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[tab title=”Italiano”]Gli Infected Mushroom sono gli inventori della rock trance, gli innovatori della psytrance; Amit Duvdevani e Erez Aizen sono dei veri e propri fenomeni dell’EDM! Durante la loro esperienza pluriventennale questo duo israeliano di psy-rockers ha sfornato una decina di album e più di trenta EP, due volte classificato tra i “10 Best DJ’s” sull’U.K.’s DJ Magazine, ha mescolato il genere dubstep alla psytrance, all’elettronica, circa 15 milioni di hits su YouTube e collaborazioni con artisti tra i più famosi al mondo. Basta presentazioni: mettete play su un loro pezzo, lasciatevi avvolgere dai loro ritmi psichedelici e leggete cosa hanno da dire.
Infected Mushroom, leggende e innovatori della psy-trance. Non avete bisogno certo di presentazioni, ma svelateci qualcosa su di voi come incipit.
A: Beh, fin da bambini siamo sempre stati abituati a far parte del mondo della musica. All’inizio entrambi facevamo parte di bands, poi abbiamo trovato la nostra via nella musica elettronica
E: Sono nato dentro un computer.
Raccontateci la vostra storia: di come vi siete conosciuti, di come avete creato il vostro sound, il vostro alias, del perché dei funghi… Insomma, un’infarinatura di chi siete e cosa volete dimostrare!
A: Eravamo già nella scena elettronica lavorando ai nostri progetti, abbiamo collaborato ad alcuni brani sotto il nome di Duvdev & Shipadu e devo dire che il lavoro svolto ha riscontrato un buon feedback.
E: Alcune persone hanno veramente creduto nel nostro progetto e ci hanno incoraggiato a lavorare insieme e a sviluppare la nostra combinazione di carisma e abilità. C’era una vecchia band punk israeliana che si era appena sciolta, così abbiamo preso il loro nome, Infected Mushroom.
Non dev’essere stato facile emergere in una nazione come Israele… Com’è la scena locale e com’è nata questa passione? Come e cosa avete dovuto fare per diventare chi siete oggi?
A: Abbiamo suonato in un sacco di parties, dai club ai rave nei deserti. La psy andava (e va tutt’ora) fortissima in Israele. Abbiamo fatto la nostra strada in Europa e poi dall’Europa all’America. E’ stato un lungo viaggio, ma non ne siamo mai usciti scoraggiati.
E: Quando abbiamo cominciato era tutto molto old school. Abbiamo continuato a spingere, ad innovare tramite le nostre produzioni e ci siamo ritagliati un nostro nome.
Qual è stata la release che vi ha reso noti davanti a tutto il mondo?
A: Probabilmente il singolo più gettonato è stato “Becoming Insane”, la gente ne va matta.
E: Sì, ma “Converting Vegetarians” (un nostro album) ci ha fatto guadagnare parecchio rispetto e molti fans. Difficile dire qual è stata l’unica uscita che ci ha esposto al mondo, è stata tutto una combinazione di produzione e touring. Ci sentiamo ancora come se ci fossimo esposti.
Parallelamente al vostro duo avete avuto altri alias e altre iniziative. Chi altri rappresentate al di fuori del vostro progetto?
A: Noi siamo solo gli Infected Mushroom.
E: Sì, ma facciamo anche dj set, old school live set, live band set, production mapped post set. Esistono svariati tipi di Infected-performance.
Una giornata tipo nello studio degli Infeted Mushrooms.
A: Caffé e musica. Tutto inizia come una festa in costume con i nostri figli e troviamo ispirazione tra una parrucca e un trucco.
E: Cerchiamo di lavorare ogni sera. Troviamo che lavorare a tarda notte renda la musica un po’ più pazza; preferiamo la deliranza e la ditorsione mentale serale, invece che la freschezza mattutina.
Con il passare degli anni avete giocato anche con sonorità che migrano dall’electro alla dubstep senza mai perdere la vostra impronta psy. Pensate che essere statici, con un solo genere, possa ledere al fatto di rimanere sempre sulla cresta dell’onda?
A: Sì, fa sempre bene evolversi. Se suonassimo ancora come nel ’96 non saremmo in tour e non ci sarebbe stato un domani per noi.
E: …e forse saremmo in una capanna sulla spiaggia di Goa.
Sono tanti anni ormai che voi due lavorate insieme, a leggere di voi sembra che abbiate avuto solo momenti di gloria, quelli li conosciamo. Quali sono stati invece i vostri momenti no?
A: Ci sono sempre alti e bassi quando sei un musicista. Cerchiamo di concentrarci sui momenti felici. Abbiamo avuto una collaborazione positiva che è riuscita a durare quasi due decenni.
E: Quoto Amit.
Durante il corso della vostra carriera avete dato luogo a collaborazioni uniche con artisti veramente fenomenali come Jonathan Davis (Korn), Perry Farrel (Jane’s Addiction) e Ray Manzarek dei “The Doors” (incredibile!). Ora, mi viene da chiedervi come siete riusciti a chiudere queste collabs e cosa avete provato e come avete lavorato con questi personaggi inarrivabili?
A: Molte di queste collaborazioni sono state garantite dal nostro management del momento. Erano tutte esperienze uniche e non vediamo l’ora di averne altre di tale importanza in futuro.
E: E’ sempre divertente provare qualcosa di nuovo. Quando collaboriamo ci vengono fuori cose che non faremmo mai per conto nostro, cose che noi apprezziamo.
Toglietemi un’altra curiosità, artisti come voi eseguono circa 120 show all’anno, quindi 1/3 dell’anno voi li spendete a organizzare i vostri live/set con i fans; con tutte queste esibizioni avrete guadagnato migliaia di dollari, quindi mi chiedo: fare soldi, ne avete fatti, di fama e gloria ne avete da vendere, quindi come vi stimolate a fare sempre meglio e dove volete arrivare di preciso alla fine della vostra carriera? Qual è il vostro obiettivo finale?
A: Vogliamo continuare a fare musica che farà ballare e pensare la gente. Abbiamo raggiunto tanti obiettivi, il prossimo sarà quello di proseguire con la nostra passione e di concentrarci sulle nostre famiglie.
E: Ci sono sempre nuove cose da provare. Forse produrre qualche soundtrack per un film (o un videogame). Magari un nuovo album. Siamo entrambi giovani.
“Friend of Mushrooms – Vol.3” è la vostra ultima chicca pubblicata su Dim Mak Records (etichetta fondata dal noto Steve Aoki). Il sound è molto particolare e influenzato da vari stili; vi siete molto evoluti da “The Gathering” (1999). In che modo pensate di evolvervi ancora?
A: Chi lo sa, è difficile prevedere l’evoluzione. Siamo felici che vi sia piaciuta il nostro ultimo disco!
E: Forse fonderemo la country music con la dubstep. Haha (scherzo!)[/tab]
[tab title=”English”]Infected Mushroom are the inventors of rock trance, psytrance innovators; Amit Duvdevani and Erez Aizen are real phenomena of EDM! During their twenty years of experience this Israelian psy-rockers duo has produced a dozen albums and over thirty EP, twice ranked among the “10 Best DJ’s” on the UK’s DJ Magazine, mixing the genre dubstep to psytrance, electronics, about 15 millions hits on YouTube and collaborations with artists among the most famous in the world. Stop presentations: put a play on their part, while enveloped by their psychedelic rhythms and read what they have to say.
Infected Mushroom, legends and innovators of psy-trance. You need no introductions, but tell us something about yourself as incipit.
A: Well we always have been into music. We were both classically trained from an early age. Both of us were in bands and found our ways to electronic music.
E: I was born inside a computer.
Tell us about your story: about did you meet, about did you create your sound, your alias, because the mushrooms… In short, a smattering about who are you and what you want to prove it!
A: We were both in the electronic music scene doing our own projects. We collaborated on some tunes as Duvdev & Shidapu and we got some good response from the result.
E: Some people really believed in our project. They encouraged us to work together to develop our combination of skills and charisma. There was an old punk band in Israel who broke up, so we took their name, Infected Mushroom.
Shouldn’t have been easy to emerge in a nation like Israel… How is the local scene and how did born this passion? How and what you did you do to become who you are today?
A: We played a lot of parties, from clubs to desert raves. Psy was (and still is) super big in Israel. Eventually we made our way to Europe, and from Europe to America. It’s been a journey, but we never got discouraged.
E: When we started DJing it was on DAT – super old school. We just kept pushing and innovating with our productions and began to make a name for ourselves.
What was the release that it unveiled you in front of the whole world?
A: Probably ‘Becoming Insane’ is the single song that has gotten the most hype. People go mental for it.
E: Yeah, but Converting Vegetarians (as an album) gained us massive fans & respect. Tough to say what the one thing was that exposed us to the world, it was a combination of production & touring. We still feel like we are being exposed.
In parallel to your duo you have had others aliases and other initiatives. Who else represent you outside of your projects?
A: We only go by Infected Mushroom.
E: Yes but we do a dj set, an old school live set, a live band set, a production mapped pod set. Lots of different types of Infected performances.
A typical day in the Infected Mushroom’s studio.
A: Coffee & music. But it all starts as a costume party with our children to get inspiration from various wigs & scarfs.
E: We try to work every night on music. We find that working late at night makes our music a little crazier because we are more delusional & warped than if we were to work fresh in the morning.
Over the years you’ve played with sounds that migrate from electro to dubstep without never losing your psy’s footprint. Do you think that being static, with only one genre, be detrimental about the fact to remain always on top?
A: Yes it’s always good to evolve. If we still sounded like how we sounded in 1996, we would not be touring or relevant today.
E: …Maybe we would in a beach shack in Goa.
Now are so many years you work togheter, reading about you seems you had only moments of glory, that we know them very well. What were your moments no instead?
A: There are always ups and down when you are a musician. We try to focus on the happy times. We have had a positive partnership that has managed to last nearly two-decades.
E: What D said.
During the course of your career you have given rise to unique collaborations with artists truly phenomenal as Jonathan Davis (Korn), Perry Farrel (Jane’s Addiction) and Ray Manzarek of “The Doors” (amazing!). Now, I must ask you, how did you manage to close these collabs and what did you try and did you work with these characters unreachable?
A: Many of these collaborations were secured through our management at the time. They were all unique experiences, and we look forward to more collaborative opportunities in the future.
E: It’s always fun to try something new. When we collaborate it makes us do things we wouldn’t have done on our own, which we appreciate.
Satisfy me with one my curiosity, artists like you are running around 120 shows a year, so you’ll spend a third of the year to organize your live/set with the fans; with all of these performances you will have earned thousands of dollars, then as you stimulated to do better and get exactly where do you want to go at the end of your career precisely? What’s your ultimate goal?
A: We want to continue making music that will make people dance, and that will make people think. We have met so many goals, now the goal is to continue pursuing our passion and to focus on our families.
E: There’s always new things to try. Maybe score a movie (or video game). Maybe a new album. We are both young.
“Friends of Mushrooms – Vol.3” is your latest gem released on Dim Mak Records (label founded by the renowned Steve Aoki). The sound is very unique and influenced by various styles; you have become very evolved from “The Gathering” (1999). How do you plan to evolve yet?
A: Who knows, it’s hard to predict evolution, it’s a natural thing. Happy you enjoyed the latest release!
E: Perhaps we will fuze Country Music with Dubstep. Haha JK![/tab]
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