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[tab title=”Italiano”]Ci sono artisti che attraversano le stagioni, indipendenti dalle mode e dalle pulsioni del momento, rimangono sempre loro stessi, lungo un percorso personale che li rende coerenti e riconoscibili fra mille. A questo circolo ristretto di privilegiati appartiene Legowelt, che al roBOt 07 di Bologna porterà il suo personalissimo mix poliedrico fatto di techno, electro, Chicago house e atmosfere futuristiche dagli anni ‘70 e ‘80. Un gusto ampiamente rappresentato in venti anni di carriera tra synth e drum machine, una vita artistica sconfinata tra LP ed EP. Retrò e al tempo stesso futurista, mai banale, Danny Wolfer rimane una garanzia per chi ascolta il suo lavoro.
E’ difficile incasellarti in una gabbia di genere, ma sicuramente la tua musica si lega principalmente agli scenari sci fi e al cyberpunk. Come nasce questa passione, leggendo Gibson?
No, non ho mai letto Gibson. Semplicemente, nei primi anni ’90, navigavo con i primi modem dial up attraverso le reti BBS, programmando computer e creando delle strane opere di arte frattale cyberpunk con Deluxepaint su Commodore Amiga.
Cosa è il web oggi, per un cyberpunker di ieri? Trovi corrispondenze con il futuro immaginato 30 anni fa e il presente?
No davvero, tutto si è trasformato in un gigantesco e mediocre centro commerciale, e quando vedi che anche tua mamma è sul web, capisci che tutti i sogni cyberpunk sono praticamente svaniti. Suppongo!
La techno di Detroit dipingeva un futuro radioso, con un legame tra uomo e macchina. Qual è il ruolo della techno oggi?
Ha molti ruoli suppongo, ci sono molti tipi di techno e ognuno fa cose diverse. C’è musica per sballati, una dichiarazione futuristica, musica per evadere, musica che ti da emozioni, che rende la vita più interessante, ecc.
La tua prima release è datata 1996 (cna cassetta introvabile), sono passati quasi vent’anni. Il Legowelt “moderno” soddisfa le aspettative artistiche del ragazzino de L’Aia?
Tutto è andato oltre ogni aspettiva, mai avrei pensato che oggi avrei fatto musica in modo professionale.
La scena olandese è sempre stata dominata dal duo Amsterdam – Rotterdam, ma anche L’Aia, tua città natale, ha una scena particolarmente attiva (I/F, Bunker Records, Guy Tavares, Unit Moebius), ci racconti la scena artistica cittadina ai tuoi esordi?
Era molto frizzante e strana, le persone rompevano con le regole noiose sperimentando nella musica e nelle arti digitali, un paradiso sicuro per i freak!
C’è stato un momento particolare in cui hai capito che potevi vivere di musica? Non so il tuo primo LP, le prime date nei club.
Oh sì, quando uscirono le mie prime produzioni e cominciai a suonare nei club diventò abbastanza ovvio.
Sei un artista veramente molto prolifico, tra EP, LP, sotto più moniker. C’è qualcosa che ti ispira particolarmente?
Tutte le cose che hai detto, ogni cosa può ispirarmi.
Qualcuno ti ha mai detto che produrre troppo può portare a un’eccessiva esposizione?
Sì, ma non mi importa delle opinioni altrui su questi argomenti…. E’ strano quando le persone dicono che artisti o etichette fanno uscire troppa musica, dopo tutto mica sono costretti ad ascoltarla… Il lavoro del musicista è fare musica per cui dov’è il problema se ne produce molta?
Trovo che tutti i tuoi LP, sia i più concettuali che i più dancefloor oriented, abbiano un filo logico narrativo ben definito che accompagna l’ascoltatore attraverso tutto l’album. E’ una cosa che viene da sé oppure il filo narrativo è un percorso definito prima che poi stendi attraverso la produzione?
I suoni, la musica e le tracce vengono creati con un ordine abbastanza casuale, dopodichè vengono messi a posto dopo che tutto è stato fatto.
Sei portato ad esempio per la tua libertà artistica, svincolata dalle mode del momento. Il tuo sound è riconoscibile fra mille, Pensi mai all’influenza dei tuoi lavori sugli altri?
Non proprio, ma è bello sapere che succede, è un grande complimento.
Qual è il tuo setup usuale durante una tua performance? Puoi dirci quale sarà quello che porterai al roBOt Festival?
E’ differente ogni volta, ma credo che al roBOt 07 avrò un sintetizzatore Novation Nova, un synth prodotto negli anni ’90 in Galles. Forse una Korg Electribe o una MS20 e un po’ di roba della Arturia.
Il tuo ultimo album Cristal Castle 2080 è stato rilasciato sia in vinile, sia in streaming su Spotify. Mischiare digitale in free streaming e vendita fisica è una strategia che cominciano a seguire in molti ma che non rischia, secondo te, di svalutare ulteriormente il lavoro di un artista per spingere maggiormente le performance live piuttosto che la musica stessa?
Non penso che pubblicare musica gratuitamente porti a una sua svalutazione… è musica e non dovrebbe essere un problema nemmeno su quale formato essa viene pubblicata… è una cosa molto yuppie pensare diversamente.
I tuoi tanti alias rivelano una costante evoluzione, specie nelle influenze. Ognuno descrive una parte di te e una diversa influenza musicale. Cosa ci dobbiamo aspettare dalle prossime influenze di Danny Wolfers?
Hmmmm….Lo vorrei sapere anche io.[/tab]
[tab title=”English”]Some artists cross the seasons, remain themselves indipendently from the trends and the temporary inclinations, along a personal path, consistent and clearly recognizable among many others.
Legowelt belongs to this restricted circle of artists. He will bring at roBOt 07 his unique and versatile mix of techno, electro, Chicago house and sci-fi atmosphere from the 80’s and the 70’s. A taste that has been widely shown during twenty years of career from synth to drum machine, a boundless artistic life made by tons of LP’s and EP’s in which the music is future and past at the same moment: a guarantee for who listen to his work.
It’s hard to identify your work in only one genre, but your music is surely linked to sci-fi and cyberpunk scenery. How did this passion start, maybe reading Gibson?
No I never read Gibson, In the early 90s I was just on the pre-internet dailup modem computer networks with BBS’s and stuff, programming computers and doing weird Fractal cyberpunk art on Deluxepaint on the Commodore Amiga.
How does the web looks today, for a nineties cyberpunker? Do you see any correspondence between the future you imagined 30 years ago and the present?
Not really, It all turned into a giant pedestrian shopping mall, and when your mum is on the internet all the cyberpunk dreams are pretty much gone. I guess!
Detroit techno painted a bright future, with a bond between man and machine. What is the role of techno today?
It has many roles I guess, there are many types of techno doing different things. Either music for drugged up people, a futuristic statement, music to escape by, giving u emotions, making your life more interesting etc…
Your first release was born on 1996 on a (extremely rare) tape. Does the nowadays Legowelt meet the expectations of the time?
No it over exceeds any expectations, I never had to idea that I would be doing this music thing professional nowadays.
The Dutch scene has always been dominated by Amsterdam and Rotterdam, but also The Hague, your hometown, was very prolific (I/F, Guy Tavares). Can you describe the artistic scene in your hometown at the time of your
debut?
It was very energetic, freaky, people breaking the pedestrian rules, experimenting in music, computer arts, a safe heaven for freaks!
Did you understand that you could live thanks to your music in a precise moment? At the time of your first LP or of your first gigs, maybe?
Yeah when my first few records came out and I started playing gigs that became pretty obvious.
You definitely are a very prolific artist: EP’s, LP’s, using different monikers. Is there something particular that inspires you? Places, people, situations, states of mind?
All these things you mention, everything inspires me.
Has anyone ever told you that too much work could bring to a risk of eccessive exposure?
Yes but I don’t care about anyone else opinion on these matters… it’s strange when people say artists or labels etc. release too much music, they don’t have to listen to it you know… it’s the musicians job to make music so what’s the problem if he or she makes a lot of it!?
I think that all your EP’s, both the most conceptual and the dancefloor oriented ones, have a well defined logical thread that drive the listener through all the album. What come first? The sound or the logical thread you want to create?
The sounds, the music, the tracks are made first quite in a random order, they are put in order after all has been made.
You are an example of artistic freedom, independent from fashion trends. Your sound is unmistakable, do you ever think about the influence of your work on other DJ’s?
Not really, but it is nice to know that it happens, it is a big compliment.
What is your usual setup during your gig? What we can expect from your gig at roBOt Festival?
It’s differs all the time, I guess for the roBOt Festival I will have Novation Nova syntheziser, a synth from the 90s from Wales. Maybe A Korg electribe drum machine or a Korg MS20 and some Arturia stuff.
Your last LP, Crystal Cult 2080, has been released in April 2014 on vinyl and also streaming on Spotify. The mix between free digital streaming and “real” sales is becoming more and more popular: in your opinion, can this devalue the work of an artist to celebrate live performances to the detriment of the music itself?
I don’t think giving music away for free devalues it… it’s music and it shouldn’t matter on what format or how it is presented… it is a very yuppie thing to think otherwise.
Your monikers reveal a constant evolution, especially of the influences. Every of them describes a part of you, a different musical influence. What can we expect from Danny Wolfers’ next influences?
Hmmmm….I would like to know that too.[/tab]
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