[tabgroup layout=”horizontal”]
[tab title=”Italiano”]Nicolas Scaravilli in arte Kid Crème è un artista con alle spalle più di 20 anni di carriera che nasce e si forma tra breakbeat e scena techno belga, per poi trovare la sua collocazione nel mondo della house music grazie a remix come quello di “At Night” di Shakedown e l’incontro con Junior Jack, con cui hanno formato una delle coppie più inossidabili dell’ultima decade (ed il podcast realizzato per noi lo dimostra). In questa intervista, estremamente sincera, Nicolas si è raccontato facendoci riflettere su come il mondo della musica si evolva, e non sempre in bene, e come riuscire a farcela è sempre questione di intenzioni.
Più di 20 anni fa, Nicolas Scaravilli è entrato nel mondo della produzione musicale e del djing. Quando ti guardi indietro cosa vedi? Puoi parlarci dei passi che hai dovuto compiere per farcela?
Vedo un ragazzo di 18 anni, folle, che fumava erba per tutto il giorno e che lascia la scuola dicendo a sua madre che farà musica per vivere…4 anni dopo stavo guadagnando abbastanza da poter assumere mia madre come contabile. Non posso dire di aver fatto grandi passi, tutto è accaduto in maniera veramente naturale: dall’incontrare qualcuno che mi ha presentato a qualcun altro, dal fare un remix che mi ha portato a farne un altro. Ho sempre pensato d’essere stato super fortunato ad incontrare ed essere circondato da persone incredibili partendo proprio da mia madre che alla fine ha creduto a quel ragazzo dagli occhi grandi che ero all’epoca.
C’è un chiaro segno dicotomico nella tua carriera. Fino al 2000 eri conosciuti per il progetto Sharpside, un progetto molto orientato alla techno. Ci parleresti della scena belga dell’epoca e cosa poi t’ha fatto cambiare direzione musicalmente?
Il Belgio ha una scena con fortissima radicazione nella techno con label come R&S che hanno prodotto i primi Aphex Twin, Ken Ishi, Speedy J, C.J. Bolland, etc… ed è anche un paese che ha messo in piedi grandi techno party come “Ten Dayz Off” o “I love Techno”. Perciò, fare musica elettronica in Belgio a quel tempo era necessariamente legato al lato techno e tutta la scena la ballava…non posso dire d’aver cambiato direzione perché mi sono sempre visto come un produttore di musica a tutto tondo. Sharpside era un progetto parallelo effettivamente molto orientato alla techno, ma a quel tempo stavo comunque producendo house ed anche drum & bass, ma il mio progetto house ha preso molto più attenzione ed ho seguito questo percorso.
Negli ultimi anni di carriera sembra che tu abbia deciso di intraprendere con più decisione il percorso del djing rispetto a quello della produzione. Cosa t’ha fatto prendere questa decisione?
Shit’s Happened (ed è bene non tradurre, rende meglio nda).
L’incontro con Vito Lucente aka Junior Jack sembra essere un punto fondamentale per la carriera d’entrambi. Avevate entrambi necessità di esprimere un altro tipo di musica: cosa vi ha reso così inseparabili, tralasciando l’amicizia? Magari le radici italiane condivise?
Quando ci siamo incontrati, abbiamo pensato di essere gli unici alieni a produrre house music in Belgio, perciò è venuto naturale formare il duo. Il fatto di avere entrambi radici italiane ci ha aiutato, probabilmente. Ma credo che la ragione più importante sia la musica in sé. Lui aveva una collezione incredibile di vinili house, andava e veniva da New York per comprarli e non suonava nemmeno all’epoca! Siccome avevo amici che organizzavano party ed io invece suonavo già da un po’, gli chiesi di prendere i suoi vinili e di venire a suonarli per divertimento. Lui mi ha risposto che non sapeva “suonare” ed io gli dissi: io tengo d’occhio il pitch e la messa a tempo, tu occupati del mixer. Se sai utilizzare una consolle SSL, facilmente ti ambienterai con un mixer da dj…quella è stata la partenza per una decade di esibizioni, viaggi, infinite discussioni sulla vita e sulla musica, party e divertimento…
Nella metà dei 2000 hai trovato la tua strada in singolo e in duo nella scena funky-house dell’epoca. Quali mutazioni hai visto rispetto al passato e che ne pensi?
15 anni fa facevamo djing per promuovere un nuovo singolo, un nuovo progetto…oggi devi fare un singolo per promuovere il tuo dj-set…
15 anni fa avevamo 100 nuove uscite nei negozi di dischi, oggi ne abbiamo tra le 7000 e 8000 per settimana su Beatport…
15 anni fa un produttore veniva apprezzato per la qualità della sua musica ed un dj per la qualità della sua selezione, oggi…
15 anni fa andavo a Londra a fare digging alla Uptown Records e Black Market, oggi utilizzo un mouse per viaggiare da SoundCloud a Beatport, da Traxxsource a Juno…
15 anni fa quando avevo da fare un’intervista dovevo prendere un appuntamento con il giornalista e parlavamo estaticamente di musica bevendo caffè e fumando sigarette, oggi ricevo dieci domande via mail da qualcuno che probabilmente non incontrerò mai nella mia vita.
Il mondo evolve, con i suoi pro e i suoi contro, e la musica non fa eccezione.
Andiamo al nocciolo della questione, la musica. La tua passione per l’house music l’abbiamo ben compresa e ora il genere sembra avere una nuova spinta. Ci vedi delle differenze tra il tuo momento e quello di adesso?
La maniera di produrre è diversa: oggi è tutto più basato sul computer ma come per il rock&roll, una buona canzone house lo è sempre, in qualsiasi momento venga fatta.
Girare il mondo come dj ti ha dato l’opportunità di valutare i meccanismi che spingono un’audience a seguirti o meno. Che similarità ci hai trovato confrontando le diverse culture?
Sono tutti umani alla fine…
Cosa credi definisca una buona esibizione o brutta esibizione?
La connessione con il pubblico.
Hai mai sperimentato situazioni in cui avresti voluto mettere tutto via e andare?
Si, quando c’è più spazio per l’area VIP che per il dancefloor…vorrei andare a casa, poi ricordo di essere stato pagato un bel po’ per suonare e fare il dj significa anche dover prenderlo come un lavoro…ma raramente ritorno in quei posti a suonare.
Avere una carriera durevole in questo mondo non è facile. Come hai fatto a gestirti durante questi anni in cui la musica cambia così rapidamente?
Se hai passione nel fare musica significa che c’è qualcosa che brucia dentro di te e che ti farebbe superare ogni ostacolo. Sarà la tua vita, non la studi a tavolino, non la scegli, succederà probabilmente fino a quando non muori. Se il tuo desiderio è quello di essere una dj superstar, probabilmente hai mancato il tiro ed è molto più complicato che combattere senza armi…non ho mai predisposto di diventare un dj internazionale, amo quello che faccio e mi aiuta a mantenere lo stato delle cose che amo.
Puoi darci una Top 5 delle tracce/album che ti hanno avvicinato a questo mondo?
Maurice Joshua – This Is Acid (1988)
Quadrophonia – Quadrophonia (1990)
Slam – Positive Education (1993)
Nightcrawlers – Push The feeling On (MK Remix) (1994)
Todd Terry – Jumpin (1994)
George Morel – Let’s Groove (1996)[/tab]
[tab title=”English”]Nicolas Scaravilli aka Kid Creme is an artist with a career longer than 20-years born and raised between breakbeat and Belgian techno scene. Then he found its place in the world of house music thanks to remixes such as “At Night” of Shakedown and the meeting with Junior Jack, with whom they formed a long-lasting couple during the last decade (and here you can listen of what we are talking). In this interview, extremely sincere, Nicolas has told us to reflect on how the music evolves, and not always for the best, and the way to break through it is always a question of intentions.
More than 20 years ago, Nicolas Scaravilli landed in the world of music production and djing. When you look back what do you see? Tell us about the steps you had to take to make it.
I see a 18 years old young fool smoking grass all day long who quit school saying to his mom I’ll make music for a living… 4 years later I was earning enough that I had to hire my mom as my accountant. I cannot say I had big steps, everything has happened really naturally, from meeting someone who introduced me to someone else, from doing a remix that bring me another remix. I always thought I’ve been super lucky to meet and be surrounded by incredible people starting with my mom who trusted the wide eyed kid I was back in those day.
There is a clear before and after in your career. Until 2000 you were known for your project Sharpside, a very techno oriented project. Would you tell us about the Belgian scene at that moment and what drove you to change direction?
Belgium has a strong techno background with labels like R&S who signed early Aphex Twin, Ken Ishii, Speedy J, CJ Bolland etc… also a country that raised huge techno parties like “Ten Dayz Off” or “I Love Techno”, so back in those dayz making electronic music in Belgium was from some point linked with techno as most of the biggest party was all about that… I couldn’t say I changed direction as I’ve always seen myself as a music producer. Sharpside was a side collaboration really techno oriented, I was already making house and even drum & bass by that time, but my house project took most of my attention and I followed that path.
In the last years of your career it seems that you have gone down the path of djing more than producing music. What made you make this decision?
Shit’s happened.
The match with Vito Lucente aka Junior Jack is surely a highlight point in both of your careers. You two obviously had a mutual need to express another kind of music; what was it that made you inseparable, other than your friendship? The shared Italian roots?
When we met each other, we thought we were the only aliens making house music in Belgium, so naturally we teamed up. The fact that we both have Italian roots probably helped. But I thing the main reason behind it was the music itself. He had an amazing collection of house vinyl, he was constantly going back and fourth to New York buying records, he was not even djing! As I had few friends organising parties and I was already DJ’ing for years I suggested to him to grab those vinyls and to come and play for fun. He told me he didn’t know how to DJ, I told him I’ll take care of the pitch on the deck, He’ll take care of the mixer, if you know how to use an SSL console, you’ll easily find your way on a DJ mixer…that was the start of more than a decade of gigs, travels, endless discussion about life & music, parties and fun…
As a solo act and a duo you found yourself in the middle of the 2000’s funky-house scene. How have you seen the scene change over time and what are your thoughts on this?
15 years ago we were djing to promote a new single, a new project…today you have to make a new single to promote your dj set…
15 years ago we had 100 new records a week on the record shop, today we have between 7000 to 8000 new track a week on beatport…
15 years ago a music producer was appreciated for the quality of his music and a dj for the quality of his selection, today…
15 years ago I was going to London digging vinyl in Uptown Records and Black Market, today I use a mouse for traveling from SoundCloud to Beatport, from Traxxsource to Juno..
.
15 years ago when I had an interview i had to make an appointment with the journalist and we were talking about music ecstatically drinking coffee and smoking cigarettes, today I receive an email with 10 question from someone I’ll probably never meet.
The World evolves, with it’s bad and good side, music is no exception.
Let’s go to the heart of the music. Your passion for house music is well known and now it seems there is a newfound sense of energy for the genre. What are the musical differences between house music now and when you first started?
The way we produce it is quite different as it’s more computer based today, but basically like rock&roll a good house track is a good house track, whenever it has been done.
Touring the world as DJ gave you the chance to understand the mechanisms of the audience in different countries. What are the similarities of everyone that comes to your gigs and listens to your music?
They are all human so far.
What do you think makes a good gig and a bad gig?
The connection with the crowd.
Have you ever experienced moments in which you felt like packing up and going home?
Yes, when there is more space for the VIP table than the dancefloor I feel like going home then I remember that I’ve been paid a huge amount of money for basically playing music that I like and that sometimes DJing is also a job…but I rarely come back to those places.
Having a long-lasting career in this kind of world is not so easy. How have you managed through these years in which the music changes so rapidly?
If you are passionate about making music, it means something is burning inside that will help you to climb every obstacle, it will be your life, you don’t choose it, you don’t plan it, it just happen probably till you die. If your wish is to be a super famous DJ you probably missed the point it’s much more complicated as you’ll have to fight without weapons…I never planned to be an international DJ, I just love what I do, it helps me keep doing things that I love.
Could you give us Top 5 tracks that inspired you to become a dj/producer?
Maurice Joshua – This Is Acid (1988)
Quadrophonia – Quadrophonia (1990)
Slam – Positive Education (1993)
Nightcrawlers – Push The Feeling On (MK Remix) (1994)
Todd Terry – Jumpin (1994)
George Morel – Let’s Groove (1996)[/tab]
[/tabgroup]