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[tab title=”Italiano”]Alcuni si avvicinano alla musica grazie ad amici, parenti, compagni di scuola, etc…, altri la musica l’hanno nel sangue, qualcosa di proprio, una propria cultura. Joey Anderson appartiene a questa seconda categoria. In un modo o nell’altro la sua vita è sempre stata strettamente connessa con la musica: ha iniziato da giovane con la street dance e molti anni dopo è diventato dj e produttore. Il suo unico album “After Forever” uscito quest’anno su Dekmantel Records ha riscosso un enorme consenso tra pubblico e critica. Nonostante una carriera piuttosto breve il suo talento e senso per la musica gli hanno consentito di esibirsi nei main stages dei grandi festival europei di quest’anno. Abbiamo quindi deciso di farci due parole.
Sei cresciuto nel New Jersey, ingegnere e dancer: chi sono le persone che ti hanno condotto su questa strada?
È stata una mia scelta quella di seguire il ballo e la musica. Ho accarezzato l’idea per cui seguire il ritmo in modo creativo fosse una priorità. I membri più anziani della famiglia mi hanno portato nei club ed ai party.
Quanto il posto dove sei cresciuto e le amicizie ti hanno influenzato nel tuo percorso? Da ragazzo avevi mai pensato di diventare dj e producer?
Il luogo dove sono cresciuto è parte di me; ogni parte di me, ogni passo che faccio è rappresenta la realtà da cui non voglio separarmi. Adesso che sono un po’ più vecchio mi rendo conto di tutte le differenti culture da cui ero circondato mentre crescevo. Mi trovavo esattamente nel mezzo del luogo da cui i migrati vengono alla ricerca di un lavoro o un punto di partenza negli Stati Uniti. Il lavoro di DJ Qu mi ha ispirato tantissimo ad iniziare a lavorare sulla musica.
Come hai fatto a conciliare la musica, la famiglia ed il lavoro di ingegnere (ti parlo da ingegnere senza un attimo di tempo libero)?
Da quando ballavo ho accettato la musica come mia cultura. Quindi avere un lavoro era in un certo senso parte della musica. Puoi avere buone giornate e pessime giornate. É in questo caso che ritengo importante la musica, è strettamente connessa con la realtà.
Cos’è successo quando hai incontrato il tuo amico di lunga data DJ Qu durante quella convention che ti ha riportato a seguire e successivamente a far parte della scena house dopo una lunga assenza?
Qu mi ha invitato nell’appartamento di amici dove David S metteva dischi per divertimento. Prima di quello avevo iniziato solamente a collezionare dischi, ma non avevo mai sviluppato una mia tecnica di mixaggio. Ho passato tanti ottimi momenti con loro.
Possiamo dire che le tue releases e di conseguenza il riconoscimento a livello internazionale sia tutto concentrato negli ultimi due anni, nonostante siano anni che suoni. Vi è una spiegazione a questo? E come è ti sei approcciato a questo cambiamento?
Non saprei dove o come misurare la fama. Non ne conosco il motivo, ma sono grato per tutto il supporto e rimarrò il vero me stesso. Questo rende tutto più semplice.
Quanto il tuo passato da ‘dancer’ influenza il tuo modo di pensare/produrre una traccia, il tuo album o un tuo set? Poni attenzione alle persone davanti alla console che ballano?
Il modo in cui ballo è una parte importante di me come producer. Una mano lava l’altra. Musica e ballo sono sposati da sempre. Non possono separarsi, non hanno bisogno di cambiare. Rimarranno legati per sempre. L’energia delle persone che ballano è importante per me. Alcune volte uno non ha idea di cosa abbiano passato le persone prima di vederle nel club. Io cerco di attingere da ciò…o almeno ci provo.
Ti capita mai durante un tuo set o durante le esibizioni di altri tuoi colleghi di voler scendere tra il pubblico e metterti a ballare?
Sono state tantissime le volte che volevo correre in pista e aprire le danze mentre andava un disco… ma se l’avessi fatto sarei stato l’unico a ballare occupando l’intero spazio. Quindi sono restio…
Il tuo album “After Forever” è stato un successo, sapendo che sei uno molto attento ai dettagli, quanto tempo ed impegno vi hai dedicato prima di dire ‘è pronto’?
“After Forever”, per me, è una nuova canzone, un nuovo modo di ballare![/tab]
[tab title=”English”]Someone approach to music by friends, family’s members, school mates etc, others have the music in their blood, something of their own, a culture. Joey Anderson belongs to this second category. In a way or in another his life was always strictly related with music: he has started young with the street dance and many years later he became a dj and producer. His only album “After Forever” released this year on Dekmantel Records has gained a huge support from both public and experts. Despite a rather short career his talent and his sense to music bring him to the main stages of the major European festival this year. So we’ve decided to talk to him a little.
You grew up in New Jersey, engineer and dancer: who has/have conducted you to that way?
It was my choice to be around the dancing, the music. I cherished the idea that of people moving to the beat creatively was a priority. Older family members brought me to clubs and parties.
How much have the place where you grew up and the friendships influenced your choice? When you were young have you ever think to be a dj and producer?
Where I grew up is in me, every part of me, every step i take, its a reality I don’t want to shake. Now that I’m a bit older I realize all the cultures that I grew up around. Exactly right in the pocket regionally, immigrants come to for work or a starting point in the U.S.A. DJ Qu, really inspired me from his work to begin working on music.
How did you combine the music, the family and your work as engineer (I talk to you as an engineer without free time)?
From dancing, I accepted music as my culture. So having a job is kinda part of the music. You have hard days and good days. This is where feeling the music is important for me. It has a relationship with reality.
What’s happening when you’ve meet your old friend DJ Qu during that convention, after that you came back to house music after a long time?
Qu invited me to our friends apartment, David S to spin records for fun. Previous to that I was just starting to collect records but there I was able to develop my mechanics on mixing. I had so many great times with the exchange place crew.
We could say that most of your release and consequentially also the international fame are squeezed in the last two years, even though are several years you’re djing. There’s an explanation to this? And how’re you approaching to this change?
I don’t know where or what to measure as fame. I don’t know any reason, I am grateful for all the support but will remain true to myself. It makes everything easy.
How your past as a dancer affects your way to think/produce a track, your album and yours set? Do you watch the people in front of the console dancing?
The way I dance is a major part of me as a producer. One hand washes the other. Music and dance are married for life. They never can divorce, they never need a change in their lives. They live together forever. The peoples energy on the dance floor is important for me. Sometime one has no idea what a person went through in a day before seeing them in a club. I try to tap into them… well at least I try.
During your or other djs performances do you ever want to go down in the audience and dance?
There was so many times I wanted to rush the floor and get open while a record was playing but if I would do that I would be the only one dancing the way I do in the entire space. So im reluctant…
Your album “After Forever” was a success, known that you’re really careful to details, how much time and efforts have you spent before saying ‘it’s ready’?
“After Forever”, for me, is a new song, a new way to dance![/tab]
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