Quando, ancora mesi fa, gli organizzatori di Limbo Festival ci avevano comunicato le date dell’edizione 2024 la nostra reazione era stata immediata: “Ehi, ma attenti. Sono le stesse date del Kappa FuturFestival. È da pazzi andare a sovrapporsi”. Ecco: ora che siamo entrati nella settimana in cui si svolgeranno i due eventi (5, 6 e 7 luglio), aveva senso questa considerazione? È divertente, perché la risposta riesce ad essere al tempo stesso: sì e no.
Sì: perché quest’anno il Kappa FuturFestival – che anche lui è entrato in quella spirale di cui dissertavamo riguardo a Nameless, ovvero la “condanna” ad essere ogni anno “Il più grande di sempre” – è davvero incredibile. La line up è davvero impressionante. E intendiamo: impressionante a livello mondiale. Perché parliamoci chiaro, ciò che un tempo pareva semplicemente impossibile oggi è realtà: abbiamo cioè un evento in Italia che ha forza e ricchezza di line up che dà la paga alla parte notturna del Sònar, e anzi, solo forse mettendo insieme tutti i Sònar Off possibili e i contenuti del festival ufficiali si ha qualcosa che rivaleggia – ripetiamo: forse – con quanto accade in un lungo weekend a Torino, in una location incredibile come il Parco Dora (che, tolta la mancanza del mare e di un Auditorium, vale sotto molti punti di vista il Parc del Forum barcellonese).
(Sei Fatboy Slim, suoni al Main Stage del Kappa – questa la vista che ti si para davanti; continua sotto)
Di tutto questo se n’è accorto probabilmente prima il mondo intero che l’Italia stessa. Da anni ormai il Kappa FuturFestival veleggia attorno al 50% per quanto riguarda la quota di biglietti venduti all’estero (…e per estero ormai si intende non paesi confinanti, ma il mondo intero, Americhe ed Oceania compresi). È diventato insomma uno di quei rari eventi profondamente iconici, qualcosa per cui decine di migliaia di persone da tutto il pianeta prendono aerei, prenotano alberghi, comprano prevendite con largo anticipo, emozionatissime alla sola idea di poter partecipare ad un evento così speciale. Da noi, in qualche maniera, c’è sì la percezione che il KFF sia una potenza e una eccellenza (come potrebbe essere altrimenti? Sarebbe negare l’evidenza), ma probabilmente ancora non ci si rende davvero conto di quale percorso incredibile il festival abbia fatto. E di quanto sia qualcosa di semplicemente pazzesco, fuori scala, qualcosa che è un autentico privilegio poter ospitare nella propria nazione. E che emana una vibrazione bellissima, fra tutto il suo pubblico – chi è venuto al festival negli ultimi anni lo sa bene, c’è un’atmosfera meravigliosa, solare, colorata, positiva, educatissima.
Il Kappa FuturFestival incredibile lo è davvero: al pari dell’opera lirica all’Arena di Verona o della Biennale di Venezia (non ci vengono sui due piedi altri esempi), è uno dei pochissimi eventi socio-culturali in Italia noto in tutto il mondo e in grado di attrarre persone da tutto il mondo in cifre a quattro zeri
Abbiamo la percezione che ci siano ancora troppe persone, in Italia, che il KFF lo “danno per scontato”, o che lo vedono ancora come una controparte meno nobile e più caciarona di Club To Club, con cioè più cassa in quattro e più maranza sparpagliati davanti ai palchi, sì, un festival importante insomma, ma niente di che, niente di incredibile. Beh, balle. Perché invece il FuturFestival incredibile lo è davvero: al pari dell’opera lirica all’Arena di Verona o della Biennale di Venezia (non ci vengono sui due piedi altri esempi), è uno dei pochissimi eventi socio-culturali in Italia noto in tutto il mondo e in grado di attrarre persone da tutto il mondo in cifre a quattro zeri facendolo per la sua forza, per la sua potenza, per la sua unicità, per la sua qualità.
…e quest’anno, appunto, ha messo insieme la line up più incredibile di sempre. Perché ci sono i grandi nomi (da Nina Kraviz a Tiësto, da Solomun ai Tale Of Us, da Carl Cox ad Adam Beyer), ci sono back to back veramente sfiziosissimi (Skrillex con Blawan, Seth Troxler con Skream, Carl Cox con Anna, Black Coffee con Mochakk, Dj Nobu con Aurora Halal, il collaudato e sempre benedetto Four Tet con Floating Points, Bonobo con Dj Tennis), ci sono pietre miliari (Jeff Mills, gli Inner City), ci sono nomi italiani di altissima qualità e non scontati (Freddy K, Marco Shuttle), e considerate che questo elenco già assurdo di per sé è tipo solo un quinto di quello che c’è, anzi, forse solo un decimo (abbiamo lasciato fuori da DVS1 a Legowelt, dai Martinez Brothers a Kölsch, da Purple Disco Machine a The Blaze… e potremmo andare avanti ancora per altre venti righe).
(Il programma giorno per giorno, ora per ora – quasi da non crederci; continua sotto)
Molto semplice: non c’è mai stato in Italia qualcosa del genere. E, probabilmente, in campo dance, c’è e ci sarà da poche altre parti del mondo.
Capite allora perché è folle mettersi “contro” tutto questo, o anche solo pensare di praticare uno sport simile – il festival di taglio tech-house – provando a giocare nelle stesse, identiche date e nella stessa nazione.
…folle, sì: eppure, come dicevamo all’inizio, a ben pensarci Limbo ha anche le sue ragioni per provarci, per aver scelto serenamente di non “scansarsi”. Una scelta coraggiosa, indubbiamente; una scelta che probabilmente porterà via anche dei numeri, perché siamo abbastanza convinti che delle probabili 100.000 persone che planeranno su Torino in tre giorni anche solo un centesimo sarebbe ben volentieri passato anche dalla Toscana, fra i monti della Garfagnana, per Limbo. E per i numeri di Limbo, molto raccolti, 1000 paganti in più o in meno sarebbero una differenza enorme, uno scostamento del 20% rispetto alle presenze previste e possibili.
“Ma a noi interessa. Noi siamo qualcosa di molto diverso”: così Luca Bacchetti ed Alessandro Stefani, i due “primi motori aristotelici” di Limbo, hanno risposto alla nostra obiezione sul fatto che sia un azzardo andare a mettersi nelle stesse date di Kappa FuturFestival. “Non l’abbiamo fatto apposta ma, ora che questa sovrapposizione c’è, non siamo preoccupati. Noi siamo qualcosa di diverso”.
Effettivamente è vero. Limbo è una bellissima, immaginifica, energetica rarefazione dei sensi e delle esperienze. Lo è perché è in un luogo assolutamente isolato, nella Garfagnana, negli spazi del Ciocco, col “cuore” del festival che si trova a 600 metri d’altezza. Lo è perché è tutto rilassato, ampio, comodo, senza la minima ansia o concitazione. Lo è perché alla musica si alternano momenti di yoga, di camminate, di talk non banali e workshop (una sezione quest’anno ulteriormente implementata), di immersione nella natura che è reale, intensissima, e di notte avviene sotto un impressionante cielo stellato.
(Il “cuore” di Limbo visto dall’alto; continua sotto)
Insomma: se da un lato una line up che mette in prima fila i pur ottimi Lee Burridge, Mano Le Tough, Dave DK , Eduardo De La Calle e il “padrone di casa” Luca Bacchetti in qualche modo “scompare” di fronte alla line up del KFF di quest’anno (come del resto “scompare” qualsiasi altra line up possiate immaginare), dall’altro lato Limbo offre il privilegio di vivere una esperienza molto particolare, anzi, unica, magicamente unica rispetto a quello che di solito gira attorno al concetto di festival in chiave tech-house.
(La line up di Limbo 2024; continua sotto)
Ci piace allora pensare che Kappa Futurfestival e Limbo siano due esperienze che nascono da un background simile ma che sono state declinate in maniera radicalmente opposta per spirito e dimensioni che possono convinvere. E anzi, nel convivere ci danno anche la fortuna di poter scegliere: per questo weekend vogliamo vivere un evento di livello clamorosamente mondiale per forza, organizzazione e spettacolarità a grandi numeri, o preferiamo invece andare a cercare qualcosa di intimo, raccolto, molto particolare, anche avventuroso?
Poter scegliere, è una fortuna. Biglietti non ne sono rimasti molti, anzi: qui se volete andare al KFF, qui se la vostra scelta cade invece sul Limbo. Quel che è certo, è che il weekend ora in arrivo sarà uno dei migliori weekend dell’anno.