La notizia l’avrete già intercettata: la crew di Jazz:Re:Found, da sempre uno dei nostri festival preferiti, ha deciso di rimescolare le carte, “espandendosi” in questo 2018 al di là del formato classico del festival concentrato in pochi giorni, dando vita invece a vari appuntamenti di prestigio sparsi nell’arco del calendario fino alla fine dell’anno: seguite tutti gli aggiornamenti sulla loro pagina Facebook (e comunque occhio, perché per il 2019 già sappiamo che ci sono sorprese notevoli in arrivo). In realtà, per novembre di quest’anno hanno cucinato anche un’altra cosa incredibilmente succulenta e raffinata: “La leggenda del Molleggiato”.
Come si può intuire dal titolo, c’è Celentano di mezzo. Esattamente come Battisti ha lasciato una traccia nella musica dance (ne abbiamo appena parlato in questa bellissima analisi di Emiliano Colasanti), pure l’Adriano nazionale ha – per fortuna – messo in circolazione non solo silenzi televisivi ed inni alle foche, ma anche e soprattutto un contributo musicale di primissima qualità, in grado di fondere pop e musica black – tra l’altro quando in Italia era abbastanza da rivoluzionari farlo.
Per un festival, come Jazz:Re:Found, che guarda al lato più “vivo” e pulsante di jazz, funk, soul e dintorni, questa era una cosa da tenere decisamente d’occhio. La si è tenuta così d’occhio da averla, addirittura, sviluppata con un progetto veramente notevolissimo: una vera e propria “academy temporanea”, una settimana in Piemonte (tra posti di un fascino pazzesco come le Cave di Moleto e la Fondazione Pistoletto a Biella, più Fuoriluogo ad Asti) dove sviluppare il lato più black e visionario della musica celentaniana. Il tutto riservato a 10 artisti, artisti che devono essere under 35.
(una panoramica delle Cave di Moleto; continua sotto)
Progetto già molto bello e meritorio di per sé: ma a far capire l’entità del tutto, la qualità, bisogna dare un’occhiata ai tutor e agli ospiti dell’operazione, che dal 10 al 17 novembre daranno il loro contributo. C’è Ralf, che ovviamente non ha bisogno di alcuna presentazione; c’è Willie Peyote, di gran lunga il rapper più “intelligente” della nuova generazione; c’è un colosso mondiale del jazz più “avant” (ma non solo) come Gianluca Petrella; ci sono i Nu Guinea e c’è Jolly Mare, hai detto nulla; c’è la raffinatissima e visionaria batteria di Tommaso Cappellato, il pianismo ispirato di Luigi Ranghino, il basso corposo di Andrea Lombardini, la voce soul di Patrick Benifei dei Casino Royale (e dei Blue Beaters): gente assolutamente perfetta nell’incrociare jazz, pop e sperimentazione elettronica, professionisti di enorme livello.
A rendere poi ancora più ricca l’operazione, ci sarà un consistentissimo lato “culturale” di contorno, per ragionare su Celentano, la sua musica, il modo per portarla nel nuovo millennio seguendo le traiettorie di un jazz-funk 2.0: ecco quindi la presenza di Gino Castaldo, decano del giornalismo musicale italiano (ma dallo sguardo ancora ben fresco), dell’ottimo Raffaele Costantino (primo ambasciatore della “nuova” black), del direttore di Linecheck ed incisivo agitatore culturale Dino Lupelli, del nostro Damir Ivic. Last but not least, l’illustrazione che vedete a fare da corona al progetto è di Davide Toffolo (uno dei Tre Allegri Ragazzi Morti, ma anche uno dei più importanti fumettisti italiani).
Insomma, una situazione da sogno: per luoghi, per qualità dei tutor, per impianto complessivo del progetto. E se siete musicisti/producer e avete meno di 35 anni, potete regalarvi l’esperienza della vita, credeteci: andate subito sul sito ufficiale dell’operazione e partecipate alla Call per essere selezionati. Avete tempo fino all’8 ottobre.