Una volta a Bologna c’era una serata con un appeal enorme, a cavallo tra la fine del secolo scorso e i primi anni del XXI secolo. Si chiamava Playhouse e lo staff che ne portava avanti le gesta aveva come obiettivo primario quello di traghettare il clubbing felsineo dagli anni ’90 al nuovo secolo, nel modo più gioioso possibile, in maniera innovativa e diversa. Chiudendo con il passato e dandosi la possibilità di scrivere una nuova storia, con nuove regole, nella Bologna più notturna e danzereccia. Una serata durata più di un decennio, scomparsa da qualche anno, che in questo 2015 appena iniziato salta fuori dalla nebbia dei ricordi e, facendo capolino, urla a tutti “siamo tornati”.
Perché tornare? Perché ricominciare? Un vero motivo non c’è, secondo loro è rinato tutto per caso, rimettersi in pista perché è il momento per cercare di ritrovare quell’obiettivo originario, facendosi affiancare da facce vecchie e nuove. Non è un progetto “industriale”, non è un tornare tanto per farlo, ma è la volontà di alimentare nuovamente quello che si erano prefissati all’inizio dell’avventura e, per adesso, sembrano volerlo fare senza risparmiare energia alcuna: cinque date, da gennaio a maggio, tre location importanti come Estragon, Link e Crash.
E i nomi? I primi confermati sono di quelli pesanti e vanno sotto il nome di Miss Kittin, Deetron, Tobi Neumann, Seth Troxler e soprattutto papa Sven Väth.
Altri arriveranno, ma già adesso il bottino è ben ricco e i presupposti ci sono tutti per cercare di ricreare lo spirito originario che aveva fatto nascere Playhouse.