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[tab title=”Italiano”]Quando nell’estate di circa due anni fa uscì dalla pancia di un barcone parcheggiato su un molo di Bordeaux (IBoat), dopo aver ascoltato per la prima volta Julietta, rimasi entusiasta dell’atmosfera creata da quella giovane e talentuosa dj. Da quella selezione raffinata e capace di farti muovere sempre di più, lentamente, costantemente. Dal feeling creatosi tra lei e il pubblico, un dialogo pieni sorrisi su quanta felicità possano dare house e techno quando manipolate con cura. Se da una parte gli anni passati alla ricerca di gemme nascoste per scaldare alcuni dei dancefloor più belli d’Europa e una tecnica sopraffina fanno di Julietta una dj completa, dall’altra la sua semplicità e passione richiamano prepotentemente la vera sostanza del disc jockey.
Monaco è la città che ti ha visto nascere e crescere professionalmente; tanto ti ha dato in passato, tanto hai restituito (e continui a farlo) attraverso i diversi party a cui partecipi ma soprattutto attraverso la tua musica. Cosa trovi sia cambiato maggiormente dal tuo primo approccio alla città ad oggi e cosa la rende per te speciale?
Sono entrata in contatto con la città abbastanza presto, da bambina – questa è anche la mia città natale. Secondo me Monaco, oltre ad Amburgo, è la più bella città in Germania. Offre un sacco di natura, edifici pittorici e siamo vicini alle Alpi. Si può andare in Italia in sole tre ore! Inoltre la scena locale non è da sottovalutare. I primi acid house party ebbero inizio già a partire dai primi anni Novanta e sin da quel momento abbiamo avuto una serie infinita di clubs dediti alla musica elettronica che aprivano e chiudevano, come in ogni altra grande città in Germania. Al giorno d’oggi qui c’è ancora una scena paragonabile a quella, grande e giovane ma le feste davvero eccezionali sono sempre meno. Il modo in cui la gente esce è diverso rispetto agli “anni d’oro della techno” circa due anni fa. Ora le persone risparmiano i soldi per eventi speciali, dove possono incontrare la maggior parte dei loro amici. Il risultato è che, la maggior parte di coloro che si occupano di contattare gli artisti per una serata guardano sempre più a “quale artista attrae il maggior numero di giovani” piuttosto che seguire le proprie idee, in quanto non sarebbero in grado di riempire il locale con una line up troppo particolare. E’ triste vedere ciò, non solo a Monaco. Ci sono alcuni promoters che hanno ancora la possibilità di “bookare” chiunque vogliano, ma questa è sempre più una situazione eccezionale. Questo è il motivo per cui ora come ora spendo sempre più tempo a Berlino, in quanto molti dei miei amici si sono trasferiti là e per un’artista è ancora il miglior posto per suonare, trovare ispirazione e conoscere altri artisti.
A proposito di “Slave To The Rhythm” ci potresti raccontare come nasce questo progetto e qual è l’idea alla base di esso?
Con gli anni, dopo aver viaggiato e suonato in diversi clubs e in altrettante città differenti, io ed ANA abbiamo incontrato molti artisti incredibili che, curiosamente, non avevano mai – o almeno molto raramente – suonato nella nostra città natale. Con “Slave To The Rhythm” proviamo a riportare nuovamente l’attenzione sulla musica, lontani dai luccichii delle celebrità e dalla noia del mainstream. Nessun dj superstar accompagnato da un marchio, come si possono trovare adesso ad Ibiza, gli ospiti che invitiamo sono artisti ed amici che seguiamo e apprezziamo da molto tempo indipendentemente dal fatto che abbiano o meno un nome famoso. Inoltre l’aver prodotto qualcosa non è un fattore cruciale. Alla fine ciò che vogliamo è dar vita ad un bella festa, con bella musica ed un’atmosfera speciale che abbia personalità. Fortunatamente fin’ora ha funzionato e la gente ha apprezzato i nostri booking speciali – ogni singolo party per noi è stato eccezionale come altrettanto incredibili i feedback! Adesso abbiamo iniziato a portare in giro – oltre alla nostra serata a Monaco – alcuni showcases in altre città come Roma, Firenze, Amsterdam, Berlino…e altre nuove arriveranno in futuro.
Qual è secondo te il segreto per trasformare un party in qualcosa di più speciale, che duri nel tempo, in cui le persone possano identificarsi?
Io credo che se porti avanti qualcosa col cuore come noi proviamo a fare, le giuste persone ti seguiranno automaticamente. Tutte le persone con cui abbiamo collaborato – dal grafici, ai fotografi o vjs – sono tutti amici con una grande passione per ciò che stanno facendo. Credo che questo sia il segreto per quasi tutto.
Ad oggi non si contano tue produzioni. Nasci come dj e conquisti il rispetto dei tuoi ascoltatori esclusivamente attraverso i tuoi dj set, il che all’interno del panorama odierno non è cosa proprio comune. Produrre non è qualcosa che ti interessa oppure è solo una questione di tempo e in futuro possiamo aspettarci qualcosa?
La mia priorità numero uno era / è / e sempre sarà suonare dischi. Anche se ho cominciato ad armeggiare un po’ con Ableton, la mia passione più grande rimane quella di suonare come dj. Non c’è niente che amo di più di spendere ore su Discogs, in negozi di dischi, trovando quelle tracce che si spera sia la prima a scoprire dopo anni in cui non vengono suonate. C’è così tanta buona musica in giro, sia datata che nuova. Sto comprando davvero un sacco di cose che non sono neanche sicura di suonare un giorno. Penso sia una sorta di dipendenza…
Tornando indietro nel tempo, qual è stato il tuo primo approccio al mondo della musica elettronica e quando hai capito che la esperienza di un club sarebbe stata dietro la consolle?
Ad essere onesti ho impiegato un po’ di tempo a capirlo, anche perché quando ero più giovane ero giusto solo innamorata di vinili e mi piaceva mixarli. Non avrei mai potuto immaginarmi suonare in un club sino a quando il mio ragazzo mi ha preso come si suol dire a calci in culo. Osservò la mia grande passione ed il mio talento, tutti i giorni. E fu, a dirla tutta, proprio lui a convincermi a suonare in un club – dopo quella prima sera cambiai immediatamente idea, era stato semplicemente fantastico suonare la tua musica preferita per altre persone e vedere la reazione di queste sulla pista…Anche se non è più il mio ragazzo – grazie a lui per avermi portato sulla retta via!
I tuoi dj sets si muovono fra le diverse sfumature di house a volte più deep e ipnotici a volte più funky, miscelando sapientemente vecchie tracce a più recenti, a volte vere e proprie gemme. Il risultato è un groove versatile, a cui difficilmente si può resistere. Quali sono gli artisti e le label che in passato ti hanno influenzato di più e quali invece quelli che oggi ritieni più promettenti?
In passato Maurizio / Basich Channel, Moodymann e le vecchie cose della Studio 1 erano i primi nomi che mi venivano in mente. La mia prima volta da resident in assoluto fu al leggendario Ultraschall, il primo club techno di Monaco, dove avevo la possibilità di suonare regolarmente su entrambi i piani, nella sala principale e in quella chiamata “chill out floor”, dove si era completamente liberi di suonare qualunque cosa ti passasse per la testa. In quest’ultima ero molto più per cose ambient e drum & bass come Autreche, Pan Sonic e questo genere di sonorità elettroniche mentre quando suonavo nel mainfloor era techno. Ovviamente ho avuto anche qualche momento non proprio onorevole lungo il mio percorso musicale ma alla fine ho ritrovato la mia strada per il ritorno alle origini – tutta quella musica senza tempo sin dall’inizio è stata ed è tuttora sui miei ripiani (e borsa) e nel mio cuore. Parlando invece degli artisti che mi influenzano in questo periodo, credo siano veramente tantissimi considerando che la produzione settimanale di musica sia di molte volte superiore rispetto a 10 o 20 anni fa. Ricardo mi fa sempre impazzire col suo modo unico di produrre, adoro le tracce di Dj Qu, Ion Ludwig, Eduardo De La Calle, Joey Anderson e sono felice di rivedere sul conto alcune vecchie facce come Delano Smith, Steve o’Sullivan, Point G… Parlando invece di etichette discografiche mi piacerebbe richiamare la grandissima Sushitec, come anche i ragazzi della Hello?Repeat che stanno facendo davvero un altrettanto ottimo lavoro e anche Tardis,una nuova label portata avanti dai miei amici Eli Verveine & Oscar Schubaq. Oltretutto vorrei sottolineare come al momento ci siano davvero molti artisti notevoli (produttori e djs), specialmente provenienti dalla Romania. Tra questi per esempio, Praslea è attualmente uno dei dj più stimolanti ed incredibili con un proprio personale suono.
Potresti indicarci tre tracce che Julietta ama e che in qualche modo ti rappresentano.
KB Project – The Symphony (Elevate): questa è probabilmente una delle tracce più suonate della mia collezione considerando che esce tutte le sere per creare atmosfera e un mood speciale. Dj Funk – House the Groove (Dance Mania): non ho mai cercato il nome di una traccia così tanto come per questa! La scoprii in un mix degli anni Novanta e finalmente, dopo un bel po’ di anni stavo suonando con Fumiya Tanka quando improvvisamente la mise – Yay! Steven Tang – Verged (Aesthetic Audio): semplicemente amo quell’atmosfera viaggiosa e spaziale presente in questa traccia. Nella mia borsa da quasi 3 anni e non ho mai osato lasciarla a casa.
Sappiamo che hai già avuto diverse opportunità di esibirti anche in Italia, che idea ti sei fatta in generale del clubbing italiano e quali party/club ti sentiresti di consigliare?
Ho come l’impressione che in Italia molte cose stiano cambiando, provocate dalla recessione come in Germania. I locali diventano sempre e nuovamente più piccoli ed intimi, e ad essere onesti apprezzo davvero tutto ciò in quanto riesci ad avere una connessione migliore con il pubblico. Ho avuto molte serate bellissime in Italia, amo davvero suonarci. E le cene con gli artisti sono sempre le migliori.
Quali invece i party in giro per il mondo che più ti hanno impressionato recentemente?
La scena di Parigi sta come esplodendo in questo momento – dopo alcuni anni di smarrimento i locali stanno nascendo come funghi. Specialmente i ragazzi del Concrete stanno facendo bene. Loro ci sono riusciti, hanno costruito una serie di eventi di successo e in rapida crescita, chiamando solo artisti di qualità – e la gente li ha seguiti. Giù il cappello! E per me è stato un gran piacere suonare per loro qualche mese fa… Londra prosegue su un percorso molto simile a quello di Parigi, al momento – davvero tante belle serate con lineup notevoli e party ben avviati. La mia seconda residenza, Half Baked, è uno di questi e sono sempre felice di poter alle loro feste decisamente fuori di testa. Non è inoltre da dimenticare il mio posto preferito in Germania – Club Der Visionäre a Berlino – dove fortunatamente ho avuto la possibilità di suonare abbastanza regolarmente lo scorso mese.[/tab]
[tab title=”English”]In summer 2012, when I exited from the hull of a boat moored in a dock in Bordeaux (IBoat), after listening Julietta for the first time, I felt full of enthusiasm left by the atmosphere created by the young and gifted Dj. An enthusiasm left by the sophisticated selection, able to make you dance always more, slowly and constantly. An enthusiasm left by the feeling between her and the audience, a dialog full of smiles given by the happiness that can give house and techno when manipulated carefully. If on one hand the years she spent looking for hidden gems to warm up any good dance floor in Europe and the refine technique of Julietta made her a complete dj, on the other hand her simplicity and passion strongly evoke the true essence of the disc jockey.
Munich is the city that saw you professionally arise and grow up; it has been giving you so much that you have kept giving back through the various parties you participate in and especially through your music. According to you, what has changed since you first got in touch with the city and what does make Munich special to you, aside from the Oktoberfest?
I already got in touch with the city quite early as a baby – I’m even born here. Munich is for me – besides Hamburg – the most beautiful city in Germany. It provides lots of nature, pictorial buildings and we are close to the Alps. You can go to Italy within 3 hours! The scene here is also not to be underestimated. The first acid house parties started already in the early Nineties – since that time we had countless electronic music clubs opening and closing again, like in every other bigger city in Germany. Nowadays there is still a comparable big and young scene here, but the outstanding parties are getting less. The way the people go out is different than in the “golden years of techno” a couple of years ago. The people save their money for special events where they can meet most of their friends. The result is that most of the club bookings are more and more about “which artist attracts the widest range of young people” than following their own idealism, as they would have problems to fill the club with a too particular line up. It’s sad to watch this – not only in Munich. There are a few promoters who are still blessed having the choice to book whatever they want, but that’s increasingly an exception. That’s one of the reasons I spend more and more time in Berlin right now, as a big part of my friends moved there and for an artist it’s still the best place to play, get new inspirations and connecting to other artists.
Speaking about “Slave To The Rhythm”, could you tell us how that project has arisen and what is the basic idea at the root of it?
After traveling and playing in different clubs in different cities over the years, ANA and me met so many amazing artists, who curiously never – or at least rarely – played in our own hometown. With Slave To The Rhythm we try to put the focus back to the music, far away from celebrity bling and mainstream boredom. No “branded” superstar DJs like you see everywhere in Ibiza right now, the guests we invite are artists and friends we follow and appreciate for a long time, no matter if they have big names or not. Also the releases are not a crucial factor. In the end we just want a good party with good music and a special vibe that stands for itself. It fortunately worked out so far and the people appreciated our special bookings – every single party was kind of outstanding for us and the people’s feedback was amazing! Now we started – besides our night in Munich – to do some showcases in other cities, like in Rome, Florence, Amsterdam, Berlin… and some more to come!
As you see it, what is the secret to transform a party in something more special, that lasts in time and in which people can identify themselves?
I think, if you do something from your heart like we try to do, the right people will follow automatically. All the people we work with – whether it’s graphic designers, photographers or VJs – they are all friends with a big passion for what they are doing. I’m sure this is the secret for almost everything.
To date, your productions are countless. You were born a dj and you have conquered the respect of your audience exclusively through your dj sets, which is, in the current context, not really common. Producing is not something that attracts you or is it just a matter of time, and in the future, we could expect you to take that path?
My number one priority was / is / and always will be: playing records. Even I started to tinker a little bit around with Ableton, my biggest passion is still the dj thing. I love nothing more than spending hours on Discogs, in record shops, finding stuff I’m hopefully the first who discovers it after not being played for many years. There is so much good music around, old and new stuff. I’m buying so much stuff, even I’m sure I can maybe never play it. It’s a kind of addiction I think…
Turning back in time, how was your first contact with electronic music and when did you understand that for you, a club’s experience would be behind the console?
To be honest, it took me quite long to understand this, as I was just in love with vinyl and in doing mix tapes when I was younger. I never ever could imagine myself playing in a club – until the moment my boyfriend kicked my ass. He noticed my big passion and my talent, every day. He was actually the one who convinced me playing in a club – after that night I changed my opinion straight away as it was simply amazing to play your favourite music for people, see their reactions on the dancefloor… Even he is not my boyfriend anymore – thanks to him for bringing me on the right way!
Your dj sets shift through the various shades of house, sometimes deep and hypnotic, sometimes funky, expertly mixing old and more recent tracks, getting to real and genuine gems. The result is a versatile hard to resist groove. Who are the artists and labels that mostly influenced you? And who are the nowadays artists that you consider promising?
Backinthedays Maurizio/Basic Channel, Moodymann and the old Studio 1 stuff were the first names appearing in my head. My first residency ever was at legendary Ultraschall, the first techno club in Munich, where I had the chance to play regularly on both floors, on the main floor and on the “chill out floor”, where we could play whatever we had in our mind. I was totally into ambient and drum & bass like Autechre, Pan Sonic and all this Electronica stuff, on the main floor I played techno. Of course I also had some outraged moments on my musical path, but in the end I found my way back to the point where everything started – all those timeless stuff from the beginning is still in my shelf (and bag) and in my heart. Talking about present influencing artists – they are countless, as the weekly musical output is many many times higher than 10 or 20 years ago. Ricardo always blows my mind with his unique way of producing, I love DJ Qu’s releases, Ion Ludwig, Eduardo de la Calle, Joey Anderson and I’m so happy to see some old faces back on the bill like Delano Smith, Steve O’Sullivan, Point G… Talking about labels I would name the wonderful label Sushitech of course, the guys from Hello?Repeat are doing a good job aswell and Tardis is a great newcomer label from my friends Eli Verveine & Oscar Schubaq. Furthermore I really have to point out that there are so many amazing artists especially from Romania at the moment – producers and djs. Praslea for instance is for me currently one of the most inspirational and outstanding djs with his own special sound.
Could you point us out three tracks that you love and that depict you in some way.
KB Project – The Symphony (Elevate): this is probably one of the most played records I have in my collection, as it emerged every night to a special mood and atmosphere. DJ Funk – House The Groove (Dance Mania): I never searched for the name of a record as long as for this record! I discovered it on a DJ mix from the Nineties and finally, after so many years, I played with Fumiya Tanaka and he suddenly pulled this record out – yay! Steven Tang – Verged (Aesthetic Audio): I simply love the trippy and spacy atmosphere in this track. In my bag for nearly 3 years now and I never dare to leave it at home.
You had various opportunities to perform also in Italy. What general idea did you get of italian clubbing and which party would you suggest there?
I have the impression that a lot is happening right now in Italy, caused by the recession like in Germany. The venues are getting smaller and more intimate again, what I love even more to be honest, as you have a better connection to the crowd. I had so many wonderful nights in Italy, I really love to play there. And the artist dinners are always the best.
Which are the parties that have impressed you most recently around the world?
The scene in Paris is kind of exploding at the moment – after many years of decrease the clubs spring up like mushrooms. Especially the guys from Concrete are doing quite well. They made it to build up such a successful and fast growing series of events with only quality booking – and the people just follow. Hats off! And for me a big pleasure of course to play for them a few months ago… London is going a similar way like Paris at the moment – so many good nights with great line ups and well going parties. Half Baked, my second residency, is one of those and I’m always happy to play at their absolutely insane parties. And not to forget my all-time favourite place in Germany – Club der Visionäre in Berlin – where I fortunately had the chance to play quite regularly the last months.[/tab]
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