Si sa che Raffaele Costantino (alias Khalab) è una persona di spessore: difficilmente fa cose banali. Nel febbraio 2022 lui e Megan Iacobini de Fazio, sono stati invitati in Senegal dall’Istituto Italiano di Cultura, in occasione del Dakar Music Expo. Hanno poi esplorato il mondo della Laamb, la lotta tradizionale senegalese, un’antica disciplina sportiva e un vero e proprio fenomeno nazionale.
Il tutto ha figliato un appassionante podcast, che potete trovare qui. Noi intanto vi incorporiamo qui sotto il trailer, da cui poi scorrere via via col resto degli episodi:
Per salutare questa operazione, abbiamo chiesto un piccolo contenuto “aumentato”, venendo subito accontentati nel migliore dei modi: un riassunto per immagini e commenti, aggiungendo quindi impatto visuale e testuale al podcast.
Ecco quindi l’esperienza, raccontata da Megan attraverso 5 immagini.
Foto: Marcello Giannangeli
La Laamb è molto più di uno sport: è una pratica tradizionale che affonda le proprie radici in un passato antico e leggendario, ed è strettamente intrecciata a riti mistici, preparazioni spirituali e musica tradizionale. Negli ultimi anni però la Laamb è diventata un grandissimo business, e un seguitissimo sport nazionale che rappresenta una speranza per milioni di ragazzi. Il guadagno, e soprattutto il desiderio di poter prendersi cura della famiglia, è uno dei motivi principali che ha spinto la Roccia di Ngor, lottatore professionista ad inizio carriera, a intraprendere questa strada. Abbiamo passato un pomeriggio con lui e Moussa, il suo sparring partner, per capire meglio questo mondo, e per catturare dal vivo i suoni della lotta che diventeranno le trame ritmiche del progetto musicale di Khalab.
Foto: Theo Petroni
Qui ci troviamo nel piccolo villaggio di pescatori di M’balling, in Petite Còte, ad un’oretta da Dakar. Siamo venuti a conoscere un gruppo di ragazzini che ogni giorno si allena in spiaggia, tra le piroghe colorate e le montagne di gamberetti lasciati a seccare al sole. Durante le nostre riprese sono arrivati anche dei suonatori di Sabar, i cui ritmi incalzanti ed ipnotici sono parte fondamentale dei combattimenti Laamb, e schiere di bambini incuriositi dai nostri strani microfoni. Molti ragazzi che abbiamo incontrato a M’balling sognano di diventare grandi campioni della Laamb, ma per il loro allenatore Meguru, un pescatore che ha fondato il gruppo per amore dello sport e per dare una direzione ai giovani del villaggio, l’importante è che questi ragazzi abbiano qualcosa che li tenga occupati e che li faccia sognare.
Foto: Marcello Giannangeli
Non possiamo raccontare il mondo della Laamb senza percussioni, e abbiamo scelto di registrare a Chambre 9, un piccolo studio a Thies, a poche ore da Dakar. Tra i fondatori di Chambre 9 c’è Craz, beatmaker e producer che sin da piccolo si è appassionato al mondo dell’hip hop. In Senegal l’hip hop ha un ruolo fondamentale: arrivato già negli anni ’80 con una forte influenza Americana, si è subito mischiato con lingue e ritmi locali, diventando quello che ora è conosciuto come Galsen hip hop. Da anni il Galsen hip hop ha un’importante dimensione politica, dando una voce a parti della popolazione che sono spesso ignorate e portando a veri cambiamenti politici. Anche oggi l’hip hop parte dal basso, e nelle zone di periferia i giovani si esprimono attraverso musica, rap, graffiti. Durante il nostro viaggio per esempio abbiamo conosciuto Leuz Diwane G, un grande protagonista della scena urban di Dakar, che attraverso la sua musica fa un lavoro di educazione ambientale e porta avanti progetti di riqualificazione degli spazi urbani a Mbao, un tradizionale villaggio di pescatori ormai inglobato dalla capitale.
Foto: Marco Simoncelli
La fortuna ha voluto che arrivassimo in Senegal proprio in tempo per vivere un momento storico per il paese. A poche ore dal nostro arrivo abbiamo assistito in un bar di quartiere alla semifinale della Coppa d’Africa tra Senegal e Burkina Faso, e abbiamo celebrato la vittoria dei “Leoni della Teranga” insieme a migliaia di persone tra le strade di Dakar, tra lanciafiamme improvvisati, balli acrobatici sui tetti delle macchine e cori infiniti. Non sapevamo ancora che questo non sarebbe stato niente in confronto alle celebrazioni scoppiate pochi giorni dopo, quando in un drammatico finale il Senegal ha battuto l’Egitto ai rigori. Per noi è stata un’emozione indimenticabile essere travolti dalla gioia incontenibile di milioni di Senegalesi. Allez Les Lions!
Foto: Marcello Giannangeli
Ho conosciuto Noumoucounda Cissoko per la prima volta sei o sette anni a Sauti za Busara, un bellissimo festival che si tiene ogni anno tra le mura del Vecchio Forte di Stone Town a Zanzibar. Appena io e Raffaele abbiamo iniziato ad impostare il progetto sapevamo di voler includere Noumoucounda: il cantante e polistrumentista viene da una famiglia di griot, ha centinaia di anni di musica tradizionale alle spalle, ma è anche un musicista moderno che da più di vent’anni contribuisce alla scena hip hop Senegalese. Insieme a Fred Hirschy, musicista e produttore Svizzero, ha aperto in un quartiere popolare di Dakar Karantaba Records, un’etichetta, studio di registrazione, e scuola di musica per bambini della zona. E’ qui che siamo venuti ad incontrarlo e a registrare i suoni magici della kora e del balafon da intrecciare con le basi ritmiche preparate da Khalab.