…è a metà dell’opera. Dopo l’uscita del loro disco, già recensito su Soundwall, straordinaria opera prima nonché prova della loro bravura, siamo andati a conoscere questo nuovo duo tutto italiano: Marco D’Aquino e Herve Herva Corti aka Life’s Track, sorprendono per la loro musica, la loro determinazione e per la loro giovanissima età. Sarà mica forse questo il segreto? Sarà forse che questo mestiere riesce meglio a chi si sa divertire, a chi si lascia andare ed a chi si entusiasma per le gioie della vita? O forse a chi si concentra più sulla musica, sul lavorare sodo nella produzione, lasciando da parte l’estetica e l’apparire? Sta di fatto che per loro non fa differenza. A loro dei big interessa ben poco, specie perché non vogliono esser confusi all’interno della cerchia della musica “trendy”, fatta più di personaggi che di musica. Ed a loro produrre riesce benissimo, specie perché si divertono. Chi ben comincia è a metà dell’opera quindi.
Life’s Track, benvenuti su Soundwall.
Partiamo dall’inizio, prima ancora di Life’s Track e del vostro viaggio nel mondo della musica, di cosa vi occupavate?
Marco: ciao a tutti, dopo aver finito la scuola nel gennaio del 2006 iniziai subito a lavorare con mio padre in una ditta edile, poi grazie a mio fratello Giacomo in arte JJ ho scoperto la musica elettronica e i vari programmi per comporla. Non mi ritengo un musicista perché non suono strumenti musicali, mi diverto solo a far musica perché la musica è la mia passione, non riesco a star senza forse perché non sono obbligato come fanno tanti finti produttori a rincorrere la hit per suonare due volte a Ibiza e farsi il ciuffo alla Luciano.
Herva: Bene o male è da sempre che suono, già prima di fare musica elettronica ho suonato come batterista in vari gruppi quindi scoprire il mondo della produzione è stato forse una naturale conseguenza.
Domanda quasi scontata, ma solo per conoscervi meglio: cosa avreste fatto se non foste diventati produttori? Avevate od avete ancora altri sogni nel cassetto che vi piacerebbe realizzare?
Marco: Dopo aver fatto la “prima traccia” tutti i sogni nel cassetto sono volati via come i coriandoli a carnevale, dal 2008 il mio unico sogno è fare musica per film e video musicali ma sopratutto formare un mio vero studio home con tutte le macchine possibili e immaginabili moog, compressori ecc….
Herva: Son sincero non so che dirti… probabilmente mi sarei buttato nel pugilato dilettantistico, questo è un sogno che ho ancora oggi nel cassetto. Ancora comunque non c’ho rinunciato del tutto.
Come vi siete conosciuti e come è iniziato questo rapporto di lavoro?
Ci siamo conosciuti tramite MySpace, poi abbiamo scoperto che vivevamo a 2 km di distanza e quindi ci siamo incontrati e la passione per la musica ha fatto il resto.
Come mai avete scelto di unire le forze? Pensate che il fatto di essere in coppia ora sia di “tendenza” e permetta quindi di avere maggiore visibilità?
E’ successo tutto per caso, abbiamo provato ad unire i nostri due diversi gusti musicali e da qui è nato il progetto Life’s Track. Tendenza? E’ una parola che non conosciamo, ci siamo solo trovati nel posto giusto al momento giusto, stop.
Il vostro ultimo disco è a dir poco straordinario, nonché prova che il vecchio adagio “se vuoi buona musica, cerca tra le etichette famosissime d’oltralpe” ormai non funziona più. Cosa ne pensate e come reputate le etichette Italiane?
Ci sono veramente pochissime etichette in Italia che credono nella musica in quanto tale, la maggior parte fanno musica di circostanza che non trasmette emozioni. Ovviamente non parliamo di tutte le etichette, ma la musica che vale ormai è da scovare… che sia d’ oltralpe o in appennino!
Il rapporto con Bosconi e di tutti i suoi addetti ai lavori è paragonabile a quello di una famiglia, sereno e conviviale. Secondo voi, è vero che in un ambiente così si è portati a lavorare meglio ed a migliore realizzazione di un nuovo disco?
Bosconi non è paragonabile ad una famiglia, Bosconi è la famiglia… e se anche lavorassimo in una fabbrica o in un campo o in una falegnameria sarebbe bello comunque. Abbiamo la fortuna di collaborare per un’ etichetta con i nostri amici più stretti… Ascoltiamo musica tutti insieme ogni giorno, giochiamo, litighiamo, ci picchiamo, ci ubriachiamo insieme e siamo realmente una piccola grande famiglia che ti fa crescere ma allo stesso tempo ti protegge. Bosconi tutta la vita!
Oltre a Bosconi, presso che etichetta vi piacerebbe lavorare?
Abbiamo tante etichette con cui ci piacerebbe lavorare ma la nostra preferita è R&S.
Il vostro sound colpisce per la ricercatezza delle melodie e dei suoni, nonché per il lavoro certosino fatto nell’equalizzazione dei volumi nella post produzione. C’è qualche artista a cui vi ispirate? In generale, cosa vi ispira?
Non ci ispiriamo a nessuno in particolare, ma se proprio dobbiamo dire un nome è Mathew Jonson un artista a cui crediamo che tutti si dovrebbero ispirare. In generale non ci ispiriamo a niente inziamo a suonare e poi quello che viene viene.
Attualmente, c’è qualcuno con cui vi piacerebbe collaborare per la produzione di un album?
Per il progetto Life’s Track ci piacerebbe davvero fare una collaborazione con Kyle Hall perchè lo riteniamo uno dei migliori talenti insieme a Floating Points.
Come ultima domanda, parliamo del lavoro fatto nei club e nei festival. Mi riferisco al fatto che voi siete degli ottimi esponenti delle rappresentazioni LIVE nel vero senso della parola. Pro e contro rispetto all’utilizzo di dischi o software vari (prendiamo Traktor come esempio)?
Fare il live ci viene naturale, suonare con le macchine ci diverte, il sound è massiccio, vero, reale e il pubbilco recepisce! Amiamo anche comprare e suonare i dischi, l’unica cosa che vi possiamo dire è che suonare con un software è come fare l’amore con il preservativo… anzi con il doppio preservativo!