Una delle stelle tedesche, di quelle nascoste a dovere (che scivolano in questo mondo dal 1993 con pochi riflettori puntati sulla testa), agganciato per la seconda volta ad un altro nome importante come l’inglese (Berlin based) Parker, indubbiamente non può che destare attenzione. Cercare e trovare la piazza giusta per questo secondo incontro tra i due artisti è quasi scontato. Ritornando sulla Ovum di Josh Wink, dopo “Kinderteller EP” del 2010, Ian Christopher Pinnekamp aka Ian Pooley e Spencer Parker aggiungono un tassello importante ad una carriera musicale lunga e prolifica soprattutto individualmente, con rilasci su Innervision, NRK Sound Division, Rekids, Plus 8, Cabin Fever e Tsuba giusto per citarne alcune di rilievo per entrambe i produttori.
I due entrano nel vivo del 2013, tornando sulla label americana con “Thirty Six”, EP che sa il fatto suo e conferma l’unione di due cervelli che sanno lavorare insieme. Dopo aver ascoltato gli iniziali due minuti e mezzo di “Lerchen Und Eulen”, traccia di apertura della release, ciò’ che si sente è un groove squillante e snello che l’unione tra il basso inarrestabile, i claps e gli hats 808 compongono per catturare l’attenzione di chi ascolta. Synth-line e drums arricchiscono il percorso di una traccia che dal nulla spinge in superficie una piano-line fortissima che ci accompagna fino alla fine del brano. “In My Head” è di per se una lezione magistrale di Stripped-Back. L’arte di saper fare dischi che tra l’estetica minimalistica e i suoni inconfondibilmente caldi delle percussioni non è mai stata in dubbio per Parker e Pooley. Poggiata su una guida synth, la traccia è un drum-groove ipnotico con l’attento controllo sul taglio degli hats e del said chain. Misteriosi frame vocali e bass line definiscono un lavoro, catalogato “4:00 AM”, di due artisti techno comodamente seduti in studio. Io sarei contento così. Mettiamola così: sono due tracce ben costruite, fatte da chi i dischi li fa con un criterio (la stragrande maggioranza delle volte azzeccato) e in aggiunta sotto l’ala protettiva e luminosa di un certo Wink.. perché volere di più? Perchè pensare che possa esserci dell’altro? Onestamente chi ha firmato il remix è uno dei pochi che ha il potere, anzi il dono, di eclissare solo con il nome gran parte del mondo underground senza essere un big dall’aurea accecante. Radio Slave scende dal suo trono Rekids e compone un viaggio strano e meraviglioso. Effetti audio e pad in orbita, campioni vocali e il deep techno classico da momento surreale nei club portano un binomio cassa-basso che sentirete su tutto il petto. Magistrale.
Hello 2013 da Ovum Recordings.