Sono le 21 e 48 di domenica 6 ottobre, la Juventus sta pareggiando in casa col Milan, mentre i tifosi della Roma esultano sui social come dopo la vittoria di una Coppa dei Campioni e Fabio Fazio conduce come d’abitudine la sua messa laica.*
Poco fa si è esibito Roberto Vecchioni e Roberto Vecchioni è quasi sempre uno spunto interessante. Non è il migliore dei cantautori italiani, ma è quello che più di ogni altro ne incarna lo stereotipo: già solo la posa che assume mentre canta, mano sinistra in tasca e mano destra libera a mimare pezzi di testo, ne riassume la poetica e lo stile. I suoi brani sono infarciti da riferimenti colti, i suoi discorsi vertono sempre verso una sorta di conservatorismo progressista tipico degli anziani che hanno tantissima fiducia nei giovani, ma si ritengono migliori.
Adesso probabilmente mi prenderete per pazzo, ma Vecchioni in qualche modo mi ricorda Four Tet, o almeno una certa percezione pubblica di quello che Four Tet dovrebbe rappresentare: il musicista di musica elettronica per quelli che nella loro vita non ascoltano musica elettronica.
Quelli che probabilmente non hanno mai ascoltato neanche un suo pezzo, figuriamoci un suo disco, ma che ne riconoscono l’autorità e la stazza artistica.
Scrivo questo mentre aspetto che Four Tet inizi il suo show su Rinse.fm: una maratona di otto ore (andrà avanti fino alle 6), in diretta, in cui il buon Kieran farà ascoltare estratti dal suo nuovo album – “Beautiful Rewind”, appena uscito – quelli che ha prodotto per Omar Souleyman, e tanti altri. Da ore sta promettendo su Twitter sorprese su sorprese, come un nuovo brano realizzato con Burial e mai pubblicato. Ci saranno anche vari ospiti che riempiranno la trasmissione con i loro dj set (Caribou, Floating Points, Anthony Naples).**
Quando leggerete queste righe probabilmente ci saranno già dei podcast in giro e forse ancora una volta si ricomincerà a parlare di quella voce che vede Four Tet e Burial come Clark Kent e Superman. Ve lo dico subito, non ci ho mai creduto, ma piano piano me ne sto facendo una ragione: Kieran Hebden si trova nel pieno di una nuova vita artistica. Da quando è scaduto il contratto con la Domino, oltre ad avere fondato una sua etichetta (la Text), ha rivoluzionato radicalmente il suo approccio. È come se Four Tet fosse diventata la valvola di sfogo da affiancare a un progetto di caratura più mainstream (fa ridere, ed è chiaramente un paradosso, ma Burial può in una certa maniera essere considerato proprio questo).***
OK, lasciamo stare i deliri cospirazionisti, le scie chimiche del beat, e concentriamoci sui fatti: da un po’ di tempo a questa parte, Kieran sembra non sopportare più le regole imposte dalla discografia, e in alcuni casi anche dal buon senso.
Fa uscire le cose quando ha voglia, magari annunciandole con solo qualche giorno d’anticipo, o in certi casi anche solo qualche minuto. Il Four Tet sempre sorridente di qualche anno fa sembra essere un lontano ricordo: ora è sempre incazzato nero, pronto a polemizzare con chiunque (non che abbia tutti i torti). Recentemente si è scagliato contro la ristampa in vinile deluxe del “Late Night Tales” che aveva realizzato nel 2004, regalando la compilation in free download (al suo solito, con un link Sendspace pubblicato su Twitter), pubblicando a parte il wav della cover di Castle Made of Sand di Hendrix, e giusto un paio di giorni fa – sempre su Twitter – si lamentava per i prezzi alti degli store targati Rough Trade, minacciando di non distribuire più i titoli Text in quei negozi.
Rinnovata consapevolezza? Ricerca di libertà assoluta? Semplici prese di posizioni?
Tutte queste cose insieme, molto probabilmente.
Kieran orami sa di potersi permettere quello che vuole, nella maniera in cui vuole, e giustamente cerca di sfruttare in modo intelligente questa sua posizione, avendo la certezza che ci sarà sempre qualcuno disposto a fare carte false per un suo vinile in edizione limitata.
“Beautiful Rewind”, quindi, stupisce fino a un certo punto: sembra un greatest hits di inediti.
Dentro c’è tutto il Four Tet che conosciamo: quello più incline al clubbing, quello capace di fare convivere suoni all’apparenza rarefatti con le influenze più disparate (il kraut rock, il jazz, la psichedelia) e quello in grado di tirare fuori melodie incredibili anche dove non te lo aspetteresti mai. Più di qualcuno sta parlando di un ritorno in grande stile, ma la verità è che non se n’era mai andato, anche se ogni tanto ha fatto la figura del “bandolero stanco”.****
* La Juventus alla fine ha vinto 3-2. Vecchioni, invece, sono settimane che cavalca una insistente candidatura al Premio Nobel, arrivando anche a giustificare il tutto dicendo di essere molto più famoso in Svezia che in Italia. Qui trovate una cronistoria fantastica degli eventi recenti.
** Ho resistito per circa tre ore, poi sono andato a dormire. In ogni modo, bello show.
Il podcast non è ancora uscito, ma qui c’è l’inedito con Burial. Il campione vocale dovrebbe essere di Mariah Carey, ma non ne sono sicuro.
*** Four Tet non è affatto Burial. Ne sono certo, ma d’altro canto mi piace pensare che sia in atto la più riuscita cospirazione della storia delle musica. Questo articolo del Guardian chiarisce un po’ di cose.
**** “ ‘Stanotte ho pianto pensando a te”.