Quale se non quello di cercare di dare alla propria musica qualcosa che identifichi il proprio stile è l’obiettivo che ogni producer che si rispetti dovrebbe cercare di raggiungere? Attenzione però, non parlo di un disco uguale all’altro; parlo di tecnica, di modo di lavorare, dell’utilizzo degli strumenti. Parlo di gente come Kaysand, artista dall’indubbio gusto e dalle capacità che dovrebbero rappresentare l’ambizione molti di noi (talvolta anche quelli più famosi del producer veneto), ma che in Italia non sempre riceve lo spazio che merita.
La review che vado a descrivere riguarda proprio Kaysand, produttore che (mea culpa) ho perso un po’ di vista dopo aver consumato fino all’estremo “Addicted EP”, lavoro che uscito un paio d’anni fa su Manocalda. Se dovessero chiedermi il motivo per il quale mi colpì quel disco risponderei :”bassline” (gli esperti sapranno che questa è stata completamente arrangiata da un certo Alberto Angeli – ammetto che per il nome sono andato a leggere il centrino del vinile). Se ad oggi, lavoro nuovo di Kaysand alla mano, mi dovessero porre la stessa domanda la risposta sarebbe la medesima; è qui che ci colleghiamo a quanto ho detto poche righe fa, è proprio la bassline il suo marchio di fabbrica! Kaysand ci presenta un lavoro completamente elaborato attraverso macchine analogiche: cassa, ritmica e vari sinth lavorati al meglio, ma il basso…secco, deciso!
“Do You Remember Who You Were EP” viene rilasciato con tre versioni original più un remix affidato al sapiente Leon. Bassista o non bassista questa release rappresenta un’arma perfetta per far saltare in aria il proprio dancefloor.
Partiamo da “T.E.I.O.”: qui il basso si “scalda” suonando inizialmente solo due note per poi trasformarsi in qualcosa di più avvolgente, dal caldo gusto funky. Questo pezzo è il mio preferito della release, nonostante presenti un vocal che, a parer mio, va “distrarre” l’ascoltatore dai veri punti di forza della traccia. Io non l’avrei inserito. Nella seconda traccia (“Today Was A Good Day”) il vocal è, senza ombra di dubbio, più adatto. La voce femminile, infatti, si lega meglio con tutti gli altri elementi che rendono tanto valido questo disco: cassa, synth e bassline (quest’ultima gira in modo che è un bellezza) creano un groove accattivante a cui va aggiunto un riff funky dal sapore metallico che completa l’opera. E che opera! Veniamo ora alla terza traccia, “U Don’t Have To Say You Love Me”: ritmica importante caratterizzata da una cassa drittissima che viene arricchita di tutte le percussioni del caso. Questa traccia è quella con il basso più “chiaro” e se questo ci aggiungiamo un buon synth, una voce e delle pause ben “organizzate” allora il gioco è fatto. Kaysand inserisce, infine, un pad che ha lo scopo di ammorbidire la durezza degli altri elementi, limando un po’ anche la ruvidità del groove.
Leon lavora al remix di “Today Was A Good Day” utilizzando il vocal in maniera sapiente, specie quando le pause vengono evidenziate dall’ “estremo filtraggio” di tutti gli strumenti. Il remix ha un evidente tocco disco, non solo per il nome che il dj di Teramo ha scelto per la sua rivisitazione.
“Do You Remember Who You Were EP” è un lavoro nel complesso interessante, analizzabile da più punti di vista. Personalmente ho cercato di incentrare il discorso su ciò che mi ha colpito e su ciò che, credo bene, colpirà anche voi. In un periodo di visioni un po’ troppo modaiole della musica, un po’ sano funky non farà certo male.