Qualche mese fa all’Into The Woods, una festa fra i boschi e i monti dei Castelli Romani, ci siamo messi sull’erba a gambe incrociate, cocktail alla mano, a chiacchierare con Marco e Federico, il duo espatriato “Italoboyz”. Una chiacchierata sincera e genuina, senza pensare più di tanto al lavoro o a rubare qualche affermazione per un articolo: la festa era ben organizzata, la musica piacevolissima, situazione e location ottime, sole e cielo limpido… che si potrebbe volere di più?! E‘ difficile però chiacchierare di musica, clubbing e strategie di marketing musicale senza farsi stuzzicare dalla possibilità di scrivere qualcosa. L’idea originaria era quella di scrivere prendendo spunto proprio da quella chiacchierata, però si sa, non realizziamo tutto quello che ci viene in mente. Così, vista la prossima uscita degli Italoboyz sulla loro freschissima Superfiction Recordings (“Episode #2”, uscito il 10 dicembre), abbiamo deciso di riprendere quella chiacchierata e alleggerirla un pò, parlando anche di questa release. Siamo finiti a chiacchierare di Londra, della sua scena musicale, dei giochi olimipici, di graffiti, delle odierne dinamiche del mondo della notte, di vocal martellanti e di bagni con due tazze… Insomma di carne al fuoco ce n’è.
E’ un piacere accogliervi nuovamente entrambi, dopo più di un anno, con il nostro solito “benvenuti su Soundwall” (che ormai non scriviamo più, però… in memoria dei vecchi tempi!).
Marco: abbelli!!
Federico: eccoci qua!
Per rompere il ghiaccio: da poco più di una settimana (riferito a quando abbiamo scritto l’intervista, ndr) siete tornati dall’ADE. Soddisfatti? Che aria si respirava in città? Dateci la vostra opinione sull’evento!
L’ADE è sicuramente uno degli eventi piu interessanti in Europa. Già Amsterdam di suo ha un’atmosfera unica e questo aiuta molto, poi le dimensioni della città sono ideali per ospitare un evento che pur essendo sempre più grande mantiene uno spirito di intimità. Inoltre è un’ ottima occasione per incontrare colleghi ed amici. E’ cresciuto tantissimo negli ultimi anni, ed sono ammirevoli l’educazione e la voglia di divertirsi degli olandesi! E’ anche veramente notevole come la politica abbia dato praticamente carta bianca nell’organizzazione e nella gestione degli orari delle feste, collaborando in maniera assolutamente costruttiva e propositiva con i club. Risultato: un successo pazzesco, tutti contenti, solo i tassisti si lamentavano perche’ avevano troppo lavoro (il che la dice lunga…).
Nota personale: per me (Marco) Amsterdam è una goduria totale, gli olandesi e LE olandesi sono tutti belli e alti, quindi dall’alto dei miei 2.01 cm guardo la maggior parte delle persone (quasi) dritte negli occhi, è davvero un privilegio che non mi capita spesso!!
Iniziamo a parlare dell’ultimo lavoro sulla vostra nuova etichetta, la Superfiction Recordings: “Episode #2”, che è uscito il 10 Dicembre. Come si inserisce questa seconda uscita in termini sia di continuità che di discontinuità rispetto all’Episode #1? Ad esempio i due EP generano sonorità profondamente differenti l’uno dall’altro, ma rimane, in entrambi i dischi, una forte contrapposizione fra una traccia più scura e profonda (“Giappa”/”Digger Bick”) e una magari meno dark, ma più introspettiva…
Certo, Episode #2 è un disco profondamente energico, cambiano molto le atmosfere rispetto al primo, ma ci sono elementi che contraddistinguono il nostro sound. In aggiunta ci sarà anche il remix di Luna City Express che dà un’interpretazione diversa a Digger Bick, molto diversa. Stiamo notando dai feedback che il remix sta ricevendo un’ottima accoglienza ed è una cosa super, in quanto utilizza delle sonorità e ha un mood molto diverso dal nostro. E ciò è un bene! Inoltre crediamo che questa sia un pò anche la nostra caratteristica: la musica che facciamo è facilmente riconducibile alle nostre personalità, ma allo stesso tempo non segue una linea o un filone precisi. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo fortemente voluto avere il nostro imprint, essere padroni di fare uscire quello che vogliamo. Continuiamo a lavorare anche con altre etichette, tra cui, principalmente, la Moon Harbour. Inoltre a breve usciremo sulla Saved Records di Nic Fanciulli con un EP che include un remix bomba di Federico Molinari. (Uscirà a febbraio)
Per “Digger Bick”, una delle tracce del nuovo EP, avete girato anche un video non poco underground. Un video, inoltre, che ci avete dato la possibilità di pubblicare in anteprima su Soundwall. Tre domande: come vi è venuta l’idea del graffito? Qual è il nome d’arte del writer o della crew? E infine: dovevate stare attenti che non passasse la polizia o avevate avvertito?
Allora, Digger Bick è sicuramente una traccia da ballare, è abbastanza un crossover nel senso che mescola la techno allo street hip/hop e al rap, musica a cui io (Marco) sono da sempre molto appassionato. Mah, che dire? All’inizio della disco/clubbing la clientela era composta da disco-dancers, per esempio a NYC alla fine degli anni ‘70 la gente andava a ballare in tuta con il borotalco per terra, e per ballare intendiamo ballare. Questa cultura è sempre stata associata alla strada e ai graffiti. Non ci sono stati problemi con la polizia in quanto abbiamo girato il tutto al free wall di Waterloo, zona dove e’ concesso “graffitare” liberamente (questo sembra sia dovuto al fatto che Bansky abbia concluso uno dei suoi primi lavori proprio lì). L’unico problema è che il tuo graffito, per quanto possa essere un capolavoro d’altri tempi, dura 3 giorni se è tanto, perchè di continuo arriva qualcuno a disegnarci sopra. L’idea del graffito è venuta fuori da una meravigliosa concatenazione di eventi: dopo aver fatto la traccia l’idea di fare un video che richiamasse le atmosfere rap è stata automatica. Fatalità, pochi giorni prima abbiamo conosciuto un ragazzo, italiano tra l’altro, che si trovava qui a Londra e che è un vero fanatico del gaffiti, anzi, come lui lo definisce, del BOMBING! Il suo nome d’arte è Kende, ed è uno degli ultimi veri writers rimasti, al suo dire, uno che sacrificherebbe tutto per i graffiti. Tra l’altro e’ dovuto scappare da Londra in quanto la polizia lo cercava, per imbrattamenti. Insomma, gli abbiamo fatto sentire la traccia e parlato della nostra idea e siamo rimasti che ci avrebbe fatto lui il graffito durante il video. Poi però la sfiga ha voluto che il giorno stabilito avesse un problema, ma fortunatamente ci ha messo in contatto un suo “collega”, tale Lungz, personaggio pazzesco, che è venuto e ci ha tirato fuori il pezzo che adesso vedete. I ballerini invece li abbiamo trovati qua e là su vari blog ed ognuno di essi è specializzato in uno stile: quello col giubbino viola è un free styler; il “geezer” più alto col cappellino è un break-dancer; invece il terzo, quello super pallido è un cultore del “balconing”. Poi ci siamo io, Fede e Blind Minded che facciamo i rapper incazzati rimando in playback. E’ stato veramente divertente, un’esperienza che volevamo provare. In passato avevamo già fatto dei video per altre nostre tracce (ad esempio per “Mamacita”, un pezzo sulla Moon Harbour, e per “Giappa”, la prima release di Superfiction back in July) ma mai eravamo comparsi nei nostri video. ‘Sto giro, ci stava.
Beh, anche del video di Mamacita qualche curiosità non sarebbe male togliersela. Ma torniamo a Episode #2: il titolo “Digger Bick” (invertite le iniziali!) siamo curiosi di sapere, se possibile, come è uscito fuori! Preferiamo non fare ipotesi avventate.
Mi pare di capire che non siate lontanissimi dalla soluzione dell’anagramma! Mah guarda, i titoli delle tracce sono sempre molto random, spessissimo sono qualcosa che solo chi li ha ideati capisce il collegamento… In questo caso, tutto deriva da uno dei nostri dischi preferiti di sempre, un re-edit su We-are il cui vocal durante la traccia cita una fantomatica “woman come into the room” e poi verso la fine dice sempre “I’ve got a big dick, I’ve got a big dick”. Il bassone di Digger Bick in qualche modo ci riporta a al bassone di quella traccia, quindi, da lì il nome… ovvio, no?
Il video del brano è inoltre anche un po’ l’emblema del vostro sempre maggior attaccamento a Londra. Quali sono le novità della City attualmente? Le nuove feste, i nuovi meeting point… Come sta messa la città secondo vostro punto di vista?
La citta è in continua evoluzione. L’attenzione è concentrata ormai da anni su east London, dove vecchi magazzini e fabbriche in disuso (le famose warehouse) sono diventate luoghi per mostre e serate. Ogni week-end è ricco di avvenimenti, quindi non è più necessario andare in big clubs per trovare prodotti di livello (anzi…). Da un pò di anni è rifiorita alla stragrande anche la scena underground qui a Londra, ed è davvero notevole. Fra Shoreditch, Hackney e Dalston/Stokey ogni sera ci sono veramente tanti, tanti eventi. Ma anche la zona di London Bridge… diciamo ovunque ci sia il postcode che inizi con la E o EC… Londra poi è veramente pazzesca, pulsa a mille all’ora ed continuamente in evoluzione, in crescita. Costruiscono ad ogni angolo. Dalla terrazza di casa ad esempio si vedono decine di cranes (gru) che tirano su edifici a go-go. Inoltre ci sono state le Olimpiadi la scorsa estate, un avvenimento che da un lato ha anche generato parecchie discussioni. Ad esempio si è discusso molto sulla grande spesa pubblica affrontata e molte sono state le polemiche riguardanti la zona dove appunto è sorto il villaggio olimpico – in tal proposito consiglio vivamente a chiunque volesse approfondire la cosa di guardare il documentario di Vice intitolato “The Dark Sife Of London Olympics”, disponibile su Youtube. Nonostante tutto è stato un evento decisamente bello, organizzato con una precisione e meticolosità ineguagliabile, tutto ha funzionato alla perfezione e l’atmosfera da queste parti (noi abitiamo molto vicino a Stratford, dove c’era l’Olympic Village) era di totale festa, ogni giorno e ogni notte. Poi ci sarebbe anche un altro documentario che chiunque ami questa città dovrebbe assolutamente vedere: si chiama “London, The Modern Babylon” prodotto dalla BBC. Il footage e le musiche, fra l’altro, sono di una bellezza stordente…
Torniamo all’EP: “Caprizant”, nata dalla collaborazione con Blind Minded, è una traccia decisamente in perfetto stile Italoboyz. Il basso incisivo e “in chiaro” in qualche modo un po‘ alla “Edo Breiss”, gli Hi-Hat, e in fine i vostri vocal unici. Come nasce questa traccia? “Dudubì, dudubì, dudubì”, “beshuiberabà”, questa la mia trascrizione libera di alcune parole ripetute nella traccia… Ma da dove vengono, hanno senso?
Beh, le provenienze dei nostri vocal sono uno dei nostri piccoli grandi segreti… da sempre abbiamo un vero “pallino” per i vocals particolari. E per essere onesti, nella maggior parte dei casi, non hanno alcun senso. Parlando di Caprizant, sinceramente all’inizio pensavamo fosse un vocal francese, quindi mandammo la voce via Skype ad una amica parigina giusto per capire cosa stesse dicendo, ma ci venne detto che assolutamente non si trattava di lingua francese. Forse e’ un qualcosa che arriva dal futuro, qualche lingua o dialetto non ben identificato. Chissà davvero che diavolo dice?! Da un lato può essere piu interessante in quanto ognuno può attribuirli in significato che vuole…
Ultima domanda sulla questione “vocal/tools”: negli anni avete usato vari frasi, parole, suoni che sono diventati dei veri tormentoni. “La cosa” e “Mishka says I love you” ne sono un perfetto esempio. Quale è fra tutti quello da cui siete rimasti più folgorati o a cui siete più affezionati?
Beh, crediamo che Caprizant sia la traccia piu ossessivamente devastante dai tempi di Portucais. Comunque pensiamo, e senza possibilità di ribattere, che “Atrocatucatapuashiedupielash” (il vocal di Portucais) è inarrivabile! Almeno per la nostra classifica personale… Ma anche la voce di Salvator Dalì su L’anagramme ci piace assai. Mishka e La Cosa invece hanno proprio rotto il c… Comunque occhio perche’ ce ne sono in arrivo altri.
L’ultima volta che ci siamo incontrati, all’open air “Into The Wood” (ripeto, veramente vanno i nostri complimenti agli organizzatori di una festa solare e organizzata in maniera ottima), abbiamo parlato un po‘ dell’attuale situazione del panorama elettronico, sia del mainstream che dell’underground. Vi va di riprendere qui, su “carta”, il discorso? Qual è la vostra opinione, gli aspetti positivi e negativi della scena attuale?
Intanto ci ri-uniamo anche noi ai complimenti sulla festa “Into The Wild”, e poi sì, ricordiamo benissimo la nostra chiacchierata, non che avessimo poi detto nulla di fantascientifico, ma semplicemente abbiamo assieme constatato come il tutto ormai sia standardizzato e ci sia la corsa a fare un prodotto che sia il più possibile incanalato dentro gli schemi e che soprattutto sia bello, impacchettato e infiocchettato. Conta molto, molto di più tutto il contorno che non la sostanza reale della cosa, e ciò è davvero un peccato. Ma questa è una cosa che riguarda in generale un po’ tutta la società in cui viviamo, pare che la nostra generazione sia alla ricerca di una standardizzazione dei prodotti, e ciò si applica anche, ahimè, alla scena musicale. La musica techno è diventata di moda grazie ad alcuni esponenti che si sono fatti da portavoce e grazie ad un lavoro imprenditoriale e una grandissima visione del domani. Lo stesso prodotto che fino a 10 anni fa era molto piu, possiamo dirlo, underground, ora è diventato un qualcosa di molto piu commerciabile, e su questo “carrozzone” poi ci sono saltati sopra in tanti. Chi con idee innovative e in generale un concetto piu genuino, e chi invece piu con l’idea di cavalcarne l’onda e crearsi il proprio spazio sfruttando un po’ la situazione. Comunque di musica davvero underground ce n’e’ finché si vuole, la questione è tutta celata dietro la ricerca musicale che ognuno fa a seconda dei propri gusti. Settimanalmente escono tantissime produzioni in vinyl only, 300 copie limited edition e a volte (spesso) sono dischi super, il cui concetto e in generale la cui bellezza è 10 volte quella di un disco che vende 10 volte tanto. Il mercato stesso è cambiato tantissimo, vendere musica è in generale difficile, c’è talmente tanta roba in uscita ogni secondo che la promozione è diventata un mezzo indispensabile anche solo per far sì che la gente sappia che quello che hai fatto è fuori. Anche i feedbacks delle tracce… non solo ormai leggi i vari “downloaded for xxx” ma addirittura abbiamo ricevuto un feedback, ad esempio, da un famoso dj che non solo fa scrivere in automatico “downloaded for”, ma poi prosegue con “non perdetevi la mia prossima uscita sulla xxx records”. Ma dai su…
Un baratto al mercato della carne. Penso che già il semplice “downloded for” sia allucinante, una volta superato quello il resto potrebbe sembrar, ahimè, normale, nelle regole del gioco insomma. Negli ultimi 2 anni circa (in particolar modo negli ultimi 2 anni) abbiamo assistito ad una diffusione smisurata di performance in cui l’aspetto scenografico rappresenta una carta da 90. Non che questa sia un’assoluta novità in ambito musicale, negli ultimi 30 anni abbiamo veramente decine e decine di esempi di gruppi che hanno accompagnato e accompagnano i loro live con palchi mozzafiato, luci pazzesche, visual-labirinto, giganteschi mostri gonfiabili, fuochi d’artificio e quant’altro. Per come si sta evolvendo la cosa nel campo della musica elettronica, non pensate però ci sia il rischio di allontanarsi eccessivamente dall’aspetto puramente musicale? Insomma, un conto è aumentare il carico emotivo di uno show, un conto è fare puro e spudorato marketing.
Bella domanda, credo tu abbia perfettamente centrato il problema. A parte che si ricollega molto a ciò di cui abbiamo appena parlato. In alcuni casi si tratta di puro marketing, a volte le big productions e le grosse coreografie possono andare a colmare vuoti lasciati dal prodotto musicale. Anche nella scena elettronica si sta vedendo questo. Personalmente non siamo mai stati affascinati da ciò, siamo ancora dell’idea che la cosa piu importante, al pari della selezione musicale, sia il soundsystem, ma questo è solo il nostro punto di vista. Di base al big stage preferiamo di gran lunga piccoli club, possibilmente scuri e con la consolle posizionata il piu possibile in mezzo alla gente. Sembra retorica, ma il contatto con il pubblico fa molta differenza, essere lì in mezzo ti fa entrare molto piu facilmente in armonia con l’ambiente e una volta che sei “padrone” della situazione dai il meglio assoluto, i dischi suonano meglio e ti permetti di suonare anche le cose che non sempre ti puoi permettere di suonare, quelle che poi fanno la differenza. Ultima cosa: nei parties piu cool e selezionati (come ad esempio quelli per il ritorno dopo 10 anni del leggendario DJ Harvey a Londra) la security obbligava chiunque avesse una macchina fotografica a lasciarla al guardaroba, mossa che reputiamo sublime per creare una vera atmosfera. Per non parlare della totale assenza di un microfono in consolle…
Tornando alla vostra ultima grande fatica, la Superfiction Recordings, come è iniziata la collaborazione con Blinded Minded?
E’ stata la conseguenza naturale del fatto che siamo da molto tempo a stretto contatto, abbiamo parecchie idee in comune e abbiamo così instaurato un rapporto che adesso è diventato quotidiano. Stiamo lavorando assieme ad un sacco di progetti, sia per Superfiction che per altre cose. Tra tutte la cosa piu nuova è un remix che abbiamo fatto assieme (Pacha – One kiss), commissionatoci niente popo di meno che dai mitici Fathers of Sound, tra i nostri eroi dell’infanzia italiana… Uscirà credo verso gennaio sull’etichetta di Paolo Martini, la Paul’s Boutique. Per il resto possiamo dire che Giorgio è un mezzo pazzo, ma super serio e molto in gamba. In studio poi siamo molto complementari nel modo in cui facciamo le cose. Ci divertiamo parecchio durante le nostre sessions, diurne o notturne che siano.
State già puntando qualche altro artista per arricchire il roster o per ora preferite essere molto cauti nelle scelte e rimanere una specie di “elite superfiction”?
Ma no, né l’una né l’altra. Ti diro’ non la definiremmo un’ élite, bensì un gruppo molto selezionato di artisti/amici che reputiamo piu adatti al nostro progetto, la cui musica ci ispira. Poi se qualcuno dovesse apparire dal nulla e con qualcosa che comunque ci piace, molto, allora sara’ il benvenuto!
Per chiudere, vorremmo veramente sapere dove eravate (sì, lo sappiamo che era un bagno!) quando avete girato quel breve video per Soundwall che è diventato ormai un cult. Come è uscita fuori l’idea “facciamo un saluto a Soundwall”? Un bagno con due tazze una accanto all’altra poi… bah…
M: hahahaha si ricordo perfettamente! Allora, non ricordo chi di voi di Soundwall mi disse che stavate facendo una raccolta di “saluti” da parte di vari artisti e ci chiese se eravamo disposti a farlo anche noi. Ovviamente accettammo con piacere e fatalità quel weekend andammo a suonare al Bootshouse di Colonia. A fine serata andammo su col promoter negli uffici e chiesi proprio a lui se cortesemente ci poteva riprendere per fare questo piccolo video di saluti. Chiesi prima se potevo andare un secondo in bagno. Così mi accompagnò in questa toilette… enorme… con i doppi servizi… li vidi… il resto è storia.
F: come si puo intuire dalle immagini… non mi ricordo!
Grazie ragazzi! Come sempre è un piacere fare il punto della situazione con voi. Alla prossima!
M: ciao “rigà”, grazie come sempre, siete i numeri uno!
F: ciao amici, stay cool!
English Version:
Some months ago, at the “Into The Woods” party, amid the forests and hills of Castelli Romani, we sat on the grass with legs crossed, cocktail in the hand, talking with Marco and Federico, the expatriated duo “Italoboyz”. A sincere and genuine chat, without thinking too much at work or at stealing some statement for an article: the party was well organized, pleasant music, good location, sunshine and blue sky … what do you want more?! But it’s difficult talking about music, clubbing and marketing strategies without being tickled by the possibility of writing something. So, with the excuse of their upcoming release, we decided to resume our chat and lighten it a bit talking about different things. We ended up chatting about London, its music scene, Olympic Games, graffiti, dynamics of the world of the night, pounding vocals and bathrooms with two toilettes…
Its a pleasure to recieve you both once again, after a year, with our classic “Welcome on Soundwall” which we don’t write anymore, but in reminiscence of the good old times.
Marco: abbelli!
Federico: Here We are!
To Break The Ice: Around a week ago you came back from ADE. Satisfied? How was the atmosphere in the city?Give us your impressions on the event!
ADE is with out a doubt one of the most interesting events in Europe. Amsterdam by itself is a great city and has a unique atmosphere, and this helps a lot, adding that the size of the city is ideal to host an event which keeps growing but at the same time feels conserves a intimate spirit, and it’s a great occasion to reencounter with colleagues and friends. Has grow so much in the last years, and its admirable the education and the will to have a good time of the dutch. And its also remarkable the posture of the politics towards the organization and the scheduling the times of the party, collaborating in an absolutely constructive and pro positive manner with the clubs. The Result, an insane success, everybody happy! The only ones who complained: Taxi drivers, which had to much work.. (that says a lot..). On a personal note… To me (Marco) Amsterdam represents also pure pleasure, as both man AND women are sooo tall, so from my 201 cm height I can pretty much look at most people straight in their eyes! Quite a unique feeling!
Lets begin to talk about your last work under your own label, Superfiction Recordings: Episode #2, released on December 10th. How it’s introduced this second release in terms of continuity or discontinuity with Episode #1? For example both EP generate a profound different sound in comparison with one and other, one track with a dark and deep atmosphere (“Giappa”) and another one maybe less dark and more introspective (Digger Bick”).
Definitely Episode #2 its a very energetic record, we changed a lot the atmosphere compared to our first release, but there are with out a doubt elements that distinguish our own sound. Also in this release we included a version of Luna City Express which gives a total different interpretation of the track. We have received lots of positive feedbacks regarding the remix, and this is amazing because even though its using our sounds it has a very different mood compared to our track and this good. Also we believe that this is something characteristic in our music, it can be recognized immediately but its not contained into a specific genre, and this was strong factor that made us want to create our own label; having the total freedom of releasing everything that we like to. We always work with other labels, mainly Moon Harbour. Also we are about to release under the label of Nic Fanciulli Saved Records with an Ep which include a Bomb Remix of Federico Molinari (which will be released in february).
For “Digger Bick”, one of the tracks on the new EP, you also made a video which is very underground. A video that you allowed us to preview in soundwall. # questions regarding he video: How you came across the idea of the graffiti? Whats the name of the artist or the crew? And lastly did u had to be checking for cops or you had permission to make it?
Digger Bick is a dancy track, and in a way its a “crossover” in the sense that it mixes techno and urban hip/hop rap, a genre in which I (marco) I have been always being passionate about. What can we say? At the beginning of the disco/clubbing the clientele was made of disco-dancers, for example in NY at the end of the 70’s people went with sporty outfits and talco… and they danced for real, this culture has always been associated with the streets and grafitti. We didn’t had problems with the cops, since we filmed in the free wall of waterloo, a free zone for graffiti. It seems like everything started when Banksy made his first works there. The only problem is that even though that your work is a timeless master work, it would last for 3 days, in the best case, since there is always some one coming and drawing something new.. The idea of the graffiti came as a mix of several amazing coincidences: after making the track the idea of making a video that recalled the rap scene was inevitable… Another of those coincidences was that we met a guy, Italian, who was here in London who’s a true fanatic of graffiti, and in his own words “BOMBING”… Kende as he calls himself, its one of the last writers, who’d sacrifice anything for the sake of the graffiti…He had to move out of London since the Police was already behind him… He listened to the track and we told him about our idea, and he arranged things so he wolud make the graffiti for the video. Unfortunately the day of the shoot he was unable to come due to a problem, but he arranged one of his artists friends “Lungz”, an unbelievable character, to come and make the graffiti that you see… For Dancers we find them in several blogs, and each one of them are were on a specific style, the guy with the purple jacket its a free styler, the guy with the hat its a break dancer, the third one the super pale guy its into “balconing”. Besides its Me, Fede and Blind minded making the classic pissed off rapper singing in playback… We had a lot of fun and was something we really wanted to try.
We had already made videos for previous tracks, for example a track we released under Moon Harbour “Mamacita” and Giappa our first release under Superfiction Recordings, but we never appeared on them, this change was expected.
Moving On, The Title “Digger Bick” (invert the initials) we are curious to know, if possible how it came out? We prefer not to rush into hypothesis.
Believe me that you are not that far away from the solution of the anagram. But look, the titles of the track are always really random, and often its just the person who made the track who knows the meaning of the name of the track, in this case everything derives from one of our all time favorite album, a Re-Edit of We-Are, which the main vocal on the track says ” a woman comes into the room” and after towards the end of it always says “I’ve got a big dick”. The bass line of Digger Bick in some way reminds me of that track, hence way the name… It’s obvious, isn’t?
The video its an emblem of your roots in London. What’s new in the city? New parties, new hot spots, How is the city from your point of view?
The city is always evolving, since over a decade at least all the attention is in the east of the city, where old unused fabrics, and the famous warehouses became gathering points. Every weekend its full with events, so its not necessary to go to big clubs to find good quality parties. On the last years there has been a big up rise of the underground scene quite remarkable. On Shoreditch, Hackney,Dalston/Stockey every night there so many gigs. Also around London Bridge, let’s say everywhere where the post code starts with E or EC… London its absolutely crazy, its pulses at a thousand miles per hour and its always evolving, growing. They build in every corner, from my terrace, for example, you can see dozens of cranes on construction sites… Then, this summer, the Olympics where held here, which created a lot of controversy, for example the fact that they spent so much public money and also on where they located the olympic village (I strongly suggest if you want to get more into the matter to watch the documentary on Vice titled “The Dark Side Of London Olympics”, which is on Youtube) but at the end was an event that was beautiful, organized with an incredible precision and eye for detail, everything went perfect, and the overall atmosphere around here (we live really close to Stratford where the Olympic Village was placed) was total celebration, day and night. There is also an other documentary, a must to watch for every person that loves this city, of the BBC called “London The Modern Babylon”, The photography and the music are absolutely delightful.
Returning to the Ep.. “Caprizant”, made in collaboration with Blind Minded, a track which describes perfectly the “Italoboyz” style. A upfront Bass in some how on the likes of “Edo Breiss”, the Hi Hats and your vocals at unison. How was this track created?”Dudubi,dudubi,dudubi””beshuiberaba” on my own words some of the vocals on the track, where do they come from, do they mean anything?
Beh the origins of our vocals are one of our small great secrets… We always have a particular predilection for original vocals. And to be honest, in the majority of the cases they don’t have a particular meaning. In the case of Caprizant sincerely at the beginning we thought was a French vocal, so we send it to a girl friend in Paris, and she told us that that was absolutely not in the French language. Could be that it comes from futurism of a language or dialect, maybe, on he other side its interesting because each person can assign a different meaning to it.
Last question regarding “Vocals/Tools”: Over the years you have used phrases, words,sounds that became real storms “La Cosa” and “Mishka says I Love you” are excellent examples of this. Which ones have you became really affectionate with?
Well, We think that Caprizant its the most obsessive track since the time of Portucais. Definitely we think that Atrocatucatapuashiedupielash ( the vocals of Portucais) its impossible to match it, according to our own personal scale… But also the voice of Salvador Dali, on L’anagramme is one of my favorites. Mishka and La Cosa, we are a bit tired of them… but hey! Watch out, because we have some new ones coming.
The last time we met, on the open air “Into the Wood” (I re issue my congratulations for the organizers of this event which was a great success) we talked about the actual panorama of the electronic music scene, mainstream and the underground. Can we retake the subject again? Which is your opinion, the positives and the negatives of the actual scene?
We also congratulate the organizers of that party, and of course i remember perfectly that conversation, not that we got into the depths of it but simply we agreed how in a certain way everything got more standardized and how it became really important having product which is nicely delivered and packaged. Its more about the surface than the actual content and that is a bit sad. But this is is the overall situation in the society we are living in, because our generation its on the search of standardized products, which obviously includes the music scene. Techno music has become fashionable thanks to some of its exponents that have become its ambassadors in part of their vision and their entrepreneurial skills. The same product that possible 10 years ago was much much more underground, now have become much more commercialisable and this became a big opportunity for a lot of producers who jumped in. Some of them with creativity and originality, and some others with just the intent of taking advantage of it… In our opinion, there’s plenty of underground music out there, it’s just all about researching for it… Every week there are so many productions being released just on vinyl, 300 copies limited edition and often they are amazing, often way much nicer than other so called underground but that sell 10 times more… The Market it self has changed so much, selling music has become more difficult, there is so much music being released that the promotion has become crucial to make the track stand out over millions of production released every second. Also the feedback from the tracks, beside the classic “downloaded for xxxx” I’ve seen a feedback from a very popular j, whose feedback was “downloaded for xxxx, don’t miss my next release on xxxx out on xxx”… Come on….
In the last 2 years we have assisted to lots of performances where the visual aspect plays a important role, this is not new in the music industry, on the last 30 years we have seen dozens and dozens of bands which rely on this. How is this evolving in the electronic music scene, don’t you think can be a little bit risky of moving away on focusing on the musical content of it. In other words one thing is to recharge the emotive content of the show, and another one the marketing of it…
Interesting Question, i think you got the point. We already covered some of this topics on the previous question. Anyway, in a lot of this cases its just about marketing. some times this big productions with choreographies are covering up a bit of lack of contents… Also in the electronic scene this is starting to happen. Personally we don’t fall into this approach, we believe that what really counts, beside the music selection, is the sound system, but this is just our point of view. Rather than the big stage we prefer small, dark clubs, with the dj booth as much as possible in the middle of the crowd. It may seem quite rhetorical but the contact with the people its so important…. to get in touch with the mood and feeling, and once you get that you are giving the best, the tracks sound better, and it gives you the opportunity to try things that not always you are able to drop but which at the end make the difference. One of the last things on the cool parties (for example at the return of Dj Harvey to London, the security requested as must to leave the cameras at the wardrobe, thing that became sublime because it created a real atmosphere) and obviously the total absence of any microphones in the dj booth…
Coming Back to your new Effort, Superfiction Recordings, how did the coolaboration with Blind MInded started?
It was the inevitable consequence of the fact that we have been in close contact for a long time, and the fact that we have so similar ideas in common and we established a natural collaboration. We have been working together in a lot of projects, specially for Superfiction. The most recent its a Remix that we did beside Pacha-One Kiss, requested none the less from the legendary Fathers Of Sound, one of our heroes producing duo from our Italian childhood… Which would be released around on Paolo Martini’s label Paul’s Boutique.Added to this we can say that Giorgio its a little bit crazy and at the same time also super serious, and at the studio we have excellent dynamic to make things work. We have fun when we have the sessions, either at day or night, which is really important.
Are you already looking for other artists to add to your roster, or you more inclined into make it really selective in a sense of being kind of an elite?
We can’t say elite but its a selection of artists/friends with ideas that are suitable for the project and whose music inspires us. If someone arrives out of no where with something we really, really like, would be more than welcome!
To conclude, we really would like to know where were you( yes, we know was a bathroom) when you filmed that short video for soundwall that became a legend. How did the idea came “let’s make a spot for soundwall”? A bathroom with 2 toilets…
M: hahahaha!!! Yes I remember perfectly that video! Well, I Can’t remember exactly who from Soundwall told us that you were collecting videos from artist who were giving greetings to Soundwall, and asked us if we were up to record one for you guys. We obviously accepted with great pleasure! That weekend we were playing at Bootshouse in Cologne. At the end of the party we were with the promoter of the event in his office, and we asked him if it was ok for him if we shoot a little video there. I asked if I could quickly use the bathroom before shooting it, and there it was , this huge bathroom, with double service… we saw it…..and the rest is history.
F: As you can see in the video… I don’t remember!
Thank you very much guys! As usual it’s a pleasure to catch up with you. Until next time.
M: Ciao, Thank you as always you are number one!
F: Ciao friends , stay cool!