Notizie che è bello dare. Due giorni fa, con davvero poca felicità e molta angoscia, pubblicavamo – riprendendo le parole dell’Ansa – la notizia di come Joseph Capriati fosse in pericolo di vita. Nel frattempo però è finito on line un post di Parallel, il suo management, che siamo felici di riportare qui:
Vi ringraziamo di cuore per l’affetto che ci state dimostrando. Fan, colleghi e amici.
Ci teniamo a rassicurarvi che…
Pubblicato da parallel su Sabato 9 gennaio 2021
Ora, al di là di questo, e al di là degli auguri di cuore a Capriati di riprendersi, auguri che si farebbero a qualsiasi persona (se non si è degli stronzi) e che a maggior ragione si fanno ad un artista che proprio in quest’ultima fase della sua carriera aveva mostrato una grande attenzione anche a questioni non prettamente musicali e al combattere per la causa della rispettabilità culturale della musica da dancefloor impiegando tempi, risorse e nervi (mentre molti parlano parlano sui social ma nulla fanno in tal senso, famosi o sconosciuti che siano…), bene, al di là di questo che resta come ovvio il punto fondamentale inevitabilmente in queste ultime 48 ore è partita la ridda di ipotesi, supposizioni, retroscena, sbandierate certezze; addirittura vocali su WhatsApp con fantomatiche rivelazioni.
Non che uno se ne sorprenda: ci sta. Anche perché veramente enorme, assurdo ed imprevedibile è ciò che è successo, non giriamoci attorno: un modo per elaborare la sorpresa e lo choc è allora anche cercare subito delle spiegazioni, delle motivazioni, delle ipotesi. E’ umano. Ma diventa altrettanto umano ragionare a mente lucida, in un secondo momento, e capire che fisiologicamente gran parte di queste ipotesi e di queste supposte realtà&rivelazioni è basata sul nulla, o è basata su un effetto telefono-senza-fili che inevitabilmente distorce, crea, inventa, deforma le cose in modo grottesco. Fino a creare dei piccoli mostri (…e delle grandi, irrealistiche puttanate).
Non è questione insomma di dare la colpa a chi ha discusso fra sé e sé o con amici e conoscentI sul perché possa essere successo ciò che mai avremmo pensato potesse succedere, tutti l’abbiamo fatto, non mentiamoci; ma la colpa si dà a chi, col tempo di rifletterci sopra, non prende tutto questo con le dovute cautele e le dovute pinze, partendo dal presupposto “Sono solo ipotesi basate sul nulla e sul sentito dire, valgono per quello che valgono, cioè pochissimo”. Un’unica cosa è certa: la brutta figura di chi si è messo pubblicamente a fare battutine, pensando di essere intelligente, brillante, spiritoso – o sentendosi autorizzato a farlo perché non apprezza il Capriati dj o musicista. Grado di maturità: zero. Sappiamo di farci dei nemici nel dirlo, sappiamo di apparire poco simpatici e magari pure saccenti, ma non ce ne importa granché. Aka, non ce ne frega un cazzo. Perché bisognerebbe tutti quanti ritrovare il senso dell’umana solidarietà: visto che dietro le tastiere è molto facile essere leoni ed essere campioni del cinismo brillante, poi però se arriva la realtà a bastonarti, stai sicuro che il cinismo ti passa tutto e, anzi, ti diventa particolarmente indigesto e spregevole.
Il 2021 sarà molto difficile per tutti. Se ne viene fuori meglio e se ne viene fuori prima se ci si sente comunità e si pratica solidarietà, punto, e non se c’è la garetta a chi fa la battuta più tagliente ed ostenta di saperla più lunga – in contrapposizione al resto del mondo che, si sa, “…sono solo pecoroni e subumani”. Quando invece fidatevi, i veri subumani sono quelli che praticano il cinismo, il retroscenismo pezzotto e il sense of humour nei modi e momenti meno opportuni, meno intelligenti.
Foto di Dave Clarke. Sì, QUEL Dave Clarke.