L’argomento è bellissimo, ma quasi sdrucciolevole: il termine “jazz” è infatti uno dei termini più usati a casaccio nella storia dell’umanità dal ventesimo secolo in poi. Ma è comprensibile: “jazz” infatti può essere un suono ma anche un’attitudine; e come attitudine, è dannatamente interessante. Ecco perché spesso fa comodo citarlo a casaccio. Molto a casaccio.
Da qualche anno a questa parte poi il jazz è tornato prepotentemente di moda tra il pubblico più hipster e clubbaro, una cosa che accade ciclicamente (qualcuno è vecchio abbastanza da ricordare l’esplosione dell’acid jazz: e guarda caso, uno dei protagonisti principali della faccenda resta sempre il caro buon vecchio Gilles Peterson, idolatrato, sbeffeggiato, semi-dimenticato, riscoperto, idolatrato di nuovo – lui in realtà è sempre lui).
Bene fa allora Jazz:Re:Found a lanciare una nuova operazione, ovvero una nuova residenza d’artista presso la Fondazione Cittadellarte. Anche perché le due precedenti – la Leggenda del Molleggiato e Re:Earth – sono state semplicemente bellissime, piene di spirito, di anima, di stile, di contenuti. Merito della capacità di “volare alto” dal punto di vista ideale combinata alla volontà di mantenere un tocco umano e molto, molto famigliare al tutto, pur mettendo in campo talenti notevoli. Quindi, i presupposto virtuosi ci sono tutti.
…ma appunto: è un tema delicato. Ok l’attitudine, ma il “jazz” va anche conosciuto come suono e storia; e nel momento in cui lo fai, capisci che sì, puoi e devi assolutamente usarlo facendolo dialogare con altri generi, altri suoni ed altre storie, ma deve esserci una consapevolezza ed una competenza di base. E’ da questa idea che nasce Match: qui potete trovare tutte ma tutte le informazioni. Noi vi possiamo dire che la call per gli artisti va da oggi 28 settembre fino al 13 ottobre, che chi sarà selezionato avrà a che fare con gente dello spessore di Sarathy Korwar, il boss della Asian Fake Filippo Palazzo, quel pozzo di scienza che è Davide Bassi aka North Of Loreto, il saggio ed onnipresente Khalab, e a marchio di garanzia sul tutto c’è, ovviamente, Jazz:Re:Found, giusto reduce da un’ultima edizione bellissima del festival.