Oggi lo diamo quasi per scontato, ma facciamo male: quello che è successo in Puglia più o meno nell’ultimo decennio è più unico che raro. L’impulso iniziale dei fondi europei che “nutrirono” tutta una serie di progetti non sarà stato sempre perfetto – inevitabilmente qualche investimento fuori fuoco c’è stato, qualche spreco – ma complessivamente ha generato un ecosistema che è una eccellenza culturale, sociale e molto spesso anche imprenditoriale. Ve la diciamo in termini più semplici: si è capito che la buona musica “nuova” e i festival di qualità, quelli che non devono per forza pensare solo alla massimizzazione dei profitti con le cose più commerciali e “facili” possibili, sono qualcosa che può funzionare molto, e bene. L’effetto-emulazione (o semplicemente, l’effetto-esempio) ha creato una dinamica virtuosa per cui oggi, la Puglia, è una delle capitali estive della musica europea. E forse addirittura, se guardiamo al criterio della qualità e della competenza, “la” qualità per eccellenza. Quanto sono lontani gli anni in cui sembrava che in certe zone d’Italia potesse esserci solo la sagra in piazza voluta dall’assessore, con sul palco dei dinosauri sanremesi scongelati solo per le serate estive?
No, perché noi certe cose ce le ricordiamo.
Riflettiamoci, su questo aspetto. E riflettiamoci ancora più intensamente vedendo cosa ci attende nelle prossime settimane da quelle parti lì, davvero un unicum. Ecco un insieme di eventi che sono tutti davvero al vertice per ideazione, qualità, competenza, ricchezza dell’esperienza. Tutto questo in pochissimi giorni, su una superficie geografica limitatissima. Sì, ok, facile quando sai che arrivano turisti da tutta Italia: ma quello che stai proponendo non è dozzinale. Quello che stai proponendo, poi, mette in campo competenze professionali ai vertici. È in questo modo che si cresce tutti assieme: promoter, musicisti, pubblico. Il declino non sta qua, prendete nota. E magari leggetevi anche quanto pubblicammo qualche giorno fa, sempre in “area mediterranea”.
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KRIPTALYS, LA NOVITÀ
Non a caso vogliamo cominciare con una grande, bellissima novità. Perché l’Italia è il paese dei grandi immobilismi e delle rendite di posizione, ma invece nell’ecosistema della musica pugliese può capitare che nasce come un fulmine a ciel sereno un festival sulla carta assolutamente stupendo, imperdibile. In primis, perché il direttore artistico è uno che la musica la mastica davvero: Roy Paci. I più distratti pensano alle sue hit estive “disimpegnate”, in realtà Roy è un musicista di enorme spessore ed altrettanto grande curiosità artistica, dalla sperimentazione jazz/noise estrema all’elettronica. Questo sua “visione” globale ed una inesauribile energia gli permettono di sintonizzarsi sempre con le migliori menti musicali. Che Kriptalys sia un festival nato, pensato, creato da e con musicisti dall’approccio libero, competente ed aperto lo si capisce da una line up atipica ma ricchissima nei contenuti sia musicali che umani. Future Nomads vede Frentik e Orang3 abbandonare l’urban pop ben rifinito e ritrovare in modo estemporaneo la “selvaggeria” elettronica più pura e divertita, Ivreatronic non è un balocco di Cosmo ma un collettivo “orizzontale” che sta creando nuove sacche di entusiasmo e resistenza culturale in un mondo ormai statico e conservatore come quello del clubbing, Mace infine non ha bisogno ovviamente di presentazioni ma a Kriptalys arriva con un progetto specialissimo, un live arricchito dalla presenza di 20 ottoni (questo è la Banda Mistica, e ovviamente al suo capo c’è Roy Paci). Poi ancora Valentina Magaletti all’alba, l’afro frizzante de Il Mago Del Gelato. Sì: sulla carta, questo festival è la più bella novità dell’anno, per quanto ci riguarda, Puglia e non solo Puglia. Un gioiellino. Un qualcosa di diverso da tutto gli altri, da tutto il resto.
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VIVA!, L’EVOLUZIONE
Viva! è nato da una costola di Locus, ovvero quella che è forse la rassegna estiva più sofisticata e qualitativa d’Italia (ancora in eccezionale forma, anche quest’anno), e si è sviluppato subito benissimo grazie ad una partnership strettissima con C2C, realtà per cui non c’è bisogno di particolari presentazioni. Anche quando il sodalizio con l’eccellenza avant-pop sabauda si è sciolto, la qualità è rimasta comunque siderale, grazie al legame con 3D Agency (ne parlavamo l’anno scorso qui). Ora il festival di Locorotondo ha scelto di entrare in una terza era: sciolto il legame sia con 3D che con Ninni Laterza, uno dei fondatori e persona di grandissimo gusto, si è dato una veste non più avant-pop (la “fase” C2C), non più “sophisticated blackness” (la “fase” 3D), ma diciamo più a 360 gradi. Che ricognizione, però: gli headliner sono gli Air (che portano in giro il venticinquennale di “Moon Safari”, quanto amore per quel disco), gli Underworld (sempre maestosi e micidiali), The Blaze. Questa direzione più eclettica è confermata pure dalla varietà degli altri act: le architetture digitali di Dardust, il blues lunare di Venerus, la nuova musica italiana più interessante tra indie, urban ed eletronica con Thru Collected Whitemary, Dov’è Liana, e poi ancora Giorgia Angiuli (all’alba, in riva al mare), Godblesscomputers, Shygirl. Non c’è più una identità netta come in passato, forse, ma gli stimoli non mancano. E Locorotondo sullo sfondo del Main Stage, beh, è sempre un sogno.
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POLIFONIC E PANORAMA, LE CONFERME
Non ci giriamo tanto attorno, non spendiamo tante parole. Sì, certo, Polifonic e Panorama sono molto diversi tra loro: il primo è di classe assoluto e sofisticatissimo nella line up, offrendo il meglio del clubbing più “ricercato”, il secondo invece è una parata di grandissimi nomi che riempiono il dancefloor immancabilmente. Due approcci radicalmente diversi. Ma una cosa in comune: essere veramente al livello più alto nel proprio campo di competenza. È da tempo che abbiamo smesso di credere nei contrasti e nelle contrapposizioni “distruttive”. Certo, ognuno ha i proprio gusti e le proprie inclinazioni estetiche e culturali, ed è giusto e bello essere “partigiani” per esse: ma quello che piace a te non sarà mai, mai, mai più bello se il grosso delle tue energie è rivolto ad insultare ciò che è diverso. Nulla poi vieta che ci siano dei weekend nella propria vita in cui vuoi essere più sofisticato, e un altro in cui invece vuoi il bagno di folla entusiasta ed “ignorante” (nell’accezione più affettuosa del termine). Ecco, Polifonic prima e Panorama poi ti permettono entrambe le cose. Eventi dal successo consolidato, e con pubblico fedele ed entusiasta. Tutti lì, nella stessa regione, a distanza di poche settimane l’uno dall’altro. Ci dite da quale altra parte d’Italia e forse addirittura d’Europa succede, tra luglio ed agosto?
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OPEN SOUND, LA SORPRESA
Perché Open Sound è una sorpresa? Anche se non è certo la prima edizione? Perché questo festival, dal format bellissimo nella volontà e capacità di mettere insieme tradizione ed innovazione, rapporto con l’identità locale ed apertura verso il mondo, pensavamo che sarebbe nato e morto con Matera Capitale Europea della Cultura, anno 2019. Era infatti un’idea troppo affascinante e preziosa per “resistere” sul mercato – il pessimismo in noi regnava. Invece, ha saputo esistere e resistere ed arriva al 2024 in pienissima forma, con una linea up davvero molto, molto interessante (James Holden! Vladimir Ivkovic! Bombino!) e fatta con criterio, originalità e competenza: ci piace pensare (ed è per questo che abbiamo inserito Open Sound in questo elenco “pugliese”, anche se pugliese non è, è una realtà lucana), dicevamo, ci piace pensare che proprio la dinamica virtuosa che si è instaurata in questo decennio in Puglia attorno ai festival musicali di qualità abbia permesso di tenere viva l’energia, l’interesse a la progettualità anche attorno ad Open Sound, che con la Puglia ci confina, se si è automuniti parliamo veramente di meno di un’ora di macchina da, per dire, Viva! (…ecco, magari l’anno prossimo evitate di sovrapporvi sul calendario, che ne dite?).