“Questa non è una rassegna dei brani a nostro parere più rappresentativi ed interessanti di ciò che ha prodotto la scena musicale campana a cavallo tra la seconda metà degli anni Settanta e il tardo Ottanta e di cui lasceremmo volentieri parlare esponenti più esperti (Lorenzo, Giampaolo, Massimo e Lucio), ma bensì una selezione tra ciò che è in nostro possesso o facente parte della collezione del negozio (Futuribile, ndr) che ben disegna un approccio naïve ed esplorativo nel creare musica sorprendentemente contemporaneo oltre a raccontarci di un’epoca e di un momento storico assolutamente vivo ed irripetibile dal punto di vista creativo e compositivo.” – The Mystic Jungle Tribe
I giorni che ci separano da NOEGO Festival, rassegna partenopea in calendario i prossimi 7 e 8 dicembre, si fanno sempre meno e la nostra voglia di viverci Napoli come non succedeva da tempo è più forte che mai. Così, per cominciare ad entrare nell’atmosfera magica della città, abbiamo chiesto ai The Mystic Jungle Tribe, tre tra gli artisti napoletani che più ci entusiasmano di recente, di raccontarcela attraverso i loro dischi preferiti.
Parole e musica a Dario Di Pace (Mystic Jungle), Raffaele Arcella (Whodamanny) e Enrico Fierro (Rico Milord), buon ascolto!
MJ: Registrata a San Francisco in un momento di transizione che precede il suo più grande successo commerciale “Figli Delle Stelle”. Fusion che incontra il rock progressivo ed i testi in dialetto napoletano. Delicato e potente.
MJ: Un pomeriggio il nostro amico L. Sciciola mi invitò ad ascoltare questo brano, aveva appena trovato una copia pizzicando da qualche bancarella del centro storico e lo trovai irresistibile. Ritrovarmelo tra le mani scavando nel deposito del negozio è stata una sorpresa.
WDM: Preso a scatola chiusa durante una fiera del disco. La sorpresa è stata scoprire leggendo i crediti sul retro della copertina che il brano che aveva realmente catturato la mia attenzione era a cura de “Il Giardino Dei Semplici”, il gruppo di mio padre.
RM: Di Romeo Galeani e Tony Santacroce non si hanno molte notizie se non che realizzavano arrangiamenti su musica d’autore. Stravagante ed esoterica reinterpretazione di “The Enchanted Sea” di Santo & Johnny (1964). Ad impreziosire il tutto foto in copertina accreditata ad Oreste Pipolo il “fotografo delle spose”.
WDM: Francesco Napoli emigrò in terra teutonica in cerca di fortuna e la trovò incidendo “Balla, Balla” che diventò una vera e propria hit in Germania. Trovato in una vaschetta “Low Prices” in Spagna mi incuriosì per una versione electro di “Quale Idea” di P. D’Angiò. Vagamente kitsch come tante produzioni italo-disco dell’epoca ma comunque testimonianza di un sound fruibile ancora oggi.
RM: Compositore nativo di Minori e attivo nel campo delle sonorizzazioni Rai il brano è tratto dal suo disco d’esordio, interamente strumentale. La nostra copia proviene dall’archivio radiofonico di Radio T.C.A. (“Radio Tramonti”, Costiera Amalfitana).
MJ: M.E.A. Sound è stata una casa discografica attiva negli anni 80 che sfornava tonnellate di dischi ad uno schioppo di dita da dove attualmente abbiamo il nostro studio di registrazione sulla collina dei Camaldoli. Oscuro, elettronico e decisamente sperimentale rispetto alle tipiche produzioni campane dell’epoca.