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Negli ultimi mesi, soprattutto nell’ultima settimana, la stampa internazionale ha spostato il suo focus su Justin Bieber come mai ha fatto in passato, dimostrando di aver cambiato radicalmente opinione in merito e provando a spiegarne il motivo in diversi modi. Dal momento che il giovane canadese è una personalità seguitissima anche dalle nostre parti, ci sarebbe piaciuto trovare la stessa attenzione anche da parte della stampa italiana, salvo poi constatare che a Justin Bieber non sono stati dedicati i dovuti approfondimenti, ma articoli che spesso rasentavano il puro “click-baiting”.
Insomma ci abbiamo visto un’occasione mancata, l’occasione per spiegare perché il mainstream (in questo caso specifico Bieber) non è “il male” in assoluto, ma si rivela malvagio se trattato in modo superficiale, contrassegnandolo come un contenuto senz’anima che porta solo tanti click. Questa era l’occasione per urlare a un certo tipo di pubblico che un pregiudizio è quasi sempre sbagliato, soprattutto quando hai dei fatti e un analisi concreta per supportarlo.
Ma Justin alla fine è diventato cool oppure no?
Una prima risposta ce la dà direttamente NME, che senza troppi scrupoli lo mette in copertina e lo dichiara apertamente: “Actually Kinda Cool”. Ma vogliamo andare più a fondo. Perché è diventato cool? Perché questa percezione?
A) Perché ha svestito i panni del teenager ribelle (e spesso fuori luogo) ed ha capito che il pubblico di cui ha bisogno per crescere definitivamente non si accontenta solo di un bel viso, ma vuole anche sostanza e personalità. Non una cosa da niente, ma un cambio radicale. Un assaggio lo abbiamo avuto durante gli MTV VMAs dove il canadese si è commosso davanti alla platea: abituato ad essere fischiato e riempito di insulti, questa volta per lui c’erano solo applausi e grande supporto. La conferma poi è arrivata anche da una persona vicina al suo staff: “Justin ha lavorato tanto, non solo sulla performance ma anche su se stesso”. Quindi Justin ha capito che il futuro non sono solo i beliebers, ha capito che deve tornare ad essere vulnerabile per tornare ad essere umano.
B) Perché ha scelto gli amici giusti. Non è un caso che l’indice di gradimento del biondino si sia impennato nel momento in cui al posto di Selena Gomez & co. sono iniziati a comparire al suo fianco Kanye West & friends. Un conto è essere il protetto di Usher, un altro è fare ballotta col dio dell’hype. Solo nell’ultimo anno abbiamo visto Biebs spiccare tra gli invitati al compleanno di Kanye, supportarlo nella corsa presidenziale e ricambiare sviolinate sulle testate più importanti al Mondo. Il ragazzo ha capito da che parte schierarsi.
C) Perché ha iniziato a fare un altro tipo di musica. Siamo consapevoli di aver lasciato l’argomento per ultimo, ma in realtà è il punto più importante. In particolare le scelte dell’ultimo anno, ma anche quelle che si possono ascoltare in “Purpose”: ci sono i feat. con gente come NAS e Travis Scott, le produzioni del solito Skrillex e i consigli dell’ormai amico Kanye (e Rick Rubin) che garantiscono una dose di rispetto che va oltre qualsiasi pregiudizio. Ma la verità è che nell’ultimo periodo quello che ha sicuramente giovato di più alla credibilità dell’ex bambino prodigio sono le collaborazioni con Diplo e Skrillex. Un pezzo come “Where Are Ü Now” è credibile, trascende i gusti e gli insulti gratuiti, tanto da far ricredere molti, anche un gigante come Pitchfork. “I’ll Show You” completa il percorso e apre le porte a considerazioni diverse, cominciando dalla serietà con cui Bieber si fa dipingere nel video del brano. Insomma “Purpose”, che raccoglie anche questi brani, rispecchia il personaggio attuale: è un lavoro maturo.
Altro? Anche altro…
Non contano infatti solo gli amici, contano soprattutto i nemici: Seth Rogen non è uno che di solito ci va leggero, è uno di quelli che le cose le dice sempre senza filtri, come nel 2014 quando aveva apostrofato il biondino con qualcosa che in italiano suonerebbe come “è un coglione” commentando l’episodio in cui il giovane canadese guidava ubriaco lercio per le strade di Miami Beach. Bene, lo stesso Seth qualche giorno fa si è preso la briga di prendersi tutte le responsabilità e chiedere scusa pubblicamente per il lungo beef con l’artista e l’ha fatto sulle poltrone dell’Ellen Show, mica con un tweet. Insomma al Bieber di oggi non je devi cagà il cazzo (cit.).
Poi, come tutte le “rock star”, Justin continua e continuerà a far parlare di se per azioni negative, che rispetto al passato (almeno per il momento) sono però surclassate da articoli che lo portano in gloria: Justin è un’icona di stile. Un artista per cui vale la pena fare un punto sulla carriera. Un divo da mettere in copertina. Un personaggio da analizzare.
Insomma, Bieber sta seguendo un percorso che ha iniziato da tempo, niente di nuovo, niente di incredibile, soprattutto niente su cui scommettere. Bieber sta semplicemente crescendo. Ha imparato a giocare. Così come in passato hanno fatto tanti altri prima di lui (Justin Timberlake e Miley Cyrus vi dicono niente?), solo il tempo ci dirà se è stato bravo davvero. Gli anni ci hanno regalato le stravaganze di Madonna, poi di Britney, dopo ancora di Lady Gaga e proprio quest’ultima è la cartina tornasole di un mare in cui è davvero difficile rimanere a galla.
Quindi Justin, ora che sei diventato cool, continua a stupire con la musica, come ti ha consigliato Kanye: “make music that’s so good people can’t hate on it”. Tutto il resto, probabilmente un giorno verrà dimenticato.
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