Con brani quali “Turn Up The Bass”, “Hardcore Hip House”, and “Groove You Out Tonight”, ai tempi tutti successi da classifiche di vendite, Tyree Cooper è stato uno dei creatori di quell’ibrido musicale tra hip hop e house che nella seconda metà degli anni ottanta ha costituito un piacevole diversivo alla netta separazione tra i due generi. Per quanto di breve durata sia stata la permanenza sulla cresta dell’onda del genere hip-house la carriera di Tyree Cooper si è estesa fino ad oggi, il suo nuovo progetto Jack The Box – fondato assieme al dj e produttore britannico Bobby Starr – è la prova di quanto il suo stile sia più che mai attuale. A proposito del loro album di debutto “Side A” Klas “Sasse” Lindblad, fondatore della loro label Moodmusic, ha detto “i loro differenti backgrounds rappresentano i loro punti di forza, il risultato è un album veramente ispirato dalla house di Chicago ma con elementi contemporanei”. Nell’intervista che hanno concesso a Soundwall, Tyree e Bobby raccontano del loro amore per la musica e per Berlino, la città che li ha adottati.
La prima domanda è un po’ scherzosa: “Intro Side A”, la prima traccia del vostro album è la registrazione di una vostra intervista. Sembra che abbiate voglia di rendere ancora più difficile la vita dei giornalisti musicali, cos’è che vi possiamo ancora chiedere dopo che avete già raccontato tutto in quella registrazione?
Tyree Cooper: Quello che non ci hanno ancora chiesto è “quanto siete alti?”
Bobby Starrr: Siamo gente ragionevole. Quell’intervista è stata realizzata con DJ Üpi che appartiene alla famiglia Jack The Box. Conduciamo un programma radio in live streaming in cui lui trasmette da un bar o da una sauna o da qualche altra pazza location che si trova ad Helsinki ed io invece trasmetto dallo Yuma Bar, la nostra base a Berlino. Abbiamo pensato di rompere il ghiaccio all’inizio del disco in quel modo.
Una domanda più seria adesso: Ci raccontate qualcosa a proposito della realizzazione dell’album “Side A”?
Tyree Cooper: È stato un modo per esprimerci musicalmente e mentalmente dopo tutti questi anni passati assieme. Abbiamo iniziato a collaborare con un’idea in mente: produrre un album che sia differente ma che sia adattabile anche al tipo di musica che va per la maggiore ora ma senza compromettere la nostra integrità artistica.
Bobby Starrr: Diciamo che l’album è un estensione dei nostri parties a Berlino. All’inizio avevamo solo la vaga idea di riportare della solida house in una città dove prevalentemente si ascolta techno. Quest’idea è diventata una specie di missione attraverso tutti gli anni della nostra collaborazione. L’idea si è poi ridefinita dal momento che abbiamo anche dovuto ascoltare quello che succedeva intorno a noi a Berlino ed effettuare degli aggiustamenti senza però lasciare indietro la nostra identità. Così adesso abbiamo Lunar Phase, la nostra serie di parties più sperimentale ed emancipate, una residenza mensile al Tresor dove portiamo a suonare artisti che consideriamo i più importanti del genere. Abbiamo cercato di tradurre le differenti emozioni suscitate nei nostri parties nell’atmosfera in studio. Era importante per noi coinvolgere la nostra famiglia musicale nel disco e per questo abbiamo invitato i nostri amici più stretti ad aggiungere il loro talento. Da un punto di vista non- musicale è stato anche un affare di famiglia. Ad esempio la copertina dell’album è stata realizzata da Alberto Gobber che si è occupato dell’artwork dei nostri parties per anni. Lui tra l’altro è italiano. Abbiamo anche pensato a lungo a quale label proporre il nostro lavoro ed abbiamo deciso che dovesse aver base a Berlino così da aver chiaro quale fosse la nostra missione. Moodmusic, che è gestita da Sasse, ha subito capito che cosa avessimo in mente ed è stata un saggio partner che ci ha sostenuto in questo progetto.
Ascoltando i vostri pezzi sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla ruvidità ed immediatezza della vostra produzione. Si ha l’impressione che abbiate deciso di tenere le cose semplici e funky, un atteggiamento rinfrescante in tempi di musica da ballare elaborata e super-prodotta. Cosa ne pensate?
Tyree Cooper: Mi ripeto dicendo che non abbiamo voluto compromettere le nostre intenzioni musicali, questa è house music pura e semplice, non fisica quantistica.
Bobby Starrr: Noi facciamo solo quello che suona giusto alle nostre orecchie.
Mi piacerebbe chiedere a Tyree qualcosa a proposito del suo passato musicale. Sei visto come un pioniere ed una leggenda e probabilmente hai già raccontato la storia della nascita della hip-house migliaia di volte ma in ogni caso mi piacerebbe sapere da te come hai sviluppato il tuo stile?
Tyree Cooper: Dunque, il mio stile è un “non-stile” perché mi permette di essere fluido in tutte le cose nelle quali mi cimento. Per questo è stato così figo realizzare questo album di Jack The Box. È stato fluido come lasciare scorrere acqua dal rubinetto.
Negli anni ’80 house ed hip hop erano considerati generi musicali opposti. Quasi fossero dei nemici. Come è stata la reazione dei fans di entrambi quando le tue produzioni sono cominciate ad uscire. C’è stata qualche reazione negativa, ostilità?
Tyree Cooper: Ostilità ce n’è stata solo in misura minimale da altre parti ma niente paragonabile a quello che é successo nella metà degli anni ’90 tra West Coast e East Coast. Per questo è così cool lavorare al progetto Jack The Box. Ha una certa attitudine senza però arrivare ad atti di violenza tra le parti.
Parlando ancora di hip-house. Nell’album collaborate con Baby Bam dei Jungle Brothers, un altro degli acts maggiori esponenti del genere. È la prima volta che collaborate assieme? Come è stato lavorare assieme?
Tyree Cooper: Bam ed io ci siamo incontrati nel 1999 a Miami al WMC ma non siamo rimasti in contatto. Questo fino al Capodanno del 2013, stavo suonando al Bern Club a Stoccolma in Svezia dove ho notato questo tipo che ballava come un matto e mi sono chiesto “io questo tipo lo conosco già, ma potrebbe essere uno qualsiasi incontrato negli States”. Una volta che la serata è finita io e la mia ragazza Isis ce ne stavamo ancora un po’ in giro e lui ci ha avvicinato e io gli ho chiesto “di dove sei?”. Lui ha risposto “sono di New York” e questo si capiva già dall’accento. Così ho continuato a fargli domande, gli ho chiesto se anche lui faceva musica perché si vedeva che il mio set gli era proprio piaciuto ed ha quel punto mi sono ricordato chi fosse. Gli ho chiesto “ma tu sei Bam dei Jungle Brothers” e lui mi fa “yep” e da allora le cose tra noi hanno cominciato a girare. Dopo aver parlato per un po’ di giorni gli ho chiesto se fosse interessato a produrre un pezzo per il nostro album come Jack The Box ed ha risposto “sicuro!” e così eccoci qua.
Nell’abum collaborate inoltre con Lady Blacktronica e Mandel Turner. Ci raccontate qualcosa a proposito?
Bobby Starrr: Siamo rimasti in contatto con Lady B da quando è stata ospite nella prima edizione del mio programma radio su sweatlodge.com nel Maggio 2010. Lady B mi ha passato delle tracce vocali sulle quali lavorare ed io ho arrangiato un po’ di musica intorno. Al tempo ascoltavo un sacco di Northern Soul e volevo che la sua voce rimanesse vulnerabile ma allo stesso tempo risultasse appassionata e potente. Ho pensato che lasciare la voce nuda e cruda avrebbe aumentato l’emotività che cercavo per quella traccia. Quando lei ha ascoltato la versione definitiva mi ha detto di non essersi mai sentita così nuda dal momento che era abituata ad ascoltare la propria voce coperta da effetti.
Tyree Cooper: Mandel Turner è uno dei miei amici più cari. È bastato chiedergli se il pezzo che avevamo preparato per lui gli piacesse, una volta che ha cominciato a “sentire” il brano è stato un attimo finirlo.
Voi vivete a Berlino. Come vedete la scena lì considerato che ci siete arrivati da “espatriati”?
Tyree Cooper: Berlino ha vissuto dei grossi cambiamenti se si considera il suo passato e come la maggior parte delle grandi città, il cambiamento è inevitabile. Per me ci vorrebbe troppo tempo per poter rispondere a questa domanda visto che a Berlino ci vivo da tredici anni e di conseguenza ho visto un mucchio di cose cambiare.
Bobby Starrr: Berlino è una città dura per gli artisti. Certo è una grande città ma allo stesso tempo ti pone sempre di fronte delle sfide. Ho lasciato una vita confortevole a Vienna, dove ero sia artista che manager di un bar, per venire qui nel 2005. All’inizio mi sono sentito sopraffatto. Esplorare le infinite tentazioni che Berlino offre può facilmente trascinarti in una serie senza fine di parties. Naturalmente è una gran cosa finché capisci che invece di essere un produttore di musica sei diventato a tua volta un consumatore. Ci sono un mucchio di talenti in città ed in quantità maggiore rispetto a molte altre grandi città. Ed allo stesso tempo però ci sono solo un numero limitato di di opportunità ed il numero di artisti che cercano di accaparrarsele è incredibile. Rende a tutti più difficile farsi riconoscere. Mi ci é voluto un po’ per capire come funziona il sistema restando comunque fedele al mio stile. Berlino mi stupisce continuamente con la sua filosofia “fai-da-te”, sia nell’organizzazione di parties, nella gastronomia, nello spettacolo, nella moda e nelle tante iniziative imprenditoriali che vanno e vengono. La città ha molti aspetti che trovo speciali e questi sono completati da una certa apertura mentale della popolazione che ha voglia di provare cose nuove. A volte io stesso sono sorpreso dal fatto che certe imprese riescano a sopravvivere tanto sembrano campate in aria. Ma la gente qui è abbastanza pazza da produrre l’inimmaginabile ed allo stesso tempo ci sono altrettanti pazzi pronti a spendere dei soldi per l’inimmaginabile. È fantastico! Alla fine sembra che non abbia nessuna importanza l’avere successo o il fallire. Sembra ci sia la capacità di accettare il fatto che una certa idea possa fallire e che naturalmente si faccia un altro tentativo con qualcos’altro. Credo che questa sia la cosa più forte di Berlino.
Ho notato di recente che Tyree è stato anche ospite della Boiler Room. Come è stata quest’esperienza per un dj della vecchia scuola come te?
Tyree Cooper: Sono stato ospitato all’ultimo minuto per sostituire un altro dj che non era disponibile. È stata una bella esperienza e non vedo l’ora di rappresentare Jack The Box nel prossimo set alla Boiler Room.
Promuoverete l’album andando in tour? O siete già in giro?
Tyree Cooper: Si, faremo quanta più promozione possibile e siamo in procinto di cominciare un tour proprio in questo momento.
Bobby Starrr: Stiamo lavorando alla logistica cercando di fare più gigs al di fuori della Germania dal momento che Tyree ed io vogliamo mantenere allo stesso tempo le nostre carriere soliste. Tyree é stato di recente in tour in Australia e si prenderà una pausa per alcuni gigs negli Stati Uniti a Novembre. Io approfitterò della sua assenza per finire delle tracce per il mio album solo, i nostri calendari sono pieni zeppi di impegni. Comunque la nostra agente Claudia dell’agenzia Pearls Booking sta facendo un gran lavoro sistemando il tutto e sta lavorando per portare Jack The Box anche da voi in Italia. Potete trovare le prossime date all’interno del nostro profilo Facebook.
Cosa bolle inoltre nella pentola di Jack The Box? Remixes, nuovi EP, collaborazioni?
Tyree Cooper: Beh, siamo sempre al lavoro, per quel che mi riguarda il cielo è l’unico limite…
Bobby Starrr: Yep, dopo l’uscita di “Side A”, fissata per il 14 di Ottobre, seguirà un terzo singolo per Jack The Box che coinvolgerà due artisti che consideriamo leggendari e che non sono ancora comparsi all’interno dell’album, ma per il momento la cosa è ancora coperta dal segreto.
English Version:
With tracks like “Turn Up The Bass”, “Hardcore Hip House”, and “Groove You Out Tonight”, back in the days all charts hits, Tyree Cooper is one of the creators of the musical hybrid between Hip Hop and House that in the second half of the ’80s rappresented a welcome diversion to the separation between the two genres. Althought the glory days of the Hip-House were soon over, Tyree Cooper´s career was long-lasting reaching 2013 with his new project Jack The Box, in collaboration with the british dj and producer Bobby Starr. Klas “Sasse” Lindblad, boss of their label Moodmusic, describes their debut album “Side A” with this words: “Their different backgrounds emerge as their strength, resulting in an album that is truly Chicago inspired House with a contemporary vibe” In our interview Tyree e Bobby tell about their love for the music and their love for Berlin, the city in which they chose to live in.
Take this first question as a tongue-in cheek one: “Intro Side A” the first track of your album is the actual recording of an interview of yours. You seem to be willing to make the life of music journalists harder, after this interview what can we possibly ask you that you didn’t already tell in that track?
Tyree Cooper: What was not said was “How tall are we”.
Bobby Starrr: We are reasonable people… That interview was done with DJ Üpi who belongs to our Jack The Box family. We do a monthly live stream radio show in which he plays from a bar or a sauna or some other crazy location he digs up in Helsinki and I do the show from our Yuma Bar base in Berlin. We thought it would be fun to set the mood for the album this way.
A more serious question now: can you tell us something about the making of the “Side A” album?
Tyree Cooper: It was a way to express ourselves musically and mentally because of the years between us. We came together with one thing in mind: To make an album that’s different but fits into the current stream of music, without compromising our musical integrity.
Bobby Starrr: Well, the album is an extension of our parties in Berlin. In the beginning we only had the rough idea to bring back solid House into a very techno-heavy city. This idea became a mission throughout the years of our collaboration. The idea refined itself since we needed to listen to what was happening around us in Berlin and adjust without leaving our identity behind. So now we have Lunar Phase, our more experimental and edgy party franchise, and e•man•ci•pate, a monthly residency at Tresor where we bring in artists who we consider as the makers of the genre. We wanted to translate the different emotions of our parties into studio vibes. It was important for us to involve our musical family in the album and thus we approached close friends to add their talent. On the non-musical side it was a family project, too. The album artwork for example is done by Alberto Gobber who’s been doing our party artwork for years. He’s from Italy by the way. We thought a long time about the right label and decided it had to be based in Berlin so they get our mission. Moodmusic, which is run by Sasse, understood right-away what we were on about and has been a supportive and wise partner for this project.
Listening to the tracks I was very pleasantly surprised by the rawness and immediacy of your productions. It seems you decided to keep things simple and funky, a refreshing attitude in times of very elaborate, overproduced dance music. What do you think about it?
Tyree Cooper: Again we didn’t want to compromise our musical intention, this is house music pure and simple, not Quantum Physics.
Bobby Starrr: We just do what we feel is right for our ears.
I would like to ask Tyree something about his musical past. He´s regarded as a pioneer and a legend and probably he already told the story of the birth of hip-house a thousand times already but anyway, I would love to know from him how he developed his style?
Tyree Cooper: Well, my style is “no style” because it allows me to be fluid in all my endeavors. That’s why it was so cool doing this Jack The Box album. It was fluid, like running faucet water: You turn it on and it flows.
Back in the days House and Hip-Hop were regarded as opposed musical genres. Almost “enemies” of sorts. How was the reaction of the fans of both genres when Tyree´s productions started coming out? There were any kind of negativity, dissing and hostility?
Tyree Cooper: It was only minimal hostility from other camps but nothing like the old East Coast West Coast stuff that happened in the mid to late 90’s. That’s why it’s such a cool thing to do this Jack The Box album. It gives you some of that attitude without the random acts of violence toward one another…
Talking about hip-house again. In your new album you collaborate with Baby Bam of the Jungle Brothers, one of the other main players of the genre. Is it the first time you two collaborate and how did you get to work together?
Tyree Cooper: Bam and I meet in 1999 in Miami at the WMC but never really connected. Until New Year 2013, I was playing in Bern’s Club in Stockholm Sweden and I saw this guy dancing his ass off but at the same time I kept saying to myself “I know this dude, but he could be anyone from the States”. So after the night was over my homegirl Isis and I were just standing around and kicking it and he approached us and I said “Dude where you from”? His reply was “I’m from New York” and from the accent I could tell. So again I’m with the questions, I asked him if he did music because he gave me mad love on my set that night so I felt I could ask him if he was into music of some sort, and then it hit me. I said “Dude, your Bam from the Jungle Brothers” and he was like “Yep” then the wheels started turning. After we talked for a few days I asked him if he would be interested in doing a track on our Jack The Box Album and he said “Sure” and there you have it.
In the album you collaborate with Lady Blacktronika and Mandel Turner. Can you tell us about it?
Bobby Starrr: We’ve been in contact with Lady B since she was a guest on the very first run of my radio show on sweatlodge.com back in May 2010. Lady B gave me vocals to work with and I arranged music around it. I was listening to loads of Northern Soul at the time and wanted her voice to remain vulnerable yet passionate and powerful. I thought leaving the vocals raw enhances the feeling we intended for the track. When she listened to the final version, she told me she never felt so naked since she’s so used to hearing her vocals with effects
Tyree Cooper: Mandel Turner is one of my closest friends. It was just a simple question if he liked the track we presented to him, once he felt the track, it was a wrap.
You are based in Berlin. How’s the scene there from the point of view of two expats like you?
Tyree Cooper: Berlin has truly come a long way from where it used to be and just like most big cities, it must change. For me to get into this question it would take up too much time because I’ve been living in Berlin for 13 years so I’ve seen a lot of change here.
Bobby Starrr: Berlin’s a tough city for artists. It’s a great city, yes, but it is challenging just the same. I left a comfortable life as an artist and bar-manager in Vienna behind to come here in 2005. At first I was overwhelmed. Exploring Berlin’s countless temptations can easily drag you into a nonstop party-mode! It’s all great until suddenly you realize you’ve turned into a consumer instead of a producer. There’s extremely respectable talent in town and a lot more in comparison to most other cities. Yet there are only x-amount of opportunities in the city and the amount of artists bidding for those is unreal. It makes it harder for everyone to get recognized. It took time for me to understand how to work the system whilst staying true to my style. Berlin still surprises me time and time again with its DIY ideas, be that parties, gastronomy, entertainment, fashion or the many other businesses that come and go. The city has many aspects that are special for me and it’s rounded off by a general open-mindedness of the people wanting to try out something new. Sometimes an idea is so far out in space that I’m just mind-blown if it survives. People here are crazy enough to produce the unimaginable and there are enough crazy people to consume the unimaginable. It’s great! In the end it doesn’t seem to matter if you succeed or fail. I experience this consensus in Berlin that it’s ok to fail with one idea and then just naturally bounce back with the next idea. I think that’s the coolest thing about Berlin.
I recently noticed Tyree was a Boiler Room guest. How was that experience for an “old school” dj like you?
Tyree Cooper: I was a last minute guest that day because another dj couldn’t make it, so they asked me. It was a really cool experience and I can’t wait to do the Jack The Box Boiler Room experience.
Will you promote the album touring? Or are you already on the road?
Tyree Cooper: Yes we will do as much promotion as possible, and we’re in the process of getting our tour together as we speak.
Bobby Starrr: We are still working on the logistics to do more gigs outside of Germany since Tyree and I also want to maintain our solo careers. Tyree was recently on tour in Australia and is off to a few gigs in the US in November. I use his absence to finish tracks for my solo album so both our schedules are packed right now. However, our agent Claudia from Pearls Booking is doing a great job getting everything sorted and is already working on bringing Jack The Box soon to you guys in Italy. You can find out about our upcoming club dates on our Jack The Box Facebook page.
What’s in your pipeline for the rest of the year for Jack The Box? Remixes, new EPs, collaborations?
Tyree Cooper: Well, we are always working on stuff so the sky’s the limit if you ask me…
Bobby Starrr: Yep, there will be a third Jack The Box single coming up after “Side A” comes out on October 14th, we got two artists involved that we consider to be legends who are not yet on the album. It’s all still under wraps though.