Jerome Derradji è l’uomo che si nasconde dietro una delle label più prestigiose del pianeta in fatto di house music, la Still Music. L’etichetta di Chicago si presenta come un utile e formativo strumento di conoscenza, in quanto focalizzato nella documentazione della scena locale, che come dire, è stata e continua ad essere decisamente importante!
Chi è Jerom? Raccontati in un paio di parole…
Mi chiamo Jerom Derradji, sono dj e produttore, ho fondato la Still Music, Stilove4music e Past Due Records.
Insomma, niente male, 3 etichette succose ed importanti. Su tutte, vorresti parlarci brevemente dell’ottima Still Music?
La mia etichetta è nata dal mio desiderio di esplorare e documentare una scena musicale non particolarmente conosciuta, popolare, alla moda o composta da nomi famosi.
Bè, Chicago allora mi sembra il posto giusto per questo. In che modo pensi possa aver influito su di te e sulla tua musica?
Mmmh, ho fondato al Still Music nel 2004 qui a Chicago. Essendo io del Midwet – rinomata area negli Stati Uniti per musica elettronica e cultura dance – Chicago mi avrebbe sicuramente attirato a sè prima o poi.
La tua compilation “122 BPM – the birth of house music” è stata a parer mio una delle migliori dello scorso anno, se non una delle più importanti. Come l’hai realizzata? Raccoglie rarità ascrivibili agli albori della house music, come è stato compilarla?
Grazie! Ho avuto l’idea di ripubblicare classici della house chicagoana a partire dal 2007 mentre stavo lavorando alla compilation “American Boogie Down”. Mi ci sono voluti anni per arrivare alle persone giuste, per ottenere i diritti e i documenti necessari riguardo alla Mitchbal e alla Chicago Connection Records [storiche etichette appunto]. Questa raccolta è stata onestamente dura da compilare perché molti degli artisti di Chicago sono stati fregati in passato, lo stesso valga per le etichette, e convincere tutti a collaborare a questo progetto mi è costato tempo e fatica. [Ho poi chiesto a Jerome che intendesse quando parlava del fatto che questi artisti siano stati fregati, ma non ha voluto essere più chiaro essendo un’argomento delicato a detta sua. ndl]
Ora sei tornato con un’altra importante compilation chiamata Kill Yourself Dancing la quale ancora mostra grandi potenzialità. Perché quel titolo?
Siamo tornati con questa nuova compilation chiamata Kill Youself Dancing, che per inciso è la parte prima di una serie composta da due. Il fine delle compilation è di documentare due etichette storiche -la Sunset Records Inc. e la Aka Dance Music. La seconda raccolta si intitola Bang in The Box! ed è stata pubblicata il 15 ottobre. Entrambe documentano la storia di queste due etichette proto house chicagoane e parimenti il lavoro degli artisti che uscivano per l’etichetta tra cui Matt Warren, Miguel Garcia, White Knight, Ben Mays e molti altri. Il titolo della prima raccolta è preso dalla seminale uscita su Sunset Record, “Kill Yourself Dancing” di Razz, scritta da Matt, Miguel and Ralphi Rosario. La traccia rappresenta l’inizio della loro avventura musicale e mi sembrava una scelta azzeccata come titolo per una compilation sulla Chicago degli anni ’80.
Parlavamo con Marcel Vogel della Lumberjacks in Hells riguardo la scena contemporanea di Chicago, la sua posizione è piuttosto forte, quando sostiene che non esisterebbe un scena attualmente. Cosa ne pensi?
Bè, mi trovo assolutamente contro la posizione di Marcel. Credo che abbia di fatto trascorso del tempo a Chicago lo scorso anno, e tutti sappiamo che pochi giorni non bastano per comprendere ed avere una visione globale su di un movimento, una scena intera. Chicago tuttora ha una delle scene più floride degli Stati Uniti in generale. Il problema è che questa città è molto chiusa, molto segregata sfortunatamente. Capita dunque che la scena sia divisa tra nord e sud della città. Ci sono qui molti dj in città e altrettante etichette nuove o vecchie, di conseguenza ci sono anche un sacco di locali e di feste, ma ognuno sta nella sua nicchietta per cui magari ti capita di uscire tutte le sere e di trovare house music in molti club. Questo sì, rende la scena più piccola ti quello che di fatto sia, ma non devi farti abbindolare, perché ad esempio, per il Chosen Few (mega festival di musica elettronica che si svolge a giugno in città), c’erano cinquanta mila persone a ballare house tutto il giorno. Tutta la situazione house qui è un fatto generazionale, per cui hai diversi livelli di fruitori: dal ragazzino ‘jacker’, ai raver degli anni ’90 o quelli della vecchia scuola. Della città, le zone in cui puoi sentire ed esperire più energia e creatività sono la parte a sud e quella ad ovest, con il Juke e il Footworks (vedi le splendide compilation Bangs & Works vol.1 e vol.2) e secondo me quello è suono della house music locale del futuro. La scena cittadina da sempre di evolve e cambia direzioni, per cui non è la stessa del ’86, del ’99 e del 2006, ma seppur poliforme è sempre presente e vivida.
English Version:
Jerome Derradji is the man behind one of the most important house music label in the world: Still Music Records. Based in Chicago, the label is a useful and powerful tool of knowledge, as it is focused on the documentation about the local music scene. And when the “local” refers to Chicago in terms of house music, well… it’s a quite big stuff!
Hello Jerome, would you like to introduce yourself?
My name is Jerome Derradji, I am a dj & producer and also the owner of Still Music, Stilove4music and Past Due Records.
Could you please explain us what Still Music is?
My labels exist because I wanted to expose a particular dance music that’s not within the bounds of popular, trendy and ultra marketed genres or artists.
In wich way do you think Chicago is related to you and your label?
Well, I started Still Music in 2004 here in Chicago. Being in the Midwest – this superb area for electronic and dance music – Chicago will have to rub off on me and the labels at some point.
Your compilation “122 BPM – the birth of house music” has been the most important compilation of the last 2012. How tough was to compile it? how did you get the idea?
Thank you! I had the idea of starting to re release classic Chicago house labels a while back, around 2007, when I was working on the “American Boogie Down” compilation. It took me years to get in touch with the right people, gather the music and document everything about Mitchbal and Chicago Connection records. It was a bit tough to compile it because a lot of Chicago artists and labels have been ripped off in the past and convincing everybody to work on this took a lot of time.
Now you’re back with another seminal compilation called Kill yourself dancing, which again it is showing great potentials. Why have you chosen this title? would you like to talk about this compilation?
Yes, we’re back with Kill Yourself Dancing and it’s part 1 of a 2 series compilation about two labels – Sunset Records Inc. and Aka Dance Music. The second compilation is titled “Bang The Box!” and will be released October 15. Both compilations showcase the story of two rare Chicago proto house labels and the work of their artists, Matt Warren, Miguel Garcia, White Knight, Ben Mays and a lot more. The title of the first comp is taken from the seminal release on Sunset, Kill Yourself Dancing by Razz, which was made by Matt, Miguel and Ralphi Rosario. That’s the beginning of their adventure in music and that was an obvious choice for a comp about dance music in Chicago back in the eighties in my humble opinion.
I was talking with Marcel Vogel of Lumberjacks in Hells about chicago and the contemporary music scene, his position is quite strong: apparently now there is no chicago scene. Do you agree? What do you think about the current chicago music movement?
Well, I absolutely disagree with Marcel. I think he spent some time here in Chicago last year and we all know that a few days cannot give you an entire perspective on a scene. Chicago has one of the most thriving musical scene in the US in general. This city is also very segregated unfortunately. The result is a scene that is partitioned between the North Side and the South Side mostly. There’s a ton of Djs in this city and a lot of people running new record labels and reactivating their old ones. As well, there’s really a lot of venues and parties that cater to everybody in their own musical niche, you can probably go out every night and hear house music in a club here. It makes the scene look smaller than it actually is but don’t let it fool you. For example, when the Chosen Few throw their picnic in July, there’s 50000 people dancing on house music all day long. It’s all very generational though and there’s different layers of house music fans here, the old school ones, the nineties ravers and the 21st century “jackers” for example. The South Side and West Side are seeing a burst of creativity right now with Juke and Footworks and to me that sounds like the future of house music for our city. The scene has always been changing and evolving, so it’s not the same it was in 86, 99 and 2006, but it’s still there and going strong.