La fuga di cervelli, o meglio la fuga di due cervelli nel Regno Unito. Così mi piace definire i nostri due carissimi Italoboyz, duo veneto trapiantato a Londra ormai da diversi anni. Ho avuto il piacere di intervistarli per parlare del lancio della loro creatura, quella Superfiction che ha appena rilasciato la sua prima release, la cosiddetta puntata pilota.
Immediatamente sono rapito dall’ecletticità dell’EP, in cui ogni traccia esprime un qualcosa di fresco e differente dai canoni di ascolto tradizionali, in questo “Episode #1” ritroviamo quella miriade di contaminazioni che hanno reso celebri le uscite degli Italoboyz in passato. “Giappa” è la prima traccia che ci viene presentata, un disco con una cassa e basso profondissimi, la costellazione di synth crea un’atmosfera quasi ipnotica; atmosfera che trova la sua apoteosi all’ingresso del cantato, un cantato metallico e soave, quasi rilassante. Qua c’è da chiudere gli occhi. Il remix di “Giappa” viene affidato al duo italiano Cosmic Cowboys e al greco John Dimas. I tre, non nuovi a collaborazioni per remix, lavorano su un rework meno impegnativo, molto ritmato e più deep: la cassa e il basso vengono alleggeriti così da rendere il synth principale (utilizzato saggiamente) lo scheletro principale della sequenza.
Terza traccia è “Organanza”. Come da regola, anche qui lo strumento padrone della sequenza è il synth, suonato alla perfezione ed incastrato altrettanto saggiamente nel complesso di questa traccia che vedo perfetta per un warm up allegro e deciso. Il tappeto percussivo elaboratissimo e gli elementi analogici più evidenti si aggiungono alla synth-line, completando l’opera. Il remix di “Organza” è affidato al britannico Blind Minded, punta di diamante della label. Il suo lavoro presenta un basso potentissimo che si “spalma” lungo tutto il percorso della traccia, percorso continuamente inframezzato da percussioni e clap inseriti e tolti in maniera rapidissima. Questa traccia è mirata ad un pubblico più ricercato.
Come primo EP c’è da dire che gli Italoboyz sono partiti, come si suol dire, “in quarta”. La loro indole nel ricercare, sperimentare, stupire si ritrova completamente in questo nuovo, interessantissimo progetto. Avanti con la prossima release.
Domanda semplicissima, ma, secondo me, molto importante. Il logo della label è molto particolare, cosa rappresenta?
Allora, intanto dobbiamo confessare che trovare un logo giusto che ci rappresentasse è stata una manovra prolungatasi ben più di ogni aspettativa… Infatti rappresentare il nostro concetto, che è abbastanza articolato e comunque non necessariamente riconducibile, in un’unica immagine, non era facile. Abbiamo contattato diverse persone, provato a spiegare, partendo dalla nostra musica più che con mille parole, il concetto che volevamo esprimere. Volevamo che nel nostro logo ci fossero diversi riferimenti, alla nostra ricerca, alla nostra perseveranza, alla nostra idea tenace, alla nostra volontà di rimanere comunque quello che siamo, senza conformarci a quelle che sono le dinamiche che si sviluppano nei momenti musicali… e metterci anche un pizzico di conflittualità e di irriverenza, in quanto queste due cose fanno parte del nostro essere senza dubbio. Diciamo che è stato un percorso creativo, che è partito da un idea interiore e ha preso forma man mano, attraverso riflessioni e una sorta di raggiungimento automatico. Non appena abbiamo individuato il logo, il resto è poi venuto da se, molto più semplicemente. Il font è moderno ma ha un che di classico. E’ molto semplice e lineare ma allo stesso tempo unico e riconoscibile. Ci piace con Superfiction l’idea di creare qualcosa che sia eterno, che sopravviva alle mode e al tempo. I due coccodrilli che si mangiano la coda infatti sono un esotismo simbolico e provocante che vuole simboleggiare allo stesso tempo ciclicità, audacia e soprattutto eternità… Lavoro questo creato e sviluppato in collaborazione con Factory 42, che non ringrazieremo mai abbastanza per il sostegno e le idee.
In base a quanto detto in presentazione della vostra nuova label, qual è questo vostro concetto musicale? Cosa andate a ricercare maggiormente?
Il concetto che rappresenteremo con Superfiction sarà semplicemente il nostro concetto musicale. Quindi libero spazio a tutto ciò che ci esalta maggiormente, faremo uscire le nostre cose che riteniamo piu significative, sempre cercando di trovare dei “next level” ma comunque senza restringerci a delle linee guida. L’unica condizione necessaria è che si tratti di qualcosa che noi reputiamo essere di qualità, o essere qualcosa che ci piacerebbe suonare al club. L’idea sarebbe quindi quella di permettersi di spaziare musicalmente, un po come alcune etichette storiche del passato, dove ogni uscita poteva contenere sonorità diverse, accomunate solo da un concetto di base, ossia una visione… Concettualmente, tipo la Warp… o la vecchia Disko B, o Shitkatapult… Kompost… o più recenti tipo Honest Jones, Rush Hours… etichette che negli anni hanno proposto release che hanno spaziato incondizionatamente nei generi, dal chill out alla techno più dritta. Questa è l’idea, poi, chissà, vedremo…
Dj/producer italiani trasferiti in Uk da tempo ormai; quanto credete nelle capacità dei produttori italiani? (affermati e non).
Sinceramente non facciamo molto caso ne alla carta di identità ne all’estrazione geografica… Di produttori bravi ce ne sono tantissimi da ogni parte quindi l’unica e quella di trovare il modo di stabilire dei contatti. Soprattutto per noi adesso come adesso. L’idea che ci ha spinto a creare Superfiction è stata la necessità di avere un nostro canale di uscita incondizionato dove poter pubblicare le nostre cose, ma siamo apertissimi a far entrare altri artisti con cui collaborare e/o produrre la loro musica. Blind Minded è un caposaldo gia di Superfiction in quanto nostro partner e collaboratore gia da un po di tempo. Poi dicevo, trovare artisti che siano interessati al nostro progetto e che noi siamo interessati al loro sound… Questo potrebbe essere un processo un po più lungo, in quanto di sti tempi facciamo davvero molta fatica ad ascoltare i promos che ci arrivano, quindi anche con le demos è dura… Il fatto è che di roba in giro ce n’è sempre tanta, e non è sempre facile trovare quello che ti interessa poi maggiormente… Comunque ci stiamo strutturando un po alla volta, come ho detto all’inizio sono tante le cose da mettere assieme e un po alla volta chiuderemo sempre di piu il cerchio.
Ogni uscita sarà rilasciata anche in vinile?
Si, sicuramente. Finche dura… Poi magari si faranno anche delle release solo digitali, non sappiamo adesso. Abbiamo la visione del cosa, il come verrà modellato col tempo a seconda delle dinamiche e di come le cose si svilupperanno.
Un consiglio per tutti i produttori che sono intenzionati ad inviarvi del materiale.
Chi fa le cose seguendo la propria indole e soprattutto non copia ma propone qualcosa di innato non ha certo bisogno dei nostri consigli… e sono proprio loro quelli i personaggi che ricerchiamo per il nostro progetto.