C’è sempre un po’ di emozione, quando i nostri festival preferiti lanciano i primi nomi per l’edizione a venire: e Jazz:Re:Found accidenti se è uno dei nostri festival preferiti. Lo abbiamo accompagnato fin dai primi passi, innamorati della sua attitudine libera, particolare, pronta a guardare in territori musicali a cui all’epoca guardavano in pochi – se non un manipolo di fissati – ma a farlo senza lo snobismo della nicchia, ma con l’entusiasmo e l’apertura mentale di chi ama la musica e ama che questo amore sia condiviso. Non è una cosa da poco. Tra festival-supermarket da un lato ed accigliate adunata di nicchia dall’altro (due opposti che in realtà si assomigliano molto più di quanto credono) esiste una via di mezzo, e questa via di mezzo nel caso di Jazz:Re:Found è sempre stata luminosa.
Coraggiosi nel ripescare nomi storici che non voleva (quasi) più nessuno, coraggiosi nel lanciare nuovi talenti scintillanti, coraggiosi nel dare fiducia e spazi da headliner a chi altrove sarebbe stato solo riempitivo, coraggiosi e cocciuti nel portare sempre avanti prima di tutto la linea del proprio gusto, consapevoli dello spessore della propria passione: poteva essere un disastro, un romantico disastro, invece è un festival che sempre più è una certezza, anno dopo dopo anno, e che anno dopo anno si migliora sempre più. Diventando un appuntamento davvero fisso e molto, molto chiacchierato un po’ in tutta Italia (…e pensare che era partito tutto da una serie di serate disco-boogie fra amici a Vercelli, non certo una metropoli).
Uno dei più recenti “miglioramenti” è stato aver trovato, davvero, la location perfetta: Cella Monte è una gemma del Monferrato meno conosciuto, un paese d’altri tempi dove la vita scorre con un ritmo molto particolare e che fa della bellezza e della semplicità la propria anima: niente sofisticazioni, niente cazzate, niente trappole per turisti, molta anima, molte radici. Jazz:Re:Found si è approcciato nel modo giusto, col suo tipico piglio “umano & alla mano”, andando ad incunearsi nelle incantevoli corti del paese per i palchi secondari e a prendersi, per il palco centrale, l’agorà di solito tenuta per le sagre e le feste di paese. Tutta questa semplicità e sincerità va a braccetto con una scelta artistica che, come dicevamo, spruzza integrità ed onestà da tutti i pori. Oltre ad avere la competenza di far stare bene le persone.
(La line up del primo annuncio; continua sotto)
Dando un occhio ai nomi di questo primo annuncio: dalle leggende – ciascuna nel suo campo – Azymuth e Louie Vega alle architetture jazz-hip-hop-funk-che-altro di Quantic, Lefto e MNDSGN, dalla classe elegante e scoppiettante di di Alfa Mist ed Emma-Jean Thackray al caravanserraglio world The Mauskovic Dance Band e quello avant-pop di Ditonellapiaga (brava: non pensa a far fruttare il sanremismo, ma cerca palchi sfidanti). E poi le possibili sorprese: i belgi ECHT! In primis, ma occhio anche a Hania Rani.
Non è la “solita” line up. Ed è una line up che ci intriga tantissimo, proprio perché lancia molte sfide e molte scommesse e chiama – quasi a fare da “notaio” – dei veri e propri monumenti che hanno fatto la storia, in un equilibrio complessivo davvero anomalo ed affascinante. Il luogo lo sapete già (Cella Monte, appunto), le date quest’anno sono 1-4 settembre 2022, i primi biglietti li trovate qui. Fidatevi: Jazz:Re:Found è davvero uno dei festival più belli, puri, autentici ed al tempo stesso sorprendenti d’Italia. Chi lo ha visitato, soprattutto nelle ultime due edizioni in Monferrato, lo sa più che bene.
In alto: Alfa Mist ritratto da Johny Pitts