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[tab title=”Italiano”]Ormai possiamo dirlo, quelli che durano sono quelli con la testa dura, quelli che divorano dischi avidamente senza preoccuparsi troppo dei canoni del momento e lo fanno in nome di una cosa sola: passione. Certo, bisogna portare il pane a casa e certo, fare il dj di professione oggi è come nuotare in un mare di squali, ma il signor Renauld Levandowski ci riporta ad un concetto basilare quando dice che suona in primo luogo per se stesso, che vuole essere lui il primo a divertirsi, a perdersi per un po’. Nato nei rave della Francia Sud e trasferitosi a Ginevra nei 2000s, dopo un legame pluriennale con la Cadenza Music ha da poco lasciato la corte di re Luciano per offrire i suoi servigi alla Mobilee Records di Anja Schneider.
Come molti hai iniziato a mettere i dischi ai rave, erano gli anni novanta e la magia sorgeva dal connubio tra suono nuovo e rottura degli schemi. Ti manca quel momento? Come ti trovi oggi a fare i conti con l’industrializzazione di quel fenomeno?
Certo, quel periodo mi manca. La mia vita è totalmente cambiata il giorno che ho messo piede al mio primo rave, nei primi anni novanta. Fu proprio del tipo: “Ok amico questa è la situazione, questo è ciò che stavi cercando senza saperne nulla!”. Da questa rivelazione in poi mi sono fatto il culo per diventarne parte e sono orgoglioso della strada che ho preso, decisamente non facile. Potersi guadagnare da vivere con questa passione è un sogno per molti, mi sento fortunato ad aver raggiunto questo scopo, ma richiede molto sacrifici e una dedizione totale. La parte più difficile per me è stata quella di trovare un equilibrio tra la passione e il business che vi gira intorno. Rincorrendo i soldi è facile cadere nel lato oscuro della questione, ma poi un passo alla volta la tua passione è destinata a svanire e finisci a fare le cose solo per nutrire quella brutta bestia. Vedo un sacco di ragazzi fare questo lavoro per le ragioni sbagliate, alcuni direbbero che è un male per la scena, etc. Io non ne sono sicuro, mi sento solo triste per loro, hanno toppato in pieno e tutto questo può durare solo per un breve momento. Puoi anche imbrogliare i fan, ma alla fine il tizio sul palco che si diverte e suona la musica che ama davvero diffondendo buone vibrazioni salirà sempre più in alto. La scena esiste con o senza questa corrente commerciale, è stata sempre la stessa storia per tutti i movimenti musicali. Forse il segreto è fottersene.
Ti senti cambiato rispetto a vent’anni fa nel modo di scegliere e mettere i dischi?
Vent’anni fa la scelta musicale era decisamente minore. Ora mi perdo per ore ad ascoltare tutti i promo e le novità ogni settimana. E’ la differenza maggiore insieme all’evoluzione delle consolle; onestamente credo proprio che il mio modo di suonare oggi sia migliore di prima.
Da poco sei passato ufficialmente da Cadenza a Mobilee. Cosa ti ha attirato della label berlinese che prima ti mancava?
Avevo solo bisogno di qualcosa di nuovo nella mia vita! Ho passato dieci anni meravigliosi con la Cadenza (partendo da zero fino a dove mi trovo ora) ma negli ultimi anni credo si possa dire che mi sentivo troppo comodo, come se fossi in modalità autopilota. La decisione di andarmene è stata dura e deprimente ma necessaria, non potevo andare avanti in quel modo. Ora con Mobilee sono tornato sul pezzo, sono motivato come non mai e ho tonnellate di progetti e uscite in cantiere. Diciamo che sto entrando nella seconda parte della mia carriera.
E’ uno spostamento interessante, tra due realtà più che consolidate. Pensi che potrebbe venir inteso anche come sterzata di stile, per intenderci, da tech a deep?
In realtà non mi sembra di suonare così diverso. Non ho mai pensato in termini di stile né da producer né da dj, mi piace fare lunghi set deep con momenti più pesanti. Ho più l’intento di creare un viaggio musicale, non importa se mi sposto tra tech o deep. Voglio solo suonare la musica che mi piace.
Mi parli di Anja e Ralf (Anja Schneider e Ralf Kollmann, co-founders Mobilee, ndr)? Com’è il rapporto con loro?
Ho incotrato Anja e Ralf nel 2008 quando ho firmato la prima release per Leena Music (sub-label di Mobilee, ndr). Con loro mi sono sentito perfettamente a mio agio fin da subito. Nella vita incontriamo un sacco di gente, alcuni vengono facilmente dimenticati quando la relazione non è nutrita di giorno in giorno, altri saranno sempre lì per te anche senza che ci si senta per mesi e Anja e Ralf per me sono in questa categoria. Perciò anche quando ero con Cadenza ero sempre connesso a loro musicalmente. Anja è probabilmente una delle persone più generose che abbia avuto la fortuna di conoscere, ha proprio un’aura speciale che la circonda, mette positività comunicativa in ogni cosa. Puoi provare ad essere una persona migliore quando c’è lei intorno, vorrei tanto avere una sorella come lei… Ultimamente sto suonando molto con lei e ho notato qualcosa nei suoi occhi quando un artista della Mobilee sta spaccando in un club, come un sincero senso d’orgoglio. Questo potrebbe suonare come una cosa normale, ma credimi, non lo è. Sono davvero onorato di essere una delle persone di cui lei si prende cura. Conosco Ralf un po’ meno di Anja poiché abbiamo passato meno tempo insieme, ma quando ci becchiamo ridiamo sempre molto. E’ una persona affidabile negli affari e mi piace il suo senso dell’umorismo. Recentemente abbiamo anche imparato a conoscerci meglio. E’ come alla fine del film “Casablanca”: “penso che questo sia l’inizio di una bella amicizia”.
Come riesci a rompere il meccanicismo di suonare spesso? Ti annoia dover mettere magari gli stessi dischi in due serate vicine?
Non mi annoio mai a suonare perchè non faccio mai lo stesso set. Non mi organizzo neanche le chiavette USB perchè non voglio sapere troppo dove si trovano tutte le tracce; in un certo senso amo perdermi. Anche se adesso suono con le chiavette sui CDJ2000s ho una visione del djing molto old-school, non mi vedrai mai su Traktor o con un computer sul palco. Amo mixare e amo anche sorprendere me stesso. Ovviamente alcune tracce possono venir fuori spesso in più date, ma i miei set sono del tutto diversi fra loro. Il giorno che mi annoierò mixando sarà quello in cui smetterò di fare il dj.
Parlando di produzioni, quale pensi che sia il tuo marchio di fabbrica, il tuo tocco personale ed unico?
Non ne ho proprio idea. Siete più voi ragazzi a potermelo dire, se ne ho uno è totalmente inconscio per cui vi prego aiutatemi a scovarlo!
Parlami della collaborazione con Dean Demanuele; cosa trovi in lui e cosa credi che lui trovi in te?
Dalla prima immersione nel gioco della produzione ho lavorato con molta gente; principalmente da solo, ma anche con altri. Ma per dirti la verità – e questo per tornare a quanto accennato prima – gli ultimi due anni sono stati difficili per me. Pur facendo ancora uscire dischi qualcosa dentro di me non mi faceva stare bene. Normalmente sono una persona molto produttiva per cui la situazione mi deprimeva sul serio. Poi, quasi dal nulla, questo ragazzo finisce nel mio radar e ci troviamo a fare nuova musica pazzesca. In un certo senso mi ha quindi risvegliato. Il feedback diretto su quello che si sta facendo è probabilmente la cosa migliore di lavorare con qualcun’ altro, per non parlare del fatto che è troppo divertente.
Quali trascorsi ti hanno portato a stabilirti a Ginevra?
Sono venuto a Ginevra per la prima volta nel 1999 per frequentare una scuola di sound engineering e sono stato così bene che dopo il diploma ho deciso di restare!
A Ginevra ci sono alcuni ottimi club, parlando invece di negozi di dischi quale mi consiglieresti?
Non so se c’è ancora un negozio di dischi techno a Ginevra; c’era Mental Groove tempo fa che era davvero fantastico, ma ora è chiuso. Ci sono alcuni bei negozi di vinili in generale per collezionisti, tipo “Sounds” e “Stigmate”, ma purtroppo è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci sono stato. Parlando di club c’è ancora il “Weetamix” – probabilmente il più vecchio club qui, ha aperto diciotto anni fa -, il “Silencio”, “La Graviere”, “Le Zoo”. Ginevra non è una città molto grande ma abbiamo sempre delle belle date durante l’anno.
Al di fuori della dance, quale musica ti fa emozionare?
Sono un consumatore di musica molto eclettico, mi piace ogni genere di musica purchè mi tocchi. Ultimamente ad esempio sto ascoltando molto blues e sto imparando di più su questo genere. La musica è qualcosa di continuo apprendimento per me, voglio sapere più che posso su tutto.
Se entrassi in un club da ascoltatore per un paio d’ore chi vorresti come dj?
Penso che andrei di Derrick Carter. L’ultima volta che l’ho visto suonare dicevo a me stesso: “Bello, hai ancora da imparare, guarda qua!”. E’ davvero impressionante dietro ai decks.
Un disco che porterai sempre in borsa quest’estate?
The “Headache EP” di Terranova, le tre tracce sono pure bombe.[/tab]
[tab title=”English”]That’s it, those that last are pigheaded, those who greedily devour records without worrying too much about the standards of the time and they do it in the name of just one thing: passion. Of course, you have to bring home the bacon and of course, make the dj profession today is like swimming in a sea with sharks, but Mr Renauld Levandowski takes us back to a basic concept when he says that he played first of all for himself, that he wants to be the first to have fun, to get lost for a while. Born in the South France’s raves and moved to Geneva in the 2000s, after a multi-year relationship with the Cadenza Music has recently left the court of King Luciano to offer his services to Anja Schneider’s Mobilee Records.
You began to play records at raves, it was nineties and magic arose from the combination of sound and breaking new schemes. Do you miss that moment? How do you feel today to deal with the industrialization of that phenomenon?
Of course I miss that time! My life totally changed the day I stepped into my first rave back in early nineties. It was really like: “Ok dude that’s it, this is what you were looking for without knowing it!” Since this revelation, I’ve been working my ass off to be a part of it and I’m proud about the path I took as it’s definitely not an easy one. Being able to live from this passion is a dream for a lot of people, and I feel lucky I reached this point, but it’s taken a lot of sacrifices and needs a total dedication. The most difficult part for me was to find a balance in between the passion and the business surrounding it. It’s easy to fall into the dark side of the business running after the all the money, but then step-by-step your passion is going to go away – and you’ll end up doing things just to feed that ugly beast. I clearly see a lot of guys doing this job for the wrong reasons, some would say it’s bad for the scene etc. I’m not sure about this, I’m actually just sad for them; they just miss it all and this can only last for a little while. You can fake the fans, but in the end, the guy on stage having real fun and playing the music he loves honestly spreading cool vibes will always rise higher. The scene exists and with or without this commercial drift it has alwys been the same story for all musical movements. The secret is maybe to not give a shit about it!
How have things changed since 20 years ago when you first started out?
20 years ago the choice of music was radically smaller. Now I get lost for hours listening to all the promos and the news every week. That’s the major difference among the evolution with the decks. I honestly really feel I’m playing way better now than before.
You recently moved from Cadenza to Mobilee. What attracted you that were missing before?
I just needed something new in my life! I spent 10 wonderful years with Cadenza (starting from scratch to get where I am now), but over the last years I suppose you could say I became too comfortable, like I was an autopilot mode. It was really depressing and a hard decision to leave but it was necessary in the end, I just couldn’t go on this way. Now with Mobilee, I’m back on track, I’m motivated like never before and I have tons of projects and releases in the pipeline. Let’s just say I’m entering the second part of my career.
Have you had to change your style then? Is it like you’ve moved from deep to tech?
Actually, I don’t feel I’m playing so much different now. I’ve never thought in term of styles as a producer or as a dj, I like to make long sets with deep and harder moment. I’m more into the will to create a musical journey, no matter if there’s a shift between tech or deep. I just want to play the music I like.
Can you tell us about your relationship with Anja Schneider and Ralf Kollmann at Mobilee?
I met Anja and Ralf back in 2008 when I signed my first release to Leena Music. I immediately felt super comfortable with them. We meet a lot of people in life, some are easily forgotten when the relation is not fed daily, but some others will always be there for you even without any contacts for months and Anja and Ralf are for me in this category. So even when I was with Cadenza I was always connected to them musically or when we’d catch up. Anja is probably one of the most benevolent people I’ve been lucky enough to meet. She has a really special aura surrounding her and she has a communicative positivity in everything! You can only but try to be a better person when she’s around, and I really would love to have a sister like her… Lately as I’m playing a lot with her, I noticed something in her eyes when a Mobilee artist is rocking a club…like she is truly proud! That could sounds like a normal thing but trust me, it’s not! I’m so honored to be one of the people she cares about. I know Ralf a bit less than Anja as we spend less time together, but we always laugh a lot when we catch up. He’s a trustful guy in the business, and I like his sense of humor. We’ve lately learned to know each other better too. It’s like at the end of the movie Casablanca… “I think this is the beginning of a beautiful friendship!”
Do you ever get bored by playing the same tracks?
I never get bored playing as I never ply the same set. I don’t even organize my USB sticks because I don’t want to know too much where all tracks are; I like to get lost in a way. Even if I play with USB on CDJ2000s now, I have a very old school vision of DJing, you will never see me on Traktor or with a computer on stage. I love mixing, and I love also to surprise myself. Obviously some tracks could come often in some gigs, but all my sets are totally different. The day I get bored mixing is the day I stop DJing.
What’s your production technique?
I really have no idea. It is more you guys who could tell me this, if I have one it is totally unconscious so please help me to find it out!
Tell me about your collaboration with Dean Demanuele; what do you find in him and what you think he does in you?
Well I’ve worked with a lot of other people since first breaking into the production game, mostly alone but with a lot of other people too. But to tell you the truth – and this comes back to what I mentioned earlier – the last 2 years were difficult for me. Even if I still released records, something inside me just didn’t feel right. I’m normally a very production person and the situation really depressed me. And then, almost out of nowhere, this guy arrives on my radar and we’re making crazy new music! So he really woke me up in a way. Direct feedback on what we are doing is probably the best thing about working with someone else – not to mention the fact that it’s so much fun too.
Which events made you stay in Geneva?
I first came in Geneva in 1999 to work at a sound engineer school, and I felt so great after my degree that I decided to stay!
There are some good clubs in Geneva. Are there good record stores too?
I don’t know if there’s still a techno record store in Geneva, there was Mental Groove back in the days which was really amazing but it’s closed now. There’s some great generalist vinyl store mostly for collector guys like “Sounds” and “Stigmate”, but sadly it’s been a while since I’ve visited them. Concerning the clubs there’s still Weetamix, probably the oldest club here as it opened 18 years ago, Le Silencio, La Graviere, Le Zoo. Geneva is not a very big city but we always have a great gigs throughout the year?
Outside dance, what music does excite you?
I’m a very eclectic music consumer; I enjoy all kinds of music as long as it touches me. Lately I’ve been listening to a lot of Blues and learning more about it for example. Music is a perpetual learning thing for me, I wanna know as much as I can about everything.
If you entered a club for a couple hours as a listener, who would you hope to see behind the decks?
I think I’d go for Derrick Carter. The last time I watched him playing I was asking myself “U still have to learn dude, look at this!” He’s really impressive behind the decks.
A record you will always bring in your bag this summer?
“The Headache EP” from Terranova, the Three tracks are pure bombs.[/tab]
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