Già debuttante due anni fa per Bear Funk con un singolo come Lasertom & The Blast Crew, il dublinese Simon Cullen semplifica il proprio nome d’arte ma resta in zona, e saluta l’estate con un altro po’ di disco cosmica a bassa velocità, dal feeling molto umano e “suonato”. La versione originale di “Call” prende il via fra il rombare dei sintetizzatori, dal quale emerge una sequenza bassa analogica molto classica, ma anche molto efficace, gommosa ed europea quanto basta. La voce femminile, moscetta, non è di quelle per cui scrivere a casa, ma il suo contegno un po’ freddo in qualche maniera si adatta alla traccia, e il lungo break sul finale accompagna tutti in porto con euforia balearica.
Non male l’ucraino Volta Cab e il suo “808 Mix”, che oltre alla drum machine dichiarata mette organo jazzato e bassi ancora più funky ed elastici, e un ritmo spezzato che sembra partire ma non parte mai. Ancora meglio le vecchie glorie britanniche anni ’90 Tilt, che accelerano fino a 118 su tripli stab insistenti di basso e voce trattata, e firmano otto minuti tondi che promettono gran rendimento in pista, per esempio quando è ora di alzare la temperatura di una tacca.
Chiude Evol Ai, con una versione nu-disco sognante che si irrobustisce e torna delicata, senza perdere i dettagli e le micro-divagazioni che la colorano piacevolmente dal principio.