Spesso il fascino di un artista è determinato dalla sua complessità, dalla genialità delle sue visioni, dall’innovatività del suo stile e dalla preziosità delle sue composizioni. Si tratta di scelte, scelte basate su modo di intendere la musica, movimento che può essere interpretato come espressione artistica oppure come mezzo per intrattenere e far gioire folle immense. Ragionamento forse un pò semplicistico, ma che forse riesce ad identificare tutti quegli artisti che han fatto dell’intrattenimento la base su cui strutturare una brillante carriera. Gruppo variegato, nel quale probabilmente spicca un nome: Peter Cornely, meglio conosciuto come Karotte. Una carriera lunga, per non dire lunghissima, che negli ultimi due decenni ha raggiunto probabilmente il suo vertice. Producer non eccelso, intrattenitore sostanzialmente straordinario. Una soluzione di stili, generi e sonorità variegate che rendono ogni sua esibizione un elisir di puro divertimento. Queste sue caratteristiche gli donano una versatilità assoluta, capacità che lo rendono un ospite ormai irrinunciabile per qualsiasi festival ed evento europeo di grande portata. A proposito di eventi di questo genere, il 20 agosto in Svizzera si terrà la quattordicesima edizione del Vision Festival, line up d’eccellenza in una location da sogno. Laghi, montagne e il verde più sconfinato faranno da cornice alle esibizioni di artisti del calibro di: Sven Väth, Luciano, Monika Kruse, Mathias Kaden, Marco Carola, Magda, Benoit and Sergio e appunto Karotte. Buon motivo per scambiarci due chiacchiere e scoprire qualcosa sia su di lui che sul festival.
Ciao Peter, benvenuto su Soundwall.it!
Tra i tuoi tanti impegni estivi presenzierai anche al Vision Festival in Svizzera, cosa ne pensi di questo festival, puoi svelarci qualcosa in anteprima?
E’ la mia prima volta al Vision Festival e per questo non posso dirvi molto a riguardo fino a che non ci sarò stato. Però posso dirvi che sto davvero attendendo questo evento!
E’ ormai la quattordicesima edizione di questo festival e tu di festival estivi di questa portata ne sei ormai esperto. Come lo collochi rispetto agli altri a cui hai preso parte?
Do molta importanza al Vision Festival perchè è un festival che ha sempre avuto grandi e varie line up, cosa che è riuscito a fare senza sponsor, poi ovviamente la location, che si trova in un bellissimo paesaggio nelle montagne svizzere.
Una location da sogno immersa nella natura. Quanto conta secondo te l’ambientazione per determinare il successo di un evento del genere?
Penso sia davvero importante. Il Vision è l’unico festival che ha una location così incredibile. Mi piacciono molto le montagne e non vedo l’ora di vedere l’alba sul lago Thuner, in mezzo alle montagne circondato da musica fantastica, cosa potrebbe esserci di meglio?
Allacciandomi al discorso festival ed esibizioni. Tu sei uno degli entertainer per eccellenza, come vivi il fatto di essere un artista di musica elettronica?
Il modo con cui usate la parola “entertainer” lo fa sembrare come se fosse una cosa terribile se suoni musica elettronica. Non sono tutti intrattenitori quelli che suonano davanti ad un audience? Quando sono dietro alla consolle suono e mi piace andar dietro alla musica. E se questo anima la folla è ancora meglio! Non lo faccio perchè la gente si aspetta da me questo. Semplicemente sono fatto così.
Un mix di generi e stili, un insieme necessario per generare quello speciale rapporto col pubblico che rende i tuoi set speciali. Da dove ha origine la tua musica?
Da dove nasce la mia musica? Suono con cd e vinili. La gente sembra apprezzare la musica che metto, altrimenti non verrebbero. Se questo è qualcosa di speciale sarà l’audience a determinarlo.
A proposito di musica, hai una discografia particolare. In tanti anni di attività poche tracce tue e molti remix. Non sono di certo i numeri che fanno un artista,ma qual’è il tuo rapporto con la produzione?
Come tutti sanno (e non è un segreto) non amo molto andare in studio. Potrei dirvi che il mio partner di studio Gregor Tresher deve (e dico letteralmente) trascinarmi in studio. Sono un DJ, questo è quello che faccio.
In tempi recenti si è consolidata la tendenza a costruirsi una solida base di tracce personali, mentre tu rifletti l’immagine del dj vecchio stile, ossia quello che mette su i dischi. Cosa ne pensi?
Ha avuto la fortuna che la produzione non è mai stata determinante per il mio successo. Mi chiamano per i miei DJ-set. Questo mi da molta libertà e non mi mette sotto pressione il fatto di dover riuscire a creare una hit da club dopo l’altra perchè mi chiamino. Ma ovviamente oggi con la quantità di nuovi Dj è meglio per un emergente farsi un nome attraverso la produzione.
Ultima domanda, una piccola curiosità sul futuro di Karotte ce la puoi regalare?
Continuerò a metter dischi e ho due remix che usciranno indicativamente alla fine di quest’estate. Per ora è questo.
Grazie per il tempo concessoci. Buona fotuna.
English version:
Often the charm of an artist is determinate by his complexity, by the brilliance of his visions, innovativeness of his style or by the preciosity of his composition. These are all choices, choices based on the way to intend the music, a movement that could be interpreted as an artistic expression or a way to entertain enormous crowd. This is a quite easy argument, but maybe it allows us to identify all of these artist that made the entertainment the base on witch build up a brilliant career. A variegate group of artists in witch comes out a name, maybe the more representative: Peter Cornely, well known as Karotte. A very long career, that in the last two decades has reached the edge. Not a great producer, but en extraordinary entertainer. A mixture of style,genres and sounds that make all his exhibitions a pure elisir of entertainment. All these features give him an absolute versatility, ability that makes him an indispensable guest for all european festivals. Talking about festivals, on the 20 of August in Switzerland will take place the 14th edition of the Vision Festival, a dream line up in an extraordinary location. Lakes, mountains and an infinite green will surround the exhibitions of artists like:Sven Väth,Luciano,Monika Kruse,Mathias Kaden,Marco Carola, Magda, Benoit and Sergio and of course Karotte. This is a good reason to have a chat with Karotte, we will talk about the festival and of course we will try to discover something about him.
Hi Peter, welcome on Soundwall.
In the set of your summer gigs there is the Vision Festival in Switzerland, so what do you think about this festival, can you give us a little preview?
It’s my first time to play at the Vision Festival so I really can’t say much about The Vision Festival until I have been there. But I can tell you that I’m really looking forward to it!
It’s the 14th edition of the Vision Festival, and you are an expert of this kind of event. So where do you place this event in the set of other festival that you taken part?
The significance of the Vision is very high for me because it’s a festival with an always & different great line up that has managed to do with out sponsors and of course the location has a marvelous landscape in the Swiss Mountains.
A dream location, all surrounded by nature. In your opinion how much is important the location to define the success of an event like this?
I believe it’s very important. The Vision is the only festival with such an incredible location. I am truly a fan of the mountains and I’m really excited to see the sunrise over the Thuner Lake in the middle of the Mountains along with fantastic music, what could possibly be better than that?
Talking about festivals and exhibition. You are one of the best entertainers in the electronic fields, so how do you live the fact of being an electronic music artist?
The way you guys use the word entertainer sounds like it is an awful thing to be if you are playing electronic music, and isn’t everyone an entertainer that plays in front of an audience? Well while I’m standing behind the decks I just play the music I like and enjoy dancing to the music. And should that animate the crowd well then that’s even better! I don’t do it because people expect me to do so. It’s simply the way I am.
A mix of genres and styles, all this is necessary to build up this special link with the audience that makes your set so special. How your music born?
How my music is born? I play tracks from vinyl and CD. People really seem to like the tracks I choose to play, otherwise they would not appear. If that is something special the audience should decide for themselves.
Talking about music, your discography is very particular. Not so many tracks, a good number of remixes. For sure are not the numbers that make an artist, but how is your relationship with the production?
As everyone knows (this is not a secret) I don’t exactly enjoy going to the studio. One could say my studio partner Gregor Tresher, has to (and I mean literally) drag me to the studio. I am truly a DJ, that’s just what I do.
In the recent years has consolidated the trend of making a good base of own track, but you reflect the old image of dj, the guy who spins the records. What do you think about?
I had good luck because producing was never relevant for my success. I get booked because of my DJ-sets. That gives my a lot of freedom and doesn’t put me under pressure to succeed while trying to create one club hit after the other so I can even get booked. But of course nowadays with this huge pool of new DJs, it is better as a young coming up DJ to make yourself a name through producing.
Last question, can you give us a little curiosity on the Karotte’s future?
I will keep on spinning records and I have two remixes coming up around the end of this summer. That’s it for now.
Thanks for the time that you spent with us. Good luck.