“Vieni a ballare in Puglia“: sebbene appartenga a un contesto di denuncia, la canzone che Caparezza dedicò alla sua regione risulta essere oggi una profezia diventata a suo modo realtà. La Puglia oggi rappresenta un riferimento imprescindibile nella scena elettronica italiana: ruolo forse poco raccontato, ma con i numeri oggettivi per poterlo rivendicare. È qui che troviamo una concentrazione di location e professionisti della musica al pari di città italiane ed europee più comunemente associate al clubbing, due fattori cruciali per poter proporre artisti di assoluto livello presenti anche quest’anno nelle lineup dei festival di quest’estate, come Nina Kraviz e Joseph Capriati al Serious Kitchen Festival giusto per citarne due (…e senza considerare eventi come il Polifonic appena svoltosi o il Viva in arrivo, così come la “potenza di fuoco” in campo clubbing di Panorama Festival a cavallo di Ferragosto: tre eventi diversi, ciascuno nel suo un’eccellenza). E se tutte queste considerazioni non dovessero bastare, la conferma arriva proprio dai clubber: nella classifica dei migliori club al mondo stilata da Dj Mag per il 2023, che comunque è una cartina di tornasole autorevole in quanto a rilevanza nell’industria, quattro sono italiani e due di questi si trovano in Puglia.
Quelle che sembravano essere delle realtà isolate, le prime discoteche “commerciali”, oggi si sono trasformate in un’ industria in cui la formula vincente va a braccetto con una natura paradisiaca e una profonda cultura dell’accoglienza sia per gli artisti che per i fruitori. Per avere un’idea dall’interno ne abbiamo parlato con Skizzo, che con il suo lavoro trentennale come dj e produttore non solo ha visto nascere la scena elettronica in Puglia ma l’ha anche plasmata.
Com’è nato e qual è stato il punto di svolta del clubbing pugliese?
Tutto inizia negli anni ’90 con le piccole discoteche come il Madà in cui alla sala house si affiancava anche quella techno. Poi sono arrivate le grandi venue ad attrazione turistica nella città di Gallipoli, scelta da sempre più persone al posto di Ibiza. Ed è proprio qui che posso dire sia avvenuto il vero punto di svolta, quando nel 2014 abbiamo realizzato a Parco Gondar un evento epico per l’epoca, con 10mila persone venute ad ascoltare Dixon, Paul Kalkbrenner e Marco Carola. Da allora la scena ha continuato inarrestabilmente a crescere, sostenuta anche dalle politiche territoriali intervenute a far conoscere sempre di più il brand Puglia nel mondo.
Tu non sei stato solo testimone, ma un protagonista di questa storia. Come si intreccia la tua carriera in questa evoluzione?
Ricordo che dopo la mia prima esibizione ad Ibiza, ad inizi 2000, ho avuto l’esigenza di portare nella mia terra soprattutto tutto quello che avevo visto ed imparato. L’evoluzione di cui mi sento partecipe riguarda soprattutto la tecnologia, importando delle idee che hanno reso le nostre produzioni all’altezza degli artisti internazionali con cui lavoro attraverso la mia etichetta discografica, Serious Kitchen. Siamo stati pionieri in Italia su tante novità, come ad esempio l’utilizzo metodico di impianti video durante gli show. Ovviamente non ho potuto fare tutto questo senza un gruppo di colleghi con cui ho condiviso questa crescita professionale pazzesca, spesso scegliendo proprio di esibirmi qui anziché in location più blasonate.
Sicuramente l’evoluzione tecnologica è stata la più impattante, ma a livello stilistico?
Oggi come trent’anni fa l’house e la techno la fanno sempre da padrona. Ovviamente è sotto gli occhi di tutti che l’house è sempre più tech-house, ovvero a parità di elementi house – sample, strumenti, basso – i suoni risultano più arricchiti, ingrossati, con suoni tipici della techno che la rendono più corposa. Per quanto riguarda la techno possiamo dire che possiamo vivere un perfetto cambiamento in termini di bpm, perché siamo di fronte a un ritorno a quella techno veloce che andava di moda negli anni ’90. Infine tre le due, si pone in perfetta mediazione la techno melodica: questi sono sicuramente i tre main genres di oggi.
Secondo te perché la Puglia non viene identificata come possibile meta del clubbing italiano?
Tutti gli eventi che realizziamo sono sempre soddisfatti dall’utenza locale, perciò non c’è ancora un’esigenza di promozione al di là dei confini regionali. Ma in prospettiva dobbiamo iniziare a lavorare per aprire la composizione del pubblico a un turismo sempre più internazionale. Inoltre dal punto di vista dell’accoglienza, la vacanza qui mantiene un’identità di nicchia, cosa che ci permette di crescere in maniera sostenibile con il territorio.
Sicuramente ora stai iniziando a raccoglierne i frutti anche a livello personale, penso ad esempio alla tua partecipazione al party “Metamorfosi” di Capriati. Qual è la percezione della Puglia tra i tuoi colleghi internazionali?
Oltre alla professionalità delle produzioni, la cosa che ci contraddistingue è quella di avere un pubblico caldo, molto attento ad ascoltare la musica con cui reagisce. Questo per un dj è bellissimo, vedere la pista saltare ad ogni drop e comunicare con una presenza intensa il loro stato d’animo. Ecco perché i miei colleghi sono sempre molto stimolati a suonare qui da noi.
Intervista di Monica Tarricone