Uscita in vinile molto tecnica e ricercata, l’ultima prodotta dalla coppia formata da Johannes Heil e D.Diggler aka Andreas Mugge. Etichetta? Unclear. Il duo, che vanta anche un passato, come dire, molto techno, si cimenta con questo “abbraccio” in tre parti (“Embrace One”, “Two” and “Three”) che ti spinge lentamente verso il dancefloor.
La vena dark c’è, specialmente nell’uso della sirena loppata della prima parte, non ansiogena come quelle di una volta ma certamente graffiante. Il problema secondo me è la cassa: intervallata, a metà strada fra Cile e Detroit, ti porta un po’ qua e un po’ la senza mai esporsi troppo. Se dovessi definirla a tutti i costi direi che è una cassa allo stato gassoso. Molto meglio la parte finale, dove una melodia quasi da pianoforte ti porta in alta quota, sbattendoti direttamente in Svezia, o in Finlandia, forse, e comunque al freddo.
Parte due e tre sono sulla falsa riga della prima, solo un po’ più tranquile, da inizio serata. Ripeto, la tecnica c’è, è musica composta con una certa conoscenza di programmi, strumenti e sintetizzatori. Tanta qualità, è che manca la poesia. Minimale, ai limiti della sperimentazione futuristica, lo “Slow Condition Remix” di Romano Alfieri, a mio avviso la parte più profonda e coraggiosa dell’EP, un pezzo che forse si sarebbe divertito a comporre Aphex Twin, una gran bella idea.