A lanciarlo, l’Amnesia di Milano. Un club che ha sempre fatto del nome “grosso”, del nome insomma anche e soprattutto commercialmente efficace, la sua strategia. E difficilmente poteva essere altrimenti, visto che si trattava – e si tratta – di uno dei pochi “superclub” rimasti in Italia: quelli che insomma anche nella stagione invernale vendono ingressi nell’ordine delle migliaia e non delle centinaia. Il meccanismo era chiaro, e fino alla fase pre-pandemica anche ineludibile: se vuoi fare grandi numeri, devi sbattere in cima alla comunicazione un guest che “funziona”. Potente. Che fa numeri. Fare in altro modo, con la necessità di generare numeri di un certo tipo e col tipo di dinamiche di mercato che c’erano, era impensabile, semplicemente impensabile – a meno di buttarsi nel settore iper-commerciale delle feste “a tema” (i format alla Random, per intenderci) o delle serate à la Mamacita (come ad un certo punto aveva fatto pure il Cocoricò, nell’autunno della sua gestione “romana”: giusto per dire che è una strada che è capitato di scegliere un po’ a tutti).
Bene: il 23 ottobre 2021 – ora che finalmente il ballo non è vietato per legge, alleluja – l’Amnesia Milano riapre. Lo fa però con una scelta molto forte: al momento, nessun annuncio è previsto su chi suonerà. Nessun guest attira-folle, attira-like, attira-attenzione per gli addetti al settore o wannabe tali. Niente. Chi deve conoscere l’Amnesia lo conosce, chi vuole andare a divertirsi sa che trova una situazione di un certo tipo (e che da anni funziona, ed ha un pubblico appassionato). Almeno fino a quando le capienze saranno ridotte come lo sono adesso, al 50%, la scelta dovrebbe insomma essere quella di non rientrare nel tritacarne degli annuncia dei guest e di chi ce l’ha più grosso (il guest), agendo in modo opposto. Siamo molto curiosi di sapere come andrà. Ecco intanto qua sotto il post di Facebook che ha annunciato il tutto:
Nel comunicato fatto girare, si dice una cosa importante: “E’ il momento di ripartire, ora che il Governo ha fatto cadere finalmente il divieto di ballare, cosa già successa nel resto d’Europa da tempo, e l’Amnesia Milano è pronta a fare la sua parte“. “Fare la propria parte” significa tra l’altro anche sobbarcarsi dei costi extra, per approntare ad esempio all’ingresso delle postazioni per fare tamponi in tempo reale prima di entrare, da processare immediatamente – e così sarà, fin dal primo appuntamento.
Se volevamo una ripartenza, eccola, si torna a ballare e riaprono alla luce del sole le porte dei locali; e se volevamo una ripartenza diversa, l’Amnesia milanese – uno dei “pesi massimi” del settore – la sta offrendo davvero, la sta offrendo eccome. Fatti, non parole. E se l’obiezione è “Eh, facile, così diminuiscono le spese, mettono il costo artistico a zero e cercano di incassare lo stesso, furboni” allora vuole dire che siete voi i primi a volere un clubbing italiano schiavo della religione monoteista del guest grosso&costoso.