Una primo remix fatto da Michael Mayer e un pezzo (“Apart”) che lo rende famoso e apprezzato legandolo ad un doppio filo tra dancefloor e il filone Cosmic disco. Una brutta malattia poi vinta, un progetto ambient che finalmente lo porta ad uscire per Kompakt e il ritorno alla vita e a ritmi più congeniali e club oriented con due ep usciti su hfn Music in rapida successione. Abbiamo incontrato Kasper Bjørke per capire ed arrivare a comprendere come sia proprio il mondo e lo stato dello stesso a chiederci, decisamente, “good vibes”.
Dopo il tuo progetto ambient, lontano da ciò che facevi ed hai sempre fatto, possiamo dire che questi due ep segnano un po’ il ritorno alla tua vita normale?
Diciamo che è stato bello tornare a fare quello che in realtà già facevo, mi fa stare bene e mi sento finalmente bene. Il progetto che ho fatto per Kompakt era molto personale e anche molto difficoltoso, ma è stato un percorso molto buono per me, anche se non mi ha consentito di pensare ad altro. È molto eccitante per me tornare a fare musica più ritmata, se vuoi anche più orecchiabile.
Posso chiederti come mai due ep e non un album direttamente?
La ragione è che avevo due differenti tipi di musica a cui stavo lavorando: la prima più malinconica, mentre la seconda più club oriented, più pensata per i miei dj set. A fine lavoro, ho pensato che sarebbe stato difficile o se vuoi meccanico, mischiare il tutto in un unico album, così ho pensato “Perché non fare due ep?“. Sai, per me fare un album è un processo che dura all’incirca un anno, questi due ep hanno impiegato molto meno tempo, sono due lavori più spontanei a cui ho lavorato credo per un massimo tre mesi.
Forse c’è meno pressione nel fare degli ep piuttosto che nel fare un album…
Credo di sì, credo sia anche in funzione del tempo soprattutto. Un album richiede almeno nove, dieci canzoni, fare un album è un impegno grosso. Fare un ep ti concede molto più tempo per suonare in giro senza per forza dover trascorrere troppo tempo in studio. Se ci pensi questi due ep credo siano anche un buon ponte di collegamento tra il mio progetto “ambient” e la mia carriera come dj.
È un sistema pazzesco, ed è assurdo come un club non possa sopravvivere se non chiamando superstar dj che suonano più o meno tutti la stessa musica
Ricordo di averti conosciuto o comunque ascoltato la prima volta grazie al remix di Michael Mayer di “Apart”, quanto è stata importante Kompakt all’interno del tuo percorso? Non credo di sbagliare dicendo che quel remix ha anche cambiato il tuo modo di intendere e fare musica. Spesso vieni associato al filone cosmic disco ma, in questi due ep, io sento molte referenze e spunti verso un certo tipo di cose Kompakt
Sai conoscevo Michael da anni, ci eravamo incontrati spesso entrambi facendo i dj. Ho mandato la mia musica a Michael per anni, sperando di pubblicare un album per Kompakt, era molto divertente sentire il suo parere, credo che questo sia il motivo per cui è anche passato così tanto tempo prima di vedermi fare qualcosa su Kompakt, bisognava trovare qualcosa che gli piacesse (ride, NdI). Quello che dici è vero, anche perché nell’ep più dance dei due c’è sicuramente più un’atmosfera ravey o techno style rispetto ai miei precedenti lavori. Capisco molto bene ciò che intendi dire, avrei dovuto mandargli anche queste tracce, magari le avrebbero pubblicate, ma volevo assolutamente uscire questo anno e loro non avevano spazio libero per altre uscite. Loro hanno davvero moltissime uscite e sapevo mi avrebbero risposto una cosa tipo “Ok, nel 2021” (ride, NdI).
Davvero 2021?
Oh, forse 2021 magari no, ma tardo 2020 sicuro e io per quella data vorrei aver già fatto e pubblicato altro…
(I due ep; continua sotto)
Ci sono altri spunti che hai preso per questi due ep? in uno dei due c’è questo traccia “Du du du” che suona davvero all’italiana…
Li c’è tutta l’ispirazione che ho verso l’italo disco, sono davvero un grande fan dell’italo disco e della musica italiana in generale si sentiva anche in “Apart”. Io credo che l’italo disco sia la parte migliore della musica anni 80.
C’è anche la conferma della rivincita del groove nei tuoi lavori. Ne parlavo qualche tempo fa con Munk/Kapote: dopo anni di musica molto vicina all’apatia sta tornando questa necessità di divertimento, di contatto, di una musica più organica…
È verissimo, finalmente possiamo dire che il periodo legato a questa techno totalmente priva di emozioni sia finito e finalmente stiamo riprendendo ad ascoltare musica ben prodotta e fatta con una certa spiritualità, con una certa anima. È visibilissimo questo cambiamento ed è palpabile, soprattutto quando vai a suonare nei club e non vedi più quell’atmosfera “ketaminosa”, ma vedi good vibes e sorrisi. Ci sono stati periodi in cui davvero fare il dj era diventato anche noioso e in cui anche io non mi divertivo più, fortunatamente le cose nell’ultimo periodo stanno cambiando e questo credimi mi rende molto felice.
Forse è anche perché siamo di fronte ad una generazione più coscienziosa e non mi riferisco solo alle droghe…
Hai ragione, forse anche l’andamento del mondo, lo stato di questi tempi ci porta ad avere il desiderio di buone vibes. Forse non è più il momento di sentire cose oscure o minimal techno.
Finalmente possiamo dire che il periodo legato a questa techno totalmente priva di emozioni sia finito
So che sei molto attento all’andamento del mondo e che hai molto a cuore i cambiamenti climatici. Abbiamo un amico in comune (Borut/Bawrut) che mi ha raccontato che sei venuto a Milano a fare una data in treno da Copenaghen…
Sì, sono venuto in treno e sì sono molto attento, come del resto tutta la mia famiglia, alla questione del clima. Non viaggio in aereo e cerco di usare il meno possibile la macchina per gli spostamenti. Nel 2019 ho preso l’aereo solo tre volte per fare date in giro. È anche un discorso di rallentare i propri ritmi di vita, ho comunque due bambini e una famiglia. Quando pensi a quanto inquini per ogni volta in cui voli in aereo, credimi, ti fermi a pensarci perché è pazzesco. Credo sia importantissimo fermarsi a pensare a tutti i consumi assurdi e parlo di tutto compreso il cibo, che facciamo e iniziare a riflettere nel caso rallentare.
Sono sempre di più i dj e gli artisti che stanno cominciando a preferire il treno all’aereo per i loro spostamenti e credo che anche se non sia questo il passo che può risolvere il problema dell’inquinamento globale, sia un grande passo nel cominciare
Potrei parlare di questi piccoli passi per ore perché sono importanti, con questo non voglio dire o non voglio far passare il concetto che io sia migliore di altri dj, è solo quello che io mi sento di fare per il bene della terra. Certo non è una cosa proprio normalissima farsi in treno Copenaghen Milano, ma non è una cosa che faccio tutti i weekend e non è comunque nei miei progetti fare date ogni weekend.
Non viaggio in aereo e cerco di usare il meno possibile la macchina per gli spostamenti
Quale date fai in un anno?
Suono moltissimo a Copenaghen ma ho davvero rallentato molto il mio ritmo di vita rispetto solo a cinque anni fa, credo intorno alle quindici venti date quest’ anno. Credimi sono molto felice di aver rallentato così tanto il mio stile di vita e di essere passato da cinquanta, sessanta date l’anno. Mi diverto anche molto di più quando vado in giro a suonare.
Sei una mosca bianca rispetto a questo star system che si è venuto a creare nel djing con artisti che fanno anche duecento date l’anno…
È una questione di scelte, non mi sento di biasimare le loro. Probabilmente se avessi vent’anni, non avessi figli e non ci fosse un’emergenza climatica le farei anche io. È un discorso complesso, credo si potrebbe iniziare a collaborare meglio con i propri agenti, con i promoter o con club e festival stessi, per programmare meglio le date e organizzare meglio le cose. Di contro mi viene da dire che molti di questi dj fanno questo tipo di scelte per quattro cinque anni e poi si fermano forse coscienti del fatto che sul lungo termine è una vita impensabile. Certo non voglio essere il maestro di nessuno né mi voglio permettere di dire a questi dj al top della loro carriera di fermarsi. Quello che posso portare è il mio esempio e suggerire di programmare meglio i tour, cercando di volare il meno possibile muovendosi in treno ovviamente dove è possibile.
Forse si potrebbe cominciare anche con il dare meno importanza al dj e cominciare a riconsiderare il party o il club per tutte le cose che lo compongono dalle mura alle luci alla gente che lo frequenta.
Questo è verissimo e si potrebbe cominciare a dare molto più importanza ai resident dj e a supportare la propria scena locale. Se guardiamo al circuito dei festival mi rendo conto non sia un discorso applicabile è vero, ma nel weekend, nei party del weekend, forse si potrebbe cominciare a pensare più ai resident dj.
Qui però ci andiamo a scontrare con delle logiche di business…
Ovvio, te lo stavo per dire, naturalmente poi si pone il problema del club che se vuole rimanere aperto e continuare ad avere una certa rilevanza è obbligato a chiamare il nome forte. È un sistema pazzesco ed è assurdo come un club non possa sopravvivere se non chiamando superstar dj che suonano più o meno tutti la stessa musica. Forse il sistema si interromperà quando la gente comincerà a tornare al club solo con l’idea di stare insieme ed ascoltare buona musica e non con l’ossessione di ascoltare l’ultimo dj famoso.