questo valga solamente per me, non so gli altri Hot Chip cosa ne pensino. Per quanto riguarda canzone in sé [appunto “Why Make Sense?”], posso dirti che è un brano diverso dagli altri che abbiamo registrato e dal vivo sta producendo un’ottima reazione.
Parliamo ora della copertina di “Why Make Sense?”. So che è stata disegnata da Wallzo, al secolo Darren Wall, e so che l’artista visuale Nich Relph ha creato un algoritmo capace di creare 501 diverse copertine…
Si l’artwork è stato creato da Wallzo, mentre l’idea è venuta a Nick Relph, e cioè di fare le 501 copertine. Nick è un vecchio amico nostro, ha già lavorato con noi per altri progetti. Gli è venuta in mente questa idea, e ci siamo decisi a farla, perché no in fondo? Mi piace l’idea che chi acquista il prodotto possa scegliersi la propria copertina…
Vi sarà costato una fortuna!
[Ride] Sì, sì. Ma sai com’è, se vuoi qualcosa di unico e diverso, lo devi pagare di più. Penso che alla gente piacerà questa idea, soprattutto per quel che riguarda il disco in vinile; sarà divertente vedere nei negozi di dischi tutte le copertine esposte una vicina all’altra. Anche per i collezionisti sarà un ottimo affare…
Leggevo che il disco uscirà con un EP separato, chiamato appunto “Separate EP”, suona molto divertente.
Sì, lo è. Durante la registrazione del disco abbiamo scritto parecchia musica, così tanta che pensavamo di far uscire un doppio album ad un certo punto. Avevamo dunque tutte queste canzoni, e ci spiaceva farle uscire come lati B o quant’altro. Abbiamo così deciso di pubblicare un EP separato per non perdere queste buone tracce.
Lo venderete su vinile?
Credo che funzioni così: se prendi il vinile lo potrai scaricare, mentre sarà incluso nelle prime copie del CD, ma non ne sono sicuro.
Ok, parliamo di un paio di canzoni che mi sono piaciute, incominciando dal video di “Huarache Lights”.
Per quanto riguarda “Huarache Lights”, devo dire che non è pensato come un video vero e proprio, piuttosto come qualcosa da guardare mentre si ascolta il brano. Il video è semplice: sono luci che vengono riflesse da questi coni metallici, creando un gioco di luci ed ombre molto ad effetto. L’idea è venuta al nostro amico Robert Bell, col quale abbiamo già lavorato diverse volte, e questa volta gli abbiamo dato carta bianca sul video. É una collaborazione di cui siamo molto felici, in cui le luci vengono proiettate e riflesse da coni metallici, convertendo i suoni in immagini.
E per quanto riguarda le altre canzoni? Devo dire che mi hanno positivamente colpito sia “Easy To Get” ché “Need You Now”.
Allora, per quel che riguarda “Easy To Get”, è una delle prime canzoni che abbiamo scritto per questo album. Durante gli anni è cambiata, evolvendosi in un brano pop ma dal gusto disco, anche se piuttosto oscuro. Volevamo una canzone da poter suonare dal vivo, che fosse divertente – anche se a dire il vero non l’abbiamo ancora suonata dal vivo [ride]. Dobbiamo ancora preparare il set dal vivo. Sai, le canzoni degli Hot Chip sono piuttosto complesse in termini di struttura e produzione, e la difficoltà sta nel trasformare queste strutture in qualcosa che si possa suonare dal vivo. “Need to Know” è un brano molto importante per l’economia del disco; è una specie di tributo nostalgico alla scena rave UK degli anni ’90, ma non in un modo pacchiano, piuttosto dire che ha un suono molto d’atmosfera. Piace anche a me, anche perché ho una parte vocale nel brano. Ne faremo probabilmente un video…
Vorrei sapere quanto della tua esperienza con i New Build – tuo progetto collaterale – abbia influito sulla tua espressione artistica all’interno degli Hot Chip?
Sì, be’, è stato molto importante per me registrare due dischi fuori dagli Hot Chip. É stato un extra, un gioco molto divertente. Mi ha sicuramente aiutato a rendermi più sicuro di me stesso, e ad essere più produttivo per la band.
Vagando online mi sono imbattuto in un blog tuo chiamato “Al Doyle Fuck Yeah”, che ci dici a riguardo?
Che ti posso dire? Non lo faccio io, temo sia un blog aperto da fan. Mi spiace ma non posso dirti nulla a riguardo [figuraccia]
So che avete lavorato nel 2013 al tributo del mitico Arthur Russell. Come è andata?
Benissimo. Lui è stata un’influenza enorme per gli Hot Chip e lavorare ad un suo brano è stato fantastico. Il brano che abbiamo scelto ci calza particolarmente a pennello, perché crediamo che Arthur fosse uno sperimentatore e che un po’ anche lo siamo noi… Non è stato per niente facile comunque registrare questa cover, ma ci siamo molto divertiti.
Soundwall è una rivista specializzata in elettronica, ti voglio chiedere dunque se esiste qualcuno che vorresti mettesse mano ai vostri pezzi…
Mi piace molto questo giovane chiamato Tin Man. É molto bravo e le sue produzioni sono ottime. C’è anche un italiano che devo dire mi sta piacendo molto, ed è Massimiliano Pagliara. Mi piace il suo suono e la sua attitudine. Non vedo l’ora di vederlo da Phonica oggi pomeriggio…[/tab]
[tab title=”English”]After three years from “In Our Head”, London based band Hot Chip is now ready for a new record, called “Why Make Sense”. During these three years, individually, each member of the band has worked to side projects or tributes (2 Bears, New Build, Alexys, and the tribute William Onyeabor and to Arthur Russell). Perhaps this fact gave fresh air to the band, as the new record shows a very close band with few great songs and a impeccable production.
Let’s start the interview talking about the title of the new record “Why Make Sense?”. What do you mean? Why (not) making sense?
“Why Make Sense?” is the name of the last song of the record, this is where the title comes from, we want to highlight it, because we like that song. It has been a sentiment we felt during the last years, during the recording of the album. With this record, we wanted to do something different from the other records; you know, something different, not normal for us. The track is a little bit of a comment to the things that have been going on for the last couple of years in the news. Something like “Why Makes Sense?”, when the world around is a non-sense place, when the world has no sense at all and people are absolutely crazy? This was the idea behind the record. Like a comment to the news we have been listening to during the recording process of the album.
Would you consider this record a political statement that reflects a political album?
Yeah, I would, I don’t’ know about the others, but I would totally consider this as a political statement. You know, I am a political person. The record perhaps is about that, is about politics, I mean that, you know, all the other songs are quite political too. I am not afraid that the record could be seen that way, but I am just conscious that this could work only for me. The song itself it is a really different song for us, the production is different, it is a powerful song with a good reaction when we play it live – we have been playing it live for the last few gigs.
Let’s move to the cover of this “Why Makes Sense?”. I know it has been designed by Wallzo and Nick Relph…
Yes it has been designed by Wallzo and then Nick Relph came up with the process of the printing and all the idea, you know, of the colour of the covers. Nick is an old friend of ours and we worked together already for a couple of projects. It was something we could do and so why not doing it, you know, I like the idea the buyer can choose the cover between 500 different covers.
It must have cost you a fortune!
[Laughing] Yes, yes. But you know, if you want something unique and different, you have to pay it more. I think people are going to enjoy it, especially for the vinyl; it will be very fine and funny, especially when you will see the vinyls all together at the record store. And for the people who collect and buy records, it will be nice too, I think for the vinyl buyers will be something very different.
I was reading the press release before and I’ve noticed that it will be released also an EP called “the Separated EP”. It sounds quite interesting and funny indeed.
Well, actually we had so much material for this album. At a certain point we were debating if realising a double album, but then we changed our mind, as we believe one is enough. So we had many extra songs, which were very strong and we didn’t want to throw them away, you know, or use them for b-sides or whatever.
Is it going to be released in vinyl as well?
I think when you buy the record you have the download code and if you buy the first copies of the CD it will be included in it… but I am not sure.
Ok cool. Let’s move to the songs, what about the video of “Huarache Lights”?
The video for “Huarache Lights” was not meant to be a proper music video, I mean, it is just something you are supposed to watch while you’re listening to the song. Well, the video is just a lighting project made by a friend of ours called Robert Bell, we worked with him already and this time we asked him to create the video for the song. It is like a sort of a project, a collaboration with this talented artist that converts the sounds of the music into a projection of the lights. You know what I mean, he converts sound into lights. Those metal circular thing reflects the lights and creates some visuals. They are not proper lights themselves. The projection is mapped onto those things. That is what is going on there, we are trying to see if we can take those structures and lights on the live show, but we are still debating it.
And what about the other songs of the record? I really like “Easy to Get” – a proper disco song- and “Need You Now”.
Well “Easy to Get” was one of the first song we wrote, actually it is pretty one of the oldest song we wrote, but it went through several changes, it is a pop song, but it moves to a little dark version of a disco song. We just want a song to play live and have fun with, but we haven’t play it yet live too [laughing]. We have to learn how to play those song live yet. You know, Hot Chip songs have quite of a complex structure and we have to move this structures into a live set form. “Need You Now” is an important one for the record. It is quite again a sort of dark filtered one, is nostalgic, looking back to the UK rave culture, not in a kind of celebrate way, just with a fine touch, some atmosphere. I like it too. For me, it is an important song, because I sing on it, I have a small vocal part, and we are thinking to make that song into a video, a new video…
How much of your experience with your collateral band New Bulid changed your perception of you in Hot Chip, if you know what I mean?
Yes. Well, it is very important for me to have an opportunity to do and to play outside Hot Chip, it is an extra, a fun game. Being able to go and record a couple of records and then go back to Hot Chip helped me to become more confident and contribute more with the band. The last record was very challenging and it helped me a lot in terms of confidence.
Browsing online I saw a blog called “Al Doyle fuck yeah!”, can you tell us something about it?
What can I say? Well, it is not me, the blog is not run by me at all! I am sorry but it is not me, I actually haven’t checked it in a long time. I guess is made by some fans of mine…
You guys worked for the Arthur Russell tribute records on 2013. How it was?
Well he is a massive influence of ours, and working to a song of his, was great. The song we choose particularly fits us, because we believe he was an experimentalist, and in a way, we are too. It was quite difficult to cover such a complicate song, but we enjoyed it a lot.
Soundwall is an electronic magazine, so I have to ask you if there is anybody you would like to be remixed by?
I really like this guys called Tin Man. He is doing very well, I really enjoy his music a lot. There is actually an Italian guy called Massimiliano Pagliara; I like his sound and his attitude. I am looking forward to see him performing at Phonica today…[/tab]
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