All’anagrafe, Lewis Roberts, inglese, classe 1991. Se si dovesse pensare al personaggio che si cela dietro a questi pochissimi indizi, a nessuno verrebbe in mente di poter associare questo nome ad un produttore di musica elettronica. Koreless è l’alterego Lewis: la sua musica entusiasma per la ricercatezza delle melodie che sembrano esser contate, suoni netti in cui non c’è nulla di troppo. Magnifico esponente di quel genere post-dubstep che proprio a Londra è nato, Koreless riesce a coniugare in un’unica canzone ritmi minimali a vocals sussurrati, linee di basso nette e melodie ambient: unisce tutto in misure perfette, tanto che nulla stona e prevale sull’altro. Coniugare e bilanciare. Questa sua ricerca così razionale, Lewis, la mette anche nella vita privata, dove alla passione per la musica, coniuga amici, università ed impegni vari.
La bravura di questo artista è indiscussa, prova ne è il fatto che la sua presenza tra i palchi che contano, ormai, è più che affermata. In Italia presto lo vedremo all’Elita Festival di Milano, più volte menzionata anche nel nostro sito per la qualità di artisti che propone nelle feste organizzate ad hoc per l’occasione nei numerosissimi club milanesi: Maya Jane Coles, Richie Hawtin, Jamie Jones sono solo alcuni degli artisti che prenderanno parte all’evento. Il festival nasce come fucina di nuove idee e creazioni del design a 360 gradi, italiano ed internazionale, proponendo le iniziative di quel così sempre poco accreditato mondo delle “nuove leve” che vedono solo in queste occasioni la possibilità di presentare i loro nuovi lavori. Arte allo stato puro, vista sotto ogni prospettiva possibile, e la musica non può che farne parte. Approfittando della sua comparsata tra i big della serata di Martedì, siamo andati a conoscerlo un po’ meglio.
Ciao Lewis, benvenuto su Soundwall.
Stupisci per la tua giovanissima età: probabilmente dedicavi già molto tempo alla musica ancora durante la scuola. Come riuscivi a conciliare le due cose?
In realtà sto ancora studiando: studio architettura navale questo mi prende un sacco di tempo e fatica, come la musica. Sono all’ultimo anno ormai: è dura ma manca poco alla fine.
Com’è una tua giornata tipo? Continui gli studi o ti dedichi interamente alla tua passione?
Riesco ad andare in studio solo dopo mezzanotte perchè lo studio si trova sotto un movimentato ponte ferroviario quindi di giorno c’è un casino pazzesco. Ho dovuto spostare il mio orologio biologico di un pò: ora mi sveglio a mezzanotte circa, vado in studio a comporre musica per tutta la notte sino alle 7-8 della mattina, poi vado a lezione ed infine ritorno a letto. E così a ripetere.
Quanto è importante, secondo te, lo studio e l’esser sempre aggiornato in un campo così vasto come la musica?
Per me è veramente importante per ampliare le mie conoscenze musicali, ascoltando cose che di solito non mi entusiasmano e ascoltando differenti tipi di musica e di suoni. Penso che se si ascolti una vasta gamma di musica e non solo un unico genere, nel momento in cui lavori sulla produzione, ti senti più libero e non cerchi di riprodurre un particolare suono che magari hai ascoltato per tutta la giornata.
Sei sempre stato un appassionato di musica, in particolare del jazz raffinato di John Coltrane. Cosa ti ha affascinato della musica elettronica ed in particolare cosa ti piace del genere che fai?
La prima volta che mi sono imbattuto nella musica elettronica, se così si può dire visto che era del calibro di Mala and Loefah, fu tempo fa. Eravamo tutti molto giovani e vivevamo in una piccola cittadina dove per un pò girava buona musica: io ed un mio compagno ne rimanemmo colpiti, infatti iniziammo ad appassionarci. Penso sia stato il suono digitale così diverso rispetto al suono così sciolto ed organico di una band, così ci ha fatto veramente piacere ascoltare qualcosa di nuovo. I suoni ripetitivi non si sentono spesso nella musica fatta in un gruppo musicale e questo mi ha attirato molto verso la musica elettronica.
Le tue produzioni hanno sonorità molto marcate, un mix di minimal, ambient e dub step. A cosa ti ispiri?
Cerco di fare del mio meglio per usare suoni molto semplici e freschi, cercando di produrli con elementi limitati. Trovo utile lavorare ponendomi dei limiti come questi perchè ti fa riflettere molto. Suppongo che questo sia una specie di ispirazione, fare meno con più.
Come ti vedi tra dieci anni e cosa ti auguri per il futuro?
Spero di fare musica ancora per un pò, ma mi piacerebbe anche continuare con gli studi in architettura. Questo però è un percorso lungo, per ora spero di continuare a fare quello che sto facendo.
English Version:
Name: Lewis Roberts, English, born in 1991. If you If you were to think of the character who is behind these few clues, no one would ever think to associate that name to a producer of electronic music. Koreless is Lewis’s alter ego: his music excited for the refined melodies that seem to be counted, straight sounds in which nothing is too much. Magnificent exponent of Post-dubstep, genre born in London, Koreless combines in a single song whispered vocals to minimalist rhythms, net basses and ambient melodies: combines everything in perfect proportions, so that nothing jars and prevails on the other. Combine and balance. This rational research, for Lewis, describes also his private life, in which the passion for music, friends, universities and various commitments are combined.
During Elita Festival, the famous Milan’s festival where new ideas and creations of the Italian and international design and music take place, we taking advantage of his cameo appearance among the “big” of Tuesday evening, we went to know him a little better.
Hi Lewis, welcome on Soundwall.
You’re very young, probably you’ve started with the production already when you went at school. How you could reconcile the two?
I’m actually still studying now, I study naval architecture and that takes up a lot of time and effort, as does music. I’m final year now so it really is a big push but I’m coping.
What a typical day? Do you continue the studies or dedicate all your time on music?
I can only really go to my studio after midnight because its underneath a busy railway bridge and its dead noisy in the day, Because of this i’ve switched my body clock up a bit and wake up at about midnight, head down to the studio and write music all night until about 7 – 8 am then i study go to lectures then go to bed and repeat.
How important do you think the study is in music (learn about new artists and new melodies)?
To me it’s really important to broaden my musical knowledge as much as possible, listening to things that you wouldn’t normally, and listening to all different types of music/sounds. I think if you listen to a wide scope of music, then when you are working on your own music you feel like you have more freedom to do what you want and not try to fit into any particular sound.
You’ve always been a fan of music, in particularly for the John Coltrane’s jazz. What has fascinated in electronic music and in particular what do you like about the music you do?
I first got into electronic music though the likes of mala and loefah, all the old guys. we were quite young at the time and lived in a small town that was lagging a bit in music so it was only really me and one mate who were into to it but we were obsessed. I think it was the digital sound of it, prior to this we only really listened to band music that had quite a loose organic feel so it was quite refreshing to hear something new. Repetition isn’t something you hear a lot in band music and that really drew me to electronic music aswell
Your products are very pronounced sound, a mix of minimal, ambient and dub step. What inspires you?
I’m always trying my hardest to keep them really crisp and simple, to make them work with limited elements. I find it useful to work within limits like this because it makes you think. I suppose this is kind of an inspiration in a way, doing less with more.
How do you see yourself in ten years and what you hope for the future?
I hope to do music for a while but i’d also like to further my studying with straight architecture. That’s a long way away though. For now i hope to keep doing what I’m doing.