Kate Wax è l’alter ego di Aisha Devi Enz. E’ nata in Svizzera, mezza tibetana e mezza europea, totalmente concentrata sulla sua avant-garde (che è sempre in evoluzione e trasformazione), ed ossessionata dalla sperimentazione continua col suono e con le sue attrezzature, che vede come prolungamenti e proiezioni del suo corpo e della sua voce. Dopo aver girato il mondo con i suoi compagni della Border Community promuovendo il suo ultimo album Dust Collision (che è bello, anzi bellissimo), Kate si rimette subito a lavorare sul prossimo, e ci parla un pò di sè, della sua piccola Vega, e della sua musica. Che è come lei: un pò dark, e tremendamente affascinante. Kate suonerà a novembre al Club to Club, Torino.
Come sta andando il tour con la Border Community? Vi siete divertiti durante il mini-tour italiano?
La scena culturale in Italia è effervescente. Ci sono un sacco di cose in movimento dal lato dell’artista ma anche per quanto riguardo l’audience, il pubblico è diventato sempre più esigente ed avant-garde. Mi è piaciuto molto il concept del mini-tour, ha spezzato il solito ritmo del viaggiare che consiste in una routine fatta di aereoporto/hotel/venue/hotel/aereoporto. Abbiamo guidato per 4 giorni in un minivan attraverso paesaggi magici come menestrelli a cavallo in viaggio verso il castello seguente. E’ stato rinvigorente, sono una specie di animale/monaco della natura, ho bisogno di sentire, vedere ed annusare territori differenti. E l’Italia è un territorio mistico.
Qual’è stato il momento migliore del tour fino a adesso?
Una grande warehouse industriale vicino Assisi, nel mezzo di fabbriche raccapriccianti, con un pubblico compatto ed in estasi. #beautiful men
Quali credi siano gli obiettivi fondamentali della Border Community? Come ci si sente ad essere parte della famiglia e quali credi siano le differenze tra la BC e le altre etichette sulla scena?
Promulgare musica ultrasensibile. Fin dalla sua creazione, la BC ha una concezione della musica un po’ visionaria. No al genere, no alla categorizzazione, ma ibridazione e accurato “trans-flusso”. Essendo una musicista multi-ossessionata che vuole esplorare e far esplodere ogni linguaggio musicale, l’elclettismo della BC è un cosmo piacevole.
Come è cambiato il tuo approccio alla musica con l’arrivo della tua bambina Vega? Credi che la piccola sia in qualche modo parte integrante di essa e una preziosa influenza sul tuo stile e la tua produzione?
Puoi sentirla che piange in alcune canzoni, stavo registrando quando era nata da poco. E’ parte della mia musica, è una presenza saggia. E’ probabilmente ogni frammento della luce che c’è nel mio processo di produzione dark. La sua libertà mi tiene un pochino lontana dai miei demoni.
Ti piacerebbe che diventasse musicista in futuro?
Vega è bravissima a disegnare.
Kate, le tue performance dal vivo sono incredibili, possono essere “violente” e molto intense. Da un altro lato, i tuoi Kate Wax dj set portano un’atmosfera diversa, completamente libera da qualsiasi tipo di sforzo. Ti diverte il djing quanto ami suonare dal vivo? Inoltre, che importanza ha l’uso di effetti visivi sulle tue performance live? Sei tu che li curi personalmente?
I live sono di vitale importanza, mantengono in vita le mie visioni. I testi, le strutture e le emozioni introspettive del mio album sono sempre scaturiti da una grande battaglia interiore, una micro guerra. Nei miei spettacoli dal vivo, ho voluto reinterpretate questa brutalità, come un esperimento coinvolgente, un viaggio fisico nelle mie terre. Quando sto cantando, io sono quasi in trance e il mio corpo è l’estensione della mia voce. Questo fisico auto-sciamanismo è rafforzato da materie e modelli visivi, come un ulteriore senso e dimensione. Le immagini vengono proiettate direttamente su di me, come se indossassi il mio mondo interno. Niels Wehrspann, mio migliore amico e graphic designer, conosce me e le mie ossessioni abbastanza bene, ha immaginato questo mondo tridimensionale, come una pelle fatta di mio caos. Probabilmente confina anche il pubblico in un esperimento ancora più intimo, non c’è via di fuga. I dj set sono solo divertimento, una comunione hippie.
Sappiamo che provi un grande amore/ossessione per le tue attrezzature. Come sono cambiati i tuoi mezzi di produzione dagli anni delle prime uscite? E quanto è importante la costante sperimentazione con le macchine nella tua vita e nella tua musica?
Credo che potrei prendere uno xilofono, cantare, registrare e essere felice fino a quando posso esprimermi. Ma sperimentare il suono come una materia in costante evoluzione è molto più coinvolgente, trovare il rumore esatto per evocare un sentimento è un processo magico e coinvolgente. A dire il vero, perdersi in un manuale d’istruzioni di un macchinario è una droga. Una macchina è un pò come un prolungamento del corpo, un trasformatore del mio materiale umano e la capacità di essere un’orchestra donna. Penso di aver trovato un’equilibrata armonia con le mie macchine, sanno che il nucleo della mia musica viene ancora generato da me.
Puoi consigliarci un paio di nuovi artisti da tenere d’occhio?
Incredibile house contemporanea e goffa: Ital sulla 100% silk.
Quali sono i tuoi piani per l’estate? C’è qualche progetto all’orizzonte (con la Border Community e non) di cui vorresti parlarci?
Sto scrivendo il mio prossimo album e tornerò sul palco in autunno. Ma il sole non mi piace proprio.
English Version:
Kate Wax is the alter ego of Aisha Devi Enz. Swiss-born, half Tibetan and half European, totally focussed on her avant-garde (which is always evolving and changing), and obsessed with the continuous experimentation with sounds and machines, which she sees as extensions and projections of her body and her voice. After touring the world with the Border Community crew promoting her latest album Dust Collision (which is beautiful, incredibly beautiful), Kate gets back to work immediately on the next album, and we talked a bit of herself, her little Vega , and her music. Which is like her: a little dark, and extremely fascinating. Kate will be playing in November at Club to Club, Torino.
How is the Border Community tour going? Did you guys enjoy the Italian mini-tour?
Italy cultural scene is in effervescence, a lot is going on there on the artist’s side but the audience has become more and more exigent and avant-garde too. I liked the mini-tour concept a lot, it was breaking the traveling rhythm that consists in an airport/hotel/venue/hotel/airport routine. We drove for 4 days in a mini-van through magic landscapes like troubadours on their horse to the next castle. It was reinvigorating, I’m a nature beast/priest, I need to feel, see and smell different territories, Italy is a mystic territory.
What was the best highlight of the tour so far?
A vast industrial wharehouse near Assise, in the middle of creepy factories, packed with a compact entranced crowd.
#beautiful men.
What would you say are the Border Community’s main goals? How does it feel to be part of the family and what would you say are the differences between the BC and the other labels on today’s scene?
Promulgate ultra sensitive music. Since its creation, BC has a bit of a visionary concept of music. No genre, no categorization, but hybridization and trans fluxus that are accurate. As a multi-obsessed musician that want to explore and explode every music languages, BC’s eclecticism is a nice cosmos.
Kate, how did the arrive of your little daughter Vega has affected your approach to music? Do you feel as she is somehow an important part of it and a precious influence on your style and production?
You can hear her crying on some of the tracks, I was recording when she was a baby. She is part of my music, as a wise presence. She is probably every piece of the light in my dark production process. Her freedom keeps me a bit away from my demons.
Would you like her to be a musician in the future?
She is a gorgeous drawer.
Kate, your live performances are incredible, they can be “violent” and very intense. On the other hand, your Kate Wax DJ sets bring along a different atmosphere, completely free from any kind of struggle. Do you enjoy djing as much as you love playing live? Also, how do the use of visuals impact on your live performance? Are they all personally curated by you?
Lives are vital, they’re keeping my visions alive. The lyrics, the structures and the introspective emotions of my album always emerged from a huge inner battle, a micro war. In my live shows, I wanted to reinterpret this brutality, as an immersive experiment, a physical trip in my lands. When I’m singing, I’m almost in a trance and my body is the extension of my voice. This physical auto-shamanism is reinforced by visual matters and patterns, as an additional sense and dimension. The visuals are directly projected on me, as if I was wearing my inside world.
Niels Wehrspann, my best friend who is graphic designer, knows me and my obsessions quite well, he imagined this tridimensional world, as a skin made of my chaos. It probably also confines the audience in an even more intimate experiment, there is no escape. Djing is just fun, a hippie communion.
We all know you have a great love/obsession for your machines. How have your production means changed since the years of your first releases? And how important is the constant experimenting with machines in your lives and in your music?
I guess i could get a xylophone, sing, record and be happy as long as i can express myself. But experimenting sound as a constant evolutive matter is way more engaging, finding the exact noise to evoke a feeling is an addictive and a magic process. Actually, get lost in a machine manual is a drug. A machine is a bit like a body extension, a transformator of my human material and the ability of being a one woman orchestra. I think i found a balanced harmony with my machines, they know the core of my music is still generated by me.
Can you recommend us a couple of new artist that you consider worth embracing?
Contemporary wicked clumsy House; Ital on 100% silk.
What are your plans for the summer? Any upcoming projects (within the Border Community family and non) that you would like to tell our readers about?
I’m writing my next album and I’ll be back on stage in autumn. But I don’t really like sun.