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[tab title=”Italiano”]“I bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano”. Con questa celebre frase tratta dal film “I pirati di Silicon Valley” l’artista che vi presentiamo oggi non sarebbe proprio d’accordo. Amico e collega di Boddika nel progetto Instra:mental, Jon Convex ha intrapreso la carriera solista da qualche anno cambiando in gran parte molti aspetti del proprio lavoro. Lavorare senza compromessi e senza ricercare troppo le cose passate sono i punti fondamentali del lavoro di Jon Convex riuscendo a fare tutto ciò che vuole in piena libertà. E senza troppi giri di parole questo è da sempre uno dei punti fondamentali per poter essere chiamato artista.
Fai parte del duo Instra:Mental insieme al tuo amico e collega Boddika, quando e perché hai deciso di iniziare la tua carriera da solista?
Verso la fine della stesura dell’album “Resolution 653” ci accorgemmo che stavamo spingendo in direzioni diverse e la partnership non funzionava come una volta. Non è bello quando le cose sono forzate e non abbiamo mai voluto fare le cose solo per il gusto di farlo. Così Instra:mental era stato un capitolo con un corpo di lavoro solido.
Si dice che il tuo alias “Jon Convex” derivi in parte da un personaggio del film “Videodrome” del 1980. E’ vera questa cosa? Puoi raccontarci come e perché hai scelto questo nome?
Sono cresciuto in un negozio di videonoleggio di proprietà di mia madre e avevo l’abitudine di guardare tutti i vecchi film in vhs, tutto questo molto l’ispirazione che ho per quello che faccio. Mi è piaciuto il nome Convex dal film Videodrome e Jon viene dal mio secondo nome John. Ho usato Jon, e come quando stavo progettando un logo mi sembrava meglio. L’ho usato anche per rendere omaggio a un caro amico che ho perso quando avevo 17 anni, Jon Vann.
Anche se non sembra, per un artista passare da un progetto di duo a un progetto da solista è un cambiamento molto grande. Come hai vissuto i tuoi primi tempi da solista e come ti trovi ora? Quali sono gli aspetti del tuo lavoro che sono cambiati rispetto a Instra:Mental?
In un primo momento è stato molto diverso, perché ho istallato un nuovo studio con una nuova selezione di synth e dinamiche differenti dal set up di Instra:mental, in questo modo ho potuto ritagliarmi un nuovo suono. Ho sempre avuto influenze di Instra:mental per la maggior parte della mia vita sin da quando eravamo bambini, come ho scritto. Ora non c’è nessun compromesso con il suono che voglio usare o per come voglio fare cose. Mi piace anche molto il mio equipaggiamento per produrre musica, e sono sempre chiuso a chiave nel mio studio. Sento che le mie produzioni hanno fatto una lunga strada ora.
Quali sono gli artisti e le labels che ti hanno influenzato nel corso degli anni?
Non presto troppa attenzione alla musica “corrente” e non esco molto in questi giorni, trovo che mi distragga da quello che realmente voglio produrre. Prendo un sacco di ispirazione dall’electronica piu vecchia. Alcuni dei produttori più giovani là fuori stanno facendo un bel lavoro, a sud di Londra Ordnance sta lavorando a linee di basso contorte nella techno, che mi piace fare sempre. Penso che troppe persone sono a caccia di queste cose anni novanta, così facendo queste persone non si spingono oltre i confini della techno.
Musicalmente parlando hai il tuo stile personale che però ingloba più generi musicali insieme. Un classico esempio è il tuo album “Idoru” su Convex Industries che contiene tracce deep, electro, tech-house e techno. Ma oltre a “Idoru” anche altri tuoi lavori sono di più generi differenti. Come mai questa scelta e come nasce una tua traccia?
Come il lavoro svolto come Instra:mental tendo ad attingere da una grande fonte di influenze. Per me non si tratta di genere musicale, è tutta una questione di tempo. Attingo dalla techno, electro, glitch, drum and bass e cerco di lavorare gli elementi nel tempo in cui sto lavorando. Ecco perché sono sempre al limite. Non ho mai davvero in forma in uno stampo. che a volte è una brutta cosa, ma sono felice. Non mi adatto mai in uno stampo, che a volte è una brutta cosa, ma sono felice così.
Riferendosi alla domanda di prima, anche i tuoi dj set sono così vari? Com’è organizzato un tuo dj set?
In questi giorni cercherò di creare un set in chiave in modo che possa scorrere bene, farò questo con “Mixed In Key” e “Rekordbox”. Per primo sono un produttore e penso ai dj set dal punto di vista della produzione, così che tutto vada bene.
Quando e come hai iniziato con “Convex Industries”? Perché hai deciso di creare una tua etichetta propria?
Un paio di anni fa, come ogni artista, non volevo aspettare altre etichette per fare uscire la mia musica, anche io sono un maniaco del controllo e mi piace provare a fare tutto da solo, anche l’intero pacchetto.
Nel corso degli anni è cambiato il tuo modo di produrre in studio e di suonare musica dal vivo? Se si, come?
Sono riuscito a scrollarmi di dosso questa infinita necessità di più synth, dinamiche e “giocattoli”. Ero ossessionato da “bisogno” dei più recenti strumenti o la raccolta di equipaggiamenti sconosciuti. Ora mi rendo conto che per la maggior parte si trattava di un distrazione e si può avere tutti il migliori del mondo, ma se non stai scrivendo nulla allora cosa importa? Ora ho una piccola selezione di sintetizzatori e macchine di cui ho bisogno per fare il lavoro e dei buoni monitor. In questo periodo sono più concentrato e scrivo molto più veloce.
E’ iniziato da poco un nuovo anno, quali sono i tuoi obiettivi per il 2014? Quando potremmo ascoltare qualche tuo nuovo lavoro?
Ho scritto alcune collaborazioni e sono in procinto di finire del nuovo materiale come Jon Convex del quale sono entusiasta. Anche io ho riavviato il mio alias di Instra:mental, Kid Drama che si concentra su “Autonomic” insieme a dBridge. Quest’anno sarà un anno molto impegnativo.[/tab]
[tab title=”English”]”Good artists copy, great artists steal.” With this famous sentence from the movie “Pirates of Silicon Valley” the artist we present today would not quite agree. Friend and colleague of Boddika in the project Instra:mental, Jon Convex embarked a solo career from few years, in large part by changing many aspects of their work. Working without compromise and without looking too the past things are the key points of the work of Jon Convex which in the musical side is able to do whatever he want in total freedom. Without too much words, this has always been one of the most important points in order to be called an artist.
You are part of the duo Instra: Mental together with your friend and colleague Boddika, but when and why did you decide to start your solo career?
Towards the end of writing the “Resolution 653 album” we were pushing in different directions and the partnership wasn’t working as it used to, so it’s not good when things are forced and we never wanted to do things out for the sake of it. So Instra:mental was a chapter with a solid body of work.
It is said that your alias “Jon Convex” derives in part from a character in the movie “Videodrome” of 1980. Isn’t it? Can you tell us how and why did you choose this name?
I grew up in a video rental store owned by my mother and used to watch all of the old VHS movies, all of this played a great deal in the inspiration for what I do. I liked the name Convex from the movie Videodrome and Jon comes from my middle name John. I used Jon as when I was designing a logo it looked better. I also decided use this name to pay respects to a close friend I lost when I was 17, Jon Vann.
Even though it doesn’t seems, for an artist, moving from a duo project to a solo carreer is a very big change. How did you experience your first period as Jon Convex and how do you feel now? Which are your aspects of work that have changed respect from Instra: Mental project?
At first it was very different because I setup a new studio with a new selections of synths and dynamics different from the Instra:meantal setup, so I could carve out a new sound. I always had “Instra:mental” influences in that partnership for most of my life since we were kids as I wrote. Now there’s no compromise with what sounds I want to use or how I wanna do things. I also like my equipment for producing music, and in this period I’m always locked in my studio. I feel my productions have come a long way now.
Who are the artists and the labels that have influenced you over the years?
I don’t pay too much attention to “current” music and I don’t go out much these days, I find that it distracts me from what I actually want to write. I take a lot of inspiration from older electronica. Some of the younger producers out there are doing some nice work, South London Ordnance is working in twisted basslines into the techno which I always like doing. I think too many people are chasing this old 90’s thing and so this people don’t pushing over the boundaries of techno.
Musically speaking, you have your personal style that incorporates more musical genres together. A classic example is your album “Idoru” on Convex Industries that contains deep, electro, tech-house and techno tracks. But in addition to “Idoru” also in others of your works are more different kinds of music. Why this choise and how born a your track?
Like the work done as Instra:mental I tend to draw from a big pool of influences. for me it’s never about music genre, it’s all about tempo. I’ll draw from techno, electro, glitch, drum and bass and try to work the elements into the tempo which I’m currently working. Thats why I’m always on the edge. I really never fit into a mould, which is sometimes a bad thing, but I’m happy.
Referring to the previous question, also your dj sets are so various? How is organized your dj set?
These days I’ll try to create a set in key so it could flowing nicely, I’ll do this with “Mixed In Key” and “Rekordbox”. Foremost I’m a producer and I think of the dj sets from a production point of view, so it all goes well.
When and how did you start with “Convex Industries”? Why did you decide to create your own label?
Couple of years ago now, like every artist, I didn’t want to wait on other labels to put out my music, also I’m a control freak and like to try to do everything myself, the whole package.
During the years is changed your way of producing music in the studio and playing music in clubs? If so, how?
I have managed to shake off this never-ending need for more synths and dynamics and “toys”. I was obsessed in “needing” the latest tools or collecting obscure gear. I now realise that for the most it’s a distraction and you can have all the best gear in the world but if you’re not writing anything then what’s the point? Now I’ve got a small selection of synths and machines I need to do the job and some good monitors. In this period I’m more focused and write much quicker.
It’s just started a new year, what are your goals for 2014? When we will able listening some of your new works?
I’ve been writing some collabs and also I’m just in the process of finishing some new Jon Convex material which I’m excited about. Also I have restarted my Kid Drama (Instra:mental) alias which is focusing on the “Autonomic” side of things alongside dBridge. So this year is going to be a very busy one indeed![/tab]
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