Ogni volta è la stessa storia: sistemare la borsa, prendere un disco piuttosto che un altro, ascoltare e riascoltare tracce, fino ad impararle a memoria. Sabato sera prima di andare all’Amnesia mi sono fermato ad ascoltare uno degli ultimo promo finiti nella mia casella mail, “The Warehouse EP” di Jairo Catelo. Pochi giri di parole, una delle tracce presenti nella release mi ha dato una carica incredibile! Jairo Catelo ci consegna un EP composto da quattro tracce, tre original più un remix affidato all’estro dal padre dell’house gangster francese. Ovviamente stiamo parlando di Phil Weeks. Tutte tracce sono pensate per essere “svanciate” a pista piena grazie ai loro giri di basso davvero micidiali, ma una in particolare, come detto, mi ha fatto letteralmente saltare dalla poltrona.
“Overside” mi ha colpito per il synth acid di chiara matrice 303: il disco parte con una sequenza di percussioni e hat open closed che vengono “completati” con una cassa decisa e da un basso corposo. Il disco ha delle pause che, soprattutto se facciamo riferimento alla prima, lanciano un vocal dalle tonalità festaiole, tonalità che in una qualche maniera trasformano il disco in un vero e proprio floorkiller. L’elaborazione della sequenza acida è sublime, cresce a poco fino ad entrare a pieno nell’intero sistema della traccia. Non manca un synth morbido che dona tonalità più deep alla traccia, synth che nelle pause viene messo in risalto e tolto nelle ripartenze per incendiare il vostro club.
“The Snake” ripercorre lo schema di “Overside”: inizio senza cassa fino ad arrivare ad uno stacco violento, nel quale ogni pista salterebbe in aria. Pur essendo molto marcata la linea di percussioni, Jairo gioca con gli elementi tribali senza mai esagerare. Le pause giocano sulla presenza di molti effetti, voci filtrate fx in entrata e uscita, synth rapidi che si “adagiano” bene sulla ritmica in assenza di cassa. Le ripartenze sono molto profonde, carattere dettato forse dalla presenza quasi instancabile della bassline.
“Soul School” è la terza traccia dell’EP. Anche qui partenza senza cassa (ok Jairo, abbiamo capito che ti piace così) e attacco deciso del connubio cassa-basso. Il disco è più funky rispetto agli altri ma ha tutte le carte in regola per essere un riempipista. Il synth è davvero simpatico, ma in “Soul School” a fare la differenza sono le ripartenze che…ragazzi miei starete a sentire! Da movimento al pezzo il clap in delay che Jairo posiziona qua e la nel disco Nota negativa è come va a finire: la dissolvenza è una delle cose che più odio!
Francamente la traccia che mi colpisce meno è il remix che Weeks confeziona per “Soul School”. Il buon Phil utilizza praticamente la stessa bassline dell’originale e non rielabora affatto tutti i suoni, a parte il vocal che viene inserito in maniera differente rispetto all’original. Poco male, l’originale ha già il suo perchè, quindi un remix in questo caso era impresa davvero ardua.
Beh che non c’è molto altro da dire se non che l’EP è davvero una bella bomba da suonare fino in fondo. Consigliato vivamente!