Alla sua quarta edizione le presentazioni per quanto riguarda Terraforma crediamo siano inutili: una nuova dimensione organica si ripresenta ogni anno a fine giugno a una ventina di chilometri da Milano. Il festival sin da subito ha mostrato la sua sostanza e la volontà di portare in Italia un concept sensibile alla sostenibilità ambientale da un lato e alla valorizzazione della sperimentazione artistico-sonora dall’altro. Sì, lo fa proprio in Italia, proprio in quel paese ricco di frammenti unici ma poco sensibile al contesto ambientale e totalmente disattento alla dicotomia che consideri indissolubile il rapporto fra uomo e natura. Una piattaforma per la riflessione che amplifica la condivisione di idee, uno spazio che collega l’Italia al resto del mondo: è anche questo il Terraforma. Ambientato in un bosco abitato da querce, pini e vegetazione di pregio che fa parte del complesso di Villa Arconati, è un luogo dove la realtà ordinaria si fonde con il surreale e dove l’ordine concettuale può essere rovesciato, ripiegato; architettura e natura si esprimono insomma in un luogo dalle vesti oniriche.
Anche quest’anno Terraforma ci racconta di artisti che della ricerca e della sperimentazione hanno fatto fondamento del loro lavoro. Il festival inizia venerdì 23 giugno con Stine Jarvin. La performance ci condurrà verso una dimensione astratto-concettuale, una mappa sonica dove voci e suoni prodotti dalla sua bocca saranno unici strumenti possibili. A seguire il super duo NMO, composto dal percussionista norvegese Morten J. Olsen e dallo spagnolo Rubén Patiño, artista, musicista e performer che se non conoscete vi consigliamo di studiare attraverso questo link.
Proseguendo: dopo diciassette anni, GAS presenta il nuovo album. Parliamo del progetto speciale di Wolfgang Voigt, co-fondatore della storica label tedesca Kompakt, producer dagli orizzonti ambient e dagli umori naturali ed intimi. Invece, se poco prima di mezzanotte cominceremo ad avvistare oggetti fluttuare nell’aria questo sarà solo merito di Arpanet… Non stiamo parlando del progetto ”Advanced Research Projects Agency Network”, il progenitore del web così come lo conosciamo oggi, ma di Heinrich Mueller. Ovvero, producer e voce maschile di Der Zyklus e Dopplereffekt, una leggenda, scienziato della musica elettronica innamorato del teletrasporto, di synth anni ottanta e dark wave.
Conoscete Aurora Halal, l’organizzatrice del festival audio video newyorkese Sustain-Relase? Dovreste: artista statunitense dal suono scuro profondo, intarsiato da accenni wave e amante della sintesi sonora. La notte verrà chiusa da TJ Hertz aka Objekt, il giovane ragazzo inglese che ha fatto di Berlino la sua casa e che non si è mai voluto chiudere all’interno di un genere specifico ma preferisce invece giocare con 2-step, wonky music, house e techno come se fossero strumenti di un’officina (e prendendosi anche un sacco di affascinanti rischi creativi).
Sabato 24 giugno la foresta lombarda si risveglierà sotto le onde sonore di Dozzy, alle dieci del mattino. Il producer romano, entrato nell’Olimpo della scena techno internazionale e conosciuto per il suo suono organico e strutturale, sarà impegnato in un set lungo tre ore. Alle tredici, le fronde degli alberi prenderanno vita grazie a Rashad Becker, manipolatore di foreste soniche, che popolerà il bosco di animali invisibili. Rawmance è presente anche quest’anno, dopo aver riportato alla luce materiale unrealeased prodotto da Dj Guy fra il 1993 e il 1994 sulla sua label La Beauté Du Négatif; dopo di lui anche L.U.C.A, aka Francesco De Bellis, producer romano di enorme spessore dai mille alias e progetti (in primis Francisco e le sortite come un terzo dei Jolly Music, impegnato di recente anche con la sua Edizioni Mondo), che con con la sua library music ci condurrà in territori tra il cinematico, l’esotico e il balearico.
L’elegiaco Laraaji innalzerà spirito e coscienza: il polistrumentista americano, attivo sin dal 1979, sin da ragazzino attratto dal suono del violino, del piano e dello zither (una sorta di cetra da tavolo), così come da altri strumenti particolari. Non sarà solo il suono dell’Hammered Dulcimer a guidarci verso locazioni altre ma il nostro viaggio sarà aiutato dal workshop di meditazione yoga “Laughter Meditation”.
Attenzione ora al suono di un violoncello, qualcosa in cui non è facile imbattersi in un festival a matrice teoricamente elettronica. Sto parlando di Julia Kent, violoncellista canadese nota per le sue narrazioni sonore atte a raccontare il rapporto fra uomo e natura, nelle reciproche mutazioni ed interazioni. Lascerà spazio a Suzanne Ciani, la regina italo-statunitense della synth music, dei modulari, compositrice dalle onde sonore fluide, organiche e meditative, dove il sintetizzatore Buchla è da sempre estensione delle sue dita e del suo pensiero. E’ infatti grazie all’incontro con Don Buchla che è nata in Suzanne Ciani la passione che le ha permesso di costruire una propria precisa identità sonica. Un incontro che non poteva che lasciare il segno: si racconta che Don Buchla e il suo giro di amici, per stimolare la mente durante il processo creativo, sui loro sintetizzatori avessero adattato uno dei moduli coprendolo di acido lisergico, in modo da espandere mente e orecchie.
A seguire la performance di KAFR: trio performativo composto da Rully Shabara e Wukir Suryadi (Senyawa) e Rabih Beaini, alla ricerca della commistione tra suoni libanesi e indonesiani, scriveranno la loro monografia etnografica “aumentata” attraverso voce, batterie elettriche e sperimentazioni sonore. Mala, pioniere della dub step inglese, metà della leggendaria unit Digital Mystikz, dritto dritto dai sobborghi sud di Londra ci farà ballare con le ginocchia flesse e le membra sciolte a colpi di bassi. La serata di sabato si concluderà con un extended set di quattro ore del padre della santa label L.I.E.S., Ron Morelli.
Domenica 25 giugno spetta a Tropic Disco Sound System il compito di darci la benedizione di prima mattina. Dopo aver chiesto perdono per i nostri peccati, si continua a ballare con Paquita Gordon, oramai di casa al Terraforma, questa volta però affiancata dall’artista turca Ece Duzgit. Durante il pomeriggio si continuerà a muovere le gambe con John Swing e il cantante David Soleil-Mon, sulle tracce del sound house e dub. Il festival si conclude con tre set: sua maestà Andrew Weatherall, uno che davvero non ha bisogno di presentazioni e che sarà bello vedere all’opera in un contesto così particolare; il duo tedesco Dresvv; la performance di Kiki Hitomi, la voce dei King Midas Sound, con un progetto solista che filtra dub e sonorità dell’enka giapponese.
Il sabato e la domenica gli artisti sono impegnati in workshops, lectures e meetings. Ascolteremo Ruggero Pietromarchi, cofondatore del festival e dell’associazione culturale no profit Threes, impegnato con Aurora Halal in un talk presentato dalla Berlin Community Radio, radio coacervo delle menti più brillanti del panorama musicale europeo. Domenica Suzanne Ciani sarà presentata dalla Red Bull Music Academy e alle diciotto sarà la volta di Rabih Beaini e i Senyawa, il duo sperimentale indonesiano, anch’essi impegnati in un talk.
La parola sostenibilità e sperimentazione descrivono pienamente il manifesto del Terraforma anche alla prova dei fatti, visto che il festival è impegnato anche quest’anno con l’aiuto della Fondazione Augusto Rancillo in un progetto di bonifica e rivalutazione. Importante anche la collaborazione con lo studio Fosbury, attraverso la quale è stata possibile la realizzazione del labirinto all’interno dei giardini di Villa Arconati sul modello originale grazie al ritrovamento di vecchie planimetrie risalenti al 1743. Per quanto riguarda le accomodation, per i più “choosy” sicuramente sarete al corrente della possibilità di campeggiare al Pop Up Hotel: un villaggio di tende super-posh dotate di tutti i comfort. Inoltre non ci saranno luci che inibiranno la bellezza delle stelle, grazie al contributo dei ragazzi di Liter Of Light, la ONG specializzata in progetti di illuminazione ecosostenibile. Il campeggio tra l’altro sarà illuminato attraverso l’uso di un sistema alimentato a energia solare il: Bottle Bulb.
Il Terraforma è un luogo di sperimentazione, di unione e di incontro dove il tempo si ferma, ambientato in una foresta che non fa che ampliare percezioni e liberare energie. L’uomo senza cultura è un essere incompleto. Ma la cultura non deve essere solo un abbellimento, una decorazione, ma un’arma con cui agire concretamente sulla realtà, su se stessi, cercando di modificare, evolvere, ricostruire, esplorare. Nel weekend tra il 23 e il 25 giugno, esplorando e “vivendo” questo programma, potrete vivere un’esperienza davvero profonda.
[foto di Michela Di Savino]