Inizia la settimana in cui Torino diventa, per la musica contemporanea di taglio elettronico, la capitale d’Italia e in realtà una delle capitali assolute dell’Europa: il calendario poi quest’anno ha giocato uno scherzo interessante e ha “accorpato” le date topiche di Movement (31 ottobre, come da tradizione) e Club To Club (1, 2 novembre, il primo weekend novembrino anche qui come da tradizione). Se i due festival già l’anno scorso hanno intelligentemente trovato il modo di collaborare sulla logistica, mantenendo comunque entrambi la propria forte identità, quello che nel 2019 spiace dire è che le amministrazioni pubbliche, come al solito, mostrano una mancanza di buon senso e di pragmatismo che pencola fra lo stupido e l’esecrabile.
“Pencola”? “Esecrabile”? …sì, stiamo usando un linguaggio un po’ aulico apposta, perché in realtà ci sarebbe da tirare quattro insulti ad alzo zero. Cosa succede? Succede che per un inghippo burocratico (qui La Stampa ricostruisce chiaramente quello che è successo), a Club To Club è stata levata la possibilità di avere quello che era diventato un appuntamento classico, molto apprezzato e frequentato: quello del mercato + dj/live set la domenica sotto le tettoie di un mercato (prima San Salvario, ora Porta Palazzo). Mercati “a tema”, con un’offerta molto legata al tipo di audience del festival, e musica di qualità – quest’anno c’erano in cartellone Stump Valley e Napoli Segreta, insomma, roba di spessore, che è bello sentire nella domenica di pomeriggio di “decompressione” dopo le fatiche dei giorni precedenti.
E’ affascinante vedere come gli organizzatori si ingegnino per sopravvivere e rinnovarsi (Torino è di nuovo percorsa da un bel numero di serate dai buoni risultati e dalla proposta interessante, qualcosa di meno scintillante nella forma rispetto a Milano ma comunque pieno di sostanza), ma le istituzioni trovino sempre un modo per mettere i bastoni fra le ruote, o ottuso, o semplicemente retrogrado – dipende se volete vedere il bicchiere mezzo vuoto o mezzo rotto, visto che il mezzo pieno qui è dato solo da chi si sbatte e rischia soldi propri per far divertire la gente e dar lavoro a varie figure professionali.
Quello che possiamo fare è ricordarvi il programma di Movement e quello di Club To Club, notando come ormai si siano saggiamente diversificati per taglio e target, offrendo ciascuno nel suo campo qualcosa di forte ed interessante ed attrattivo. Potete essere appassionati di entrambi, potreste invece fare una scelta (magari obbligata, per cause di tempo o di portafogli): sta di fatto che oggettivamente per tre giorni Torino diventa un centro gravitazionale europeo a livello di proposta culturale ed immaginario (non dimentichiamolo: c’è pura Artissima e tutto ciò – ed è tanto – che ci gravita attorno). La sua amministrazione, invece, dimostra ancora di amministrarla come se fosse Settimo Torinese. Con tutto il rispetto per Settimo Torinese, poveraccia. Non lo diciamo noi. Lo dice, ad esempio, cosa NON è cambiato ai Murazzi rispetto a cinque anni fa.
Speriamo che almeno su questo inghippo di Porta Palazzo si trovi una soluzione last minute. Magra consolazione, ma pur sempre consolazione.
UPDATE: La soluzione (parziale) è stata messa in campo
Per fortuna, una toppa parziale ed importante ci è stata appena confermata: il contenuto musicale proposto da C2C – ovvero Napoli Segreta e Stump Valley – è salvo, i due set ci saranno. Toppa che in realtà c’è sempre stata, perché il contenuto musicale dell’evento non è mai stato in discussione. Almeno la musica è salva e lo è sempre stata, e non è una cosa da poco. Ma l’assurdità della vicenda resta.