Il sapore è amarissimo anche il giorno dopo, non è passata inosservata una mancanza di rispetto così grande ed il web, come sempre accade, diventa un’esplosione di commenti e opinioni a volte condivisibili, altre meno. Parliamo dell’ultimo evento, in ordine cronologico, che sta mettendo in cattiva luce il nostro pubblico.
Ma cosa è successo di preciso? I nostri amici condividono sui loro profili un video, lo stesso che sarà commentato e retweettato tutto il giorno: premiamo play, Jeff Mills si sta esibendo davanti a qualche migliaio di persone, sta facendo il suo. Si sentono dei fischi, il pubblico rumoreggia e ad un certo punto dalla pista parte un oggetto che colpisce Mills in testa. Il dj è incredulo, spegne la musica, fa due passi indietro. Il video finisce e ci lascia senza parole.
Scorriamo le pagine dei social e leggiamo una serie di discussioni, tra cui il party, la scelta di far suonare Jeff Mills in un contesto del genere e ovviamente la città che ospitava l’evento. Secondo noi tutte cose purtroppo marginali rispetto a quello che è il problema più grande di tutti: l’incivilità e i limiti che ormai ha superato nel nostro mondo. Perché diciamo questo? Perché non ci sentiamo di puntare il dito contro un organizzazione per quello che abbiamo visto. Jeff Mills non è uno sconosciuto, quando si presenta un nome del genere in cartellone si fa una scelta precisa, lo sa chi organizza, dovrebbe saperlo anche il pubblico. Non ci sentiamo di schierarci dalla parte di chi dice che non sarebbe successo se Jeff Mills fosse stato in un’altra situazione, perché signori e signore, queste cose purtroppo possono capitare ovunque. Senza poi parlare di chi punta il dito contro la città di Roma, quando l’Italia intera è ormai terreno di scene pietose che coinvolgono pubblico ma anche organizzazioni, da nord a sud senza distinzioni.
Noi ci sentiamo di puntare il dito contro chi rovina il lavoro di tutti, chi non ha rispetto, non ha cultura e soprattutto non è educato. Ieri in consolle c’era Jeff Mills, ma la cosa ci avrebbe dovuto far riflettere anche in caso ci fosse stato un perfetto sconosciuto. Perché il rispetto non aumenta con il cachet di un’artista.
L’italia non è l’unico posto al mondo dove accadono cose incivili, è vero, basta ricordare cosa successe qualche anno fa in Venezuela mentre Carl Cox si esibiva: ci fu una sparatoria e persero la vita quattro persone. Ma è da inquadrare soprattutto l’aspetto sociale e i diversi eventi per capire che il paragone non è fattibile. Perché? Perché in quel caso si parla di bande che si contendono lo spaccio, contro situazioni che nel nostro paese riguardano quasi esclusivamente l’inciviltà. Non parliamo di scontri tra fazioni politiche opposte, ideologie diverse, stili di vita… parliamo di ignoranza pura. La stessa che ci fa riconoscere anche all’estero. Questo è il vero problema.
Il nostro pubblico dovrebbe essere il primo a capire cosa sta andando ad ascoltare, dovrebbe farlo prima di acquistare la propria prevendita. Dovrebbe imparare a farlo perché è logico. Così come scegliere di mangiare una pizza al posto di un piatto di carne. O di indossare una maglietta al posto di una camicia. E perché no, dovrebbe essere anche libero di fischiare, è una scelta abbastanza condivisibile di contestazione. Un modo abbastanza civile per esternare un dissenso nei confronti di un’offerta che non rispecchia a pieno le proprie scelte. A patto che chi fischia sia in grado di capire quelle scelte. Perché fischiare Jeff Mills, quando sta facendo il suo, è come fischiare David Guetta quando mette la sua musica. Se qualcosa non ti piace, non farla, nessuno ti costringe. E se per sbaglio ci si ritrova in un evento che non piace, basta andare via, questo è quello che succede di solito. Non abbiamo mai visto il nostro vicino di tavolo distruggere il ristorante per un piatto che non gli è piaciuto o per un cameriere che ha sbagliato ordine.
Alla fine ci chiediamo, cos’è successo a quel genio che ha tirato l’oggetto?
Speriamo che i suoi vicini l’abbiano trascinato fuori dal locale, o che almeno l’abbiano segnalato al buttafuori più vicino. Perché l’unico modo per migliorare questa situazione è iniziare a cambiarla da dentro. L’antidoto siamo noi, quelli che il rispetto lo dimostrano ogni sera. Quelli che alla fine ci rimettono per colpa di un singolo. Quelli che vengono etichettati sui giornali al pari di questi imbecilli.
Sembrano banalità, ma il tempo passa e le cose non cambiano…
Voi non siete stufi?