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[tab title=”Italiano”]Sono uno l’opposto dell’altro e quando li abbiamo incontrati è stata la prima cosa che abbiamo notato. Jerome Isma-Ae è un tipo serio, tutto d’un pezzo e quando parla di musica il peso di vent’anni di esperienza si fa sentire. Ilan Bluestone è frizzante, scherza volentieri ed è stato lui il primo a sciogliere il ghiaccio. Forse saranno proprio queste differenze ad unirli così tanto, fatto sta che ormai nelle produzioni così come in consolle sono una coppia più che collaudata. E considerati i progetti futuri, sembra proprio che la loro sarà destinata a diventare un’amicizia di lunga data.
Come vi sentite quando suonate insieme?
J: Bene, è sempre fantastico vedere il mio amico! Ci sentiamo meglio insieme sullo stage rispetto a quando siamo soli.
Abbiamo seguito il tuo tour in India attraverso i social. Com’è andato? Qual è stata la città più interessante che hai visitato?
J: E’ difficile da dire. Dal punto di vista naturalistico direi Indore, data la sua natura incontaminata, ho scattato molte fotografie lì. Ma d’altro canto, penso che la città più bella sia Bangalore.
Un’altra cosa che abbiamo notato seguendoti sui social è che sei davvero un accanito fotografo. Sembra che tu non spenga mai la tua macchina fotografica. È una vera e propria passione?
J: È piuttosto un hobby.
I: Sono stato a casa sua in Germania, è invasa da lenti ed attrezzature per fotocamere. Penso che le sue fotografie meritino molto, tanti musicisti hanno un ulteriore lato creativo. Ad esempio, io amo scattare fotografie alla folla e allo staff perché vorrei che la gente vedesse ciò che vedo io, vorrei che provassero ciò che io sto provando allo stesso tempo.
Con 15 anni di esperienza alle spalle, puoi essere definito sicuramente un vero tecnico del suono. Hai prodotto una libreria di sample, supportato anche da Armin van Buuren e Blake Jarrell. Come ne hai curato i suoni?
J: Ho scelto i suoni che ho creato negli ultimi tre anni, ne ho fatto una collezione di percussioni, linee di basso, chord ed altro, da mettere in vendita.
Com’è nato questo progetto, questa idea di unire diverse sonorità da mettere a disposizione delle persone?
J: In molti mi hanno chiesto di farlo, e davvero molte persone campionano i miei suoni. L’avrebbero comunque fatto, quindi perché non dare loro direttamente i suoni originali?
Hai deciso di donare 5 euro per ogni download della tua libreria di sample da destinare al WWF per salvare le tigri selvagge. È inusuale, ma è una cosa che ti fa molto onore. Come mai hai deciso di farlo?
I: Jerome è un animale!
J: Nella vita è tutto un dare e avere. Do qualcosa, prendo qualcos’altro. Penso che sia importante schierarsi a fianco della protezione dei nostri animali perché loro non possono proteggersi da soli da noi. Senza gli animali l’intero sistema economico collasserebbe. Se distruggi un solo animale, un altro non potrà procurarsi il cibo. È una catena, se togli da essa un singolo elemento l’intero sistema andrà in fumo.
Parlando del tuo passato, hai iniziato a produrre nel 1991, quando certamente non esisteva tutta la tecnologia che abbiamo oggi. Com’è cambiato il tuo modo di produrre e quali attrezzature usavi e usi tutt’ora?
J: Nel 1991 era molto più complicato produrre. Adesso hai tutto in un laptop, in un solo programma. Negli anni ’90 dovevi avere davvero molti soldi per produrre una tua traccia.
I: È cambiato davvero tutto. Tutti possono produrre ora, si sa, è diventato davvero facile per le persone produrre nella propria cameretta usando un laptop. Non hai bisogno di nient’altro.
J: In un laptop puoi avere uno studio high-end. Nei primi anni ’90 dovevi spendere quasi un milione, ora hai tutto con un solo programma da acquistare a soli 200£.
Quali attrezzature preferisci usare per produrre?
J: Lavoro con Logic dai primi anni ’90. Lo uso fin dalla sua versione 1.0. Compressori ed effetti sono tutti interni al programma ora.
I: Faccio lo stesso ma non uso Logic. Uso un programma chiamato Cakewalk Sonar, che non molti conoscono. Amo quel software. È letteralmente come avere una tela bianca ed essere il pennello.
J: Alla fine, ad ogni modo, non è importante che si usi un software o un altro, ma usare la stessa piattaforma.
Com’è nata la vostra collaborazione?
J: In Israele, sulla spiaggia!
I: Eravamo sulla spiaggia di Tel Aviv, davanti a qualche drink, stavamo discutendo per iniziare una collaborazione, penso che poi avessimo fatto “Under My Skin”. Ora abbiamo alcune nuove tracce in uscita, stiamo lavorando su melodie e groove, e poi, una volta finite faremo il boom!
Come sta andando la tua etichetta? Hai qualcosa in serbo riguardo essa?
J: La mia label ha appena compiuto 10 anni, la mia prima release uscì nel 2005, quindi ho deciso di creare delle nuove versioni delle migliori tracce rilasciate sulla mia etichetta. L’ho fatto per “Smile When You Kill Me”, e ne farò qualche altra nei prossimi mesi.
Come esegui solitamente i mixdown? In the box oppure out of the box?
J: Ho mixato la mia ultima traccia, il remix di “Hide U” di Kosheen, su una consolle SSL poiché la macchina riesce a conferirle un suono molto più interessante. In aggiunta, mixare out of the box ti consente di lavorare in maniera differente: non sei costretto a guardare continuamente lo schermo del pc, hai le tracce distribuite su ciascun canale e riesci a sentire veramente la musica piuttosto che guardarla. La cosa più importante è che questa metodica ti permette di intervenire su due tracce contemporaneamente, cosa che non è possibile fare utilizzando il mouse. È più pratico, più sexy!
Volete rivelarci qualcosa riguardo i vostri prossimi progetti?
I: Stiamo lavorando a due collaborazione in questo momento, due potenziali bombe. Saranno il follow up di “Under My Skin” e “Tension” vogliamo creare qualcosa di più grande. Voglio dire, “Under My Skin”, è stata una sfida molto grande, perché stavamo solo seguendo il flow del momento e poi si è trasformata in un mostro assoluto. Noi non stavamo seguendo nessun genere o tendenza, e credo che questo sia il motivo per cui si senta ancora il brano dopo dieci anni. Jerome è il re dei groove, io sono più sul lato melodico, così siamo riusciti a fare qualcosa che non avremmo potuto produrre da soli, ci incontreremo ancora a metà strada per queste due tracce alle quali stiamo lavorando per portarle ad un livello superiore.[/tab]
[tab title=”English”]They are one the opposite of the other and when we met them it was the first thing we noticed. Jerome Isma-Ae is serious, straightforward and when he talks about music the weight of twenty years of experience is felt. Ilan Bluestone is sparkling, playful and he was the first to melt the ice. Perhaps it will be these differences to unite them so much, the fact is that now in production as well as on stage, are a couple more than proven. And considered their future plans, it seems that their friendship will become a long-standing one.
How does it feel to play together?
J: Nice, it’s always great to see my buddy! We feel more comfortable on the stage together than alone.
We followed on socials your tour in India. How did it go? What was the most beautiful city you’ve visited?
J: It’s hard to answer. From the nature side, I would say Indore because outside it’s all untouched nature, I did a lot of pictures there. But otherwise, I would say that the best city is Bangalore.
We also noticed that you are an avid photographer. It seems that you never switch off your camera. Is it a real passion?
J: It’s more an hobby.
I: I went to his house in Germany, it’s stuffed by lenses and camera stuff. I think that his pictures are really good, I think most musicians kinda have like a very creative side. I love taking pictures of crowds and staff just because I want people to see what I see, I want them to experience what I’m going through as well.
With 15 years of experiences, centainly you are a true audio engineer. You have produced a sample library also supported by Armin van Buuren and Blake Jarrell. How did you choose the sounds in it?
J: I’ve taken all the sounds I’ve created and made in the last three years, i’ve just done a collection of drums, percussions, basslines, chords and other, to give away.
How did this project start, this idea to put the sounds together and give them away?
J: So many people asked me to do it, and so many people sampled my records. They sampled it anyway, so why don’t just give them the originals?
You decided to donate 5 euros for each download of your sample library to the WWF to save the wild tigers. It’s uncommon, but it’s an honorable thing. Why did you decide to do it?
I: Jerome is an animal!
J: Everything you do in your life is like given or taken. I give something, I take something. I think it’s very important to support the protection of our animals because they cannot protect themselves against us. Without the animals the whole economic system will collapse. If you destroy one animal and another one cannot get the food. It’s a chain, if you take one simple element out of the chain the whole environment will collapse.
Talking about your young ages, you started to produce in 1991, when there wasn’t definitely the technology we have today. How did it change the way you produce and which equipments you use and you used?
J: In 1991 was much more complicated to produce. Now you have everything in a laptop, in one program. In the 90’s you need to have a shit lot of money to produce a proper track.
I: It has changed so much. Anyone can produce now, you know, has become more easier for people to produce in a bedroom having a laptop. You don’t need anything else.
J: In a laptop you can have like an high-end studio. In the early 90s you have to spend like a million, and now you get it all in one program for a 200£ download.
What equipments do you prefer to use to produce?
J: I work with Logic, since the early 90’s. I’m connected with that program since version 1.0. Compressor and effects are all internal now.
I: I do the same but I don’t use Logic. I use something called Cakewalk Sonar, which no many people have heard of. I love that software. It’s like literally having a canvas and you are the paintbrush.
J: But, at the end it doesn’t really matter if you use one software or another, for us it would be better to use the same platform.
How did it start your collaboration?
J: In Israel on the beach!
I: We were in Tel Aviv beach, with a few drinks, we were discussing doing a collaboration, then I guess we made “Under My Skin”. Now we got a few new tracks coming out, we’re working on some big melodies and grooves at the moment, and then, once finished we gonna have the boom!
How is going your label? Is there something in the near future you want to tell us?
J: My label become 10 years old this year, my first release was in 2005, so I decided to make a new version of the few best releases I had on my label. I did it for “Smile When You Kill Me”, and I’ll do a few more in the next months.
How you usually do the final mix down? In the box or out of the box?
J: I mixed the last track I did, the remix of Kosheen’s “Hide U” on a SSL Desk because it sounds nice and also you mix in a different way, because you don’t look into a monitor, you just have all the single tracks on every channel, you feel the music rather than watching it. The most important thing is that you can control two tracks at the same time, you can’t do this with a mouse. It’s more practical, it’s more sexy!
Do you want to reveal us something about your next projects?
I: We’re working on two collaboration at the moment, two potential smashers. They will be the follow up of “Under My Skin” and “Tension”, we wanna create something bigger. I mean, “Under My Skin” was a very big challenge, because we were just following the flow and then it turned into an absolute monster. We weren’t following any genre or trend, and I think that’s why this is a track you can still listen to in ten years. Jerome is the king of grooves, I’m more on the melodic side, so we managed to do something that we wouldn’t produce on our own, so we’re gonna meet in the middle again for those two tracks we’re working on, and take it on an higher level.[/tab]
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