Ricordo come se fosse ieri, quando il greco Lemos bagnava l’esordio con la “maglia” Bass Culture. La lista di artisti entrati nel roster poi si è incredibilmente arricchita di nomi che poco più avanti sarebbero diventati ancora più popolari, altri invece da cui effettivamente ci si aspettava di più e che hanno tradito le aspettative. Sarà per questo che ora il buon D’Julz ha pensato bene di attuare la politica del ringiovanimento, puntando sulla “cantera”. Cambi paese, ma i talenti di casa ci sono sempre. Spazio quindi a John Jastszebski, nome impronunciabile ma non nuovo alla scena di Parigi, con la residenza al Rex Club. Il tempo per farsi le ossa lo ha avuto con svariate releases e buoni support, ora il lancio in una top label con il nuovo lavoro: “Work EP”.
Partendo proprio dalla prima traccia (“Work”), un sali e scendi di emozioni. Partenza a razzo, dove drum e basso ricreano il tipico andamento tech-house. In realtà ci portano lentamente fuori strada, visto che la giusta dose di chord respinge l’assalto e conduce il tutto su un binario decisamente deep abbinato dal classico uso di hit vocale. Con “Drive In” l’impostazione cambia radicalmente. Piano funky in crescendo attraverso un sapiente gioco di filtri in entrata e uscita, ma poco altro in fase di costruzione. Una di quelle tracce di cui ti aspetti l’ingresso di qualche elemento che dia spinta, ma che invece non arriva mai.
Poi entra in scena un maestro in tema di house di qualità, come Delano Smith. Non ce ne voglia il buon John, ma la mano dell’americano si sente, eccome se si sente. Elementi tribal si accostano perfettamente ad un piano dapprima in “reverse” e poi rinormalizzato a seguito della pausa, in una dimensione che porta la mente ad un viaggio nella natura. Risultato a dir poco eccellente, senza dubbio la traccia più meritevole all’interno dell’EP, neanche paragonabile alla versione originale (disponibile solo in digitale) che ancora una volta risulta piuttosto misera. “Clock” chiude l’EP con un andamento lento, dove il synth portante fa la sua figura con sufficienza e riconferma con perentoria certezza il giudizio partorito nelle prime tracce, ovvero la pochezza di idee nello sviluppo.
Puntare sui giovani di casa non sempre premia, meglio accostarli a qualcuno che gode di maggior esperienza, almeno in questo caso!