Giocare astutamente a nascondino tra la nostra curiosità e basi step spinte, electrofunk, IDM, acid house, dosi di r’n’b e synthpop. Sarà questa l’intelligenza musicale? Una carriera artistica a 360° gli fanno conquistare le riviste di tutto il mondo non solo grazie ai ritmi, ma anche per le sue doti da fotografo e videomaker. A noi però interessa la musica di Jimmy Edgar, quello che crea quando si chiude in studio e che ad ogni annuncio di una nuova uscita fa chiederci quale genere ci aspetta dopo il tasto play e spesso fa storcere il naso a qualcuno. Ma Jimmy è fatto così: le mode sono fatte per essere fotografate e non per essere seguite. Sarà questa visione così aperta che ne fa un nuovo genio dell’elettronica intelligente?
Passare da Warp a !K7 e a Hotflush e ora mettersi in giacca e cravatta per l’inaugurazione della nuovissima Ultramajic (etichetta fondata dallo stesso Jimmy Edgar con Travis Stewart aka Machinedrum) per l’uscita di questo nuovo EP “Hot Inside”. Il titolo dice già tutto: qui le atmosfere sono ben più accattivanti ed energiche rispetto al precedente album “Majenta” che lui stesso aveva definito “metafisico e spirituale”. Per questo tris di tracce Jimmy usa scansioni metriche regolari e forse per la prima volta abbandona il terreno precedente portandosi dietro l’esperienza di Detroit, la scuola di Juan Atkins con cui ha iniziato a collaborare già all’età di quindici anni insieme ai suoi studi sull’ipnosi per dimostrare una buona conoscenza del dancefloor. Effettivamente “Strike”, “Shout” e “Hot Inside” sono quei pezzi che in pista non stancano mai. Questo EP di fatto è techno raffinata, accompagnata con dolcezza verso il mondo della musica elettronica colta d’Europa. I brani sono piuttosto complessi e le composizioni con loop insistenti, in modo particolare su “Strike”, accompagnano le tracce per quasi tutta la durata su stoffa prevalentemente electro. “Shout” vuole suonare energica e asciutta e per qualche strano motivo pare riuscirci davvero. Eleganza e leggerezza si sposano alla perfezione nel brano “Hot Inside” relativamente semplice nel suo saliscendi.
Tutte caratteristiche, queste, che trovano nell’EP un traguardo comunicativo ancor prima che decisivo. Un traguardo – è importante dirlo – di stile, per la scelta di tutti pezzi da ballo piuttosto che rilassante IDM da ascolto. La voglia di sperimentare è tanta a Berlino si sa, e dietro Edgar c’è un’evidente indecisione sulla direzione da prendere. Due fattori pericolosi per un giovane talentuoso; la grande comunità che lo segue si chiede su che strada si orienterà e concentrerà in futuro. Per uno che ha scelto la via dell’individualismo e della conoscenza non è così immediato seguire un percorso musicale preciso. Qualsiasi cosa gli venga in mente riesce a crearla, ne abbiamo le prove! E nell’attesa non possiamo far altro che goderci questo piacevole aperitivo d’apertura offerto da Ultramajic.